Emilia Morelli - 21 dicembre 2018
Concorsi truccati per le Forze Armate: indagati anche i candidati
Questa volta destinatari dell’avviso di chiusura dell’indagine sono anche i potenziali beneficiari dell’algoritmo capace di aver truccato il concorso per l’accesso al ruolo di VFP4.
È possibile truccare i concorsi pubblici per entrare nell’Esecito? Secondo quanto testimoniato dall’episodio di cronaca nel Napoletano sembra di sì.
Ad essere truccati sono stati i concorsi per entrare nelle Forze Armate, prima e seconda immissione VFP4, volontari in ferma prefissata di 4 anni, del 2016. L’episodio ha condotto all’arresto, come misura cautelare, di 15 persone.
La Guardia di Finanza in questi giorni ha notificato altri 15 avvisi di conclusione delle indagini, questa volta anche nei confronti di coloro i quali hanno beneficiato della truffa ai danni di chi ha investito le energie per superare il concorso e si è trovato escluso a causa di quella che è stata definita la “cricca dell’algoritmo”.
Secondo quanto emerge dalle indagini gli studenti frequentavano i corsi all’interno di scuole abilitate, nel corso del periodo accademico venivano contattati da intermediari che proponevano loro la compravendita del ruolo oggetto del concorso, di volontario speciale.
Il sistema della truffa prevedeva la consegna delle risposte il giorno prima del concorso, oppure veniva insegnato ai candidati come accedere alle risposte utilizzando un complicato algoritmo grazie al quale si sarebbero potute ottenere le risposte corrette al quiz.
Dalle intercettazioni appare chiaro come i componenti dell’organizzazione volta a truccare i concorsi di accesso alle Forze Armate si organizzassero nelle loro conversazioni in base a un vero e proprio linguaggio cifrato architettato ad hoc: per parlare dei numeri dell’algoritmo parlavano di “binari dei treni”, mentre la somma corruttiva era chiamata “cestino di fragole”.
Una vera e propria banda criminale, considerate anche le cospicue somme in gioco: si veniva in possesso dei risultati solo previo pagamento di un lauto compenso che poteva oscillare tra 15.000 e 50.000 euro.
I provvedimenti
L’inchiesta è stata coordinata dal pm Giancarlo Novelli. Finiti agli arresti domiciliari, come misura cautelare:
- ingegneri civili;
- quattro militari dell’Esercito;
- uno della capitaneria di Porto;
- due ex volontari dell’Esercito;
- un ispettore in congedo della Guardia di Finanza;
- un colonnello;
- il titolare di una scuola di formazione;
- e altre due persone: Claudio Testa, ritenuto responsabile della creazione dell’algoritmo, oltre che un generale in pensione, Lucio Masiello.
Il gruppo era composto anche da:
- procacciatori di clienti;
- titolari di scuole di formazione e loro stretti collaboratori;
- beneficiari della truffa a cui ieri è stato notificato un avviso di conclusione indagini e per i quali si profila il rinvio a giudizio.
I reati che sono stati contestati sono:
- associazione a delinquere;
- rivelazione di segreti d’ufficio;
- truffa;
- reati informatici;
- ricettazione;
- riciclaggio;
- autoriciclaggio.
Gli avvisi di conclusione delle indagini, che preludono un rinvio a giudizio, sono stati notificati nei confronti dei concorrenti o di loro familiari, che venuti in contatto con i dati idonei a truccare il concorso, ne hanno rivelato in seguito le modalità.
Ricapitolando, stati presi tutti i provvedimenti idonei a tutelare le Forze Armate, affinché che simili illeciti non abbiano a ripetersi in futuro.
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