Concorsi, truccati anche quelli per Polizia, Carabinieri e Penitenziaria? Ecco come

Concorsi, truccati anche quelli per Polizia, Carabinieri e Penitenziaria? Ecco come

Concorsi truccati: un secondo algoritmo potrebbe essere stato utilizzato per i concorsi di Polizia, Carabinieri e Penitenziaria che hanno avuto luogo nel 2016 (e non solo).

Concorsi Forze Armate e di Polizia truccati: emergono nuove e incredibili sviluppi in merito all’inchiesta condotta dagli uomini della Guardia di Finanza di Napoli che ha portato alla scoperta della vendita illegale di un algoritmo utile ai candidati per superare le prove concorsuali.

L’indagine è partita dalla procedura per il reclutamento di 2013 volontari in ferma quadriennale dell’Esercito che ha avuto luogo nel 2016, ma secondo le ultime indiscrezioni il sistema non si è fermato a questo concorso; sembra infatti - come rilevato in anteprima da Il Fatto Quotidiano - che esista un secondo algoritmo con il quale sarebbero stati truccati anche i concorsi per il reclutamento nella Polizia di Stato, Penitenziaria e Carabinieri che si sono svolti nello stesso anno.

Durante la perquisizione ai danni delle 15 persone arrestate, compreso l’ingegnere Claudio Testa - figlio del titolare di Irp srl (l’azienda che fornisce test e banche dati per il Ministero della Difesa) - infatti, è stato scoperto un secondo algoritmo che secondo le testimonianze sarebbe stato utilizzato anche per i concorsi suddetti.

Concorsi truccati: un nuovo algoritmo per Polizia, Carabinieri e Penitenziaria?

Torniamo indietro al 5 luglio del 2016, quando la Procura di Napoli - presieduta dal pm Giancarlo Novelli - ha cominciato a condurre le prime perquisizioni ai danni degli indagati svelando così l’esistenza di un indagine. Questo ha fatto sì che il primo algoritmo, ossia quello utilizzato per il concorso VFP4 truccato, non potesse più essere utilizzato.

La vendita illegale di posti all’interno delle Forze dell’Ordine, però, non si è fermata affatto.

Nella stessa data, infatti, l’ingegnere Claudio Testa, nonché inventore dello schema logico-matematico con il quale venivano truccati i concorsi, ha ritirato dalle commissioni esaminatrici i plichi del concorso, per poi sostituirli con altri identici giustificandosi dicendo che c’erano degli “errori di stampa”.

Secondo l’accusa la motivazione è un’altra, ovvero la sostituzione del primo algoritmo con un secondo; la conferma, infatti, è data dal fatto che coloro che hanno utilizzato l’algoritmo originario, acquistato a caro prezzo, hanno comunque ottenuto dei punteggi piuttosto bassi al concorso.

È andata meglio invece a coloro che hanno acquistato il secondo algoritmo di cui, fino a qualche giorno fa, la Guardia di Finanza non ne conosceva l’esistenza.

Solo nel corso della perquisizione ai danni degli arrestati è stato rinvenuto una sorta di prontuario del concorso che dopo essere stato decodificato ha rilevato tutto il sistema fraudolento. Il secondo algoritmo, infatti, è stato provato sulle schede dei concorsi successivi alla suddetta data: il risultato è stato un punteggio altissimo che nella maggior parte dei casi ha portato alla vittoria del concorso.

Questo, secondo le supposizioni della Guardia di Finanza che adesso dovranno essere confermate in fase di contraddittorio, dimostra che nonostante le indagini e le prime perquisizioni il sistema fraudolento è andato avanti, con il gruppo di indagati che si è riorganizzato mettendo in atto un secondo algoritmo e rivendendolo anche per le successive procedure concorsuali.

E non è tutto, perché oltre al secondo algoritmo nel corso delle recenti perquisizioni sono stati rinvenuti una serie di congegni elettronici, come cuffiette e microspie, utilizzati nell’ambito del concorso per ottenere risposte in tempo reale; insomma, l’indagine sembra allargarsi a macchia d’olio toccando anche altri comparti delle Forze Armate e di Polizia.

Prima di dare conferma del fatto che anche i concorsi suddetti siano stati truccati, comunque, è bene attendere ulteriori sviluppi della vicenda; a tal proposito vi consigliamo di continuare a seguirci perché vi terremo aggiornati non appena ci saranno ulteriori novità.