Come denunciare il lavoro in nero

Come denunciare il lavoro in nero

Come denunciare il lavoro in nero? Ci sono rischi per il lavoratore nello sporgere una denuncia? Cosa fare se lo stipendio in nero non viene pagato?

Non solo la procedura per denunciare il lavoro nero è abbastanza semplice, ma il dipendente che sporge denuncia non rischia nulla.

Se si ha iniziato a lavorare per un’azienda, ma l’assunzione non è stata dichiarata o anche se il datore di lavoro non vuole redigere un contratto o ancora, non vuole pagare gli stipendi che - anche in nero - sono dovuti al lavoratore per una prestazione, è possibile denunciare senza incorrere in alcun reato.

Vediamo tutte le possibilità su come denunciare il lavoro in nero senza rischiare alcunché.

Come denunciare il lavoro in nero

Per denunciare il lavoro in nero esistono più modi. Il primo - e forse il più immediato - consiste nell’inviare una segnalazione alla Guardia di Finanza, compilando un esposto su modulo inerente che si può facilmente scaricare.

Scarica qui il modulo Denuncia Lavoro in Nero
Esposto per lavoro in nero

La denuncia non può essere fatta in modo anonimo, ma il nome di colui che sporge l’esposto e anche i suoi dati personali rimangono segreti. Ciò vuole significare che il datore di lavoro non ha diritto di accesso agli atti amministrativi per venire a conoscenza di chi è stato a inviare la segnalazione né in merito a cosa questa sia avvenuta.

La denuncia può essere fatta da terzi?

, la denuncia alla Guardia di Finanza può essere fatta anche da terzi e non per forza dipendente dell’azienda interessata. In questo modo, è praticamente impossibile che l’azienda possa arrivare a capire il nome del denunciante.

Una volta ricevuta la denuncia, la Guardia di Finanza può decidere se far entrare nella vicenda l’Ispettorato del Lavoro, a cui vengono trasmessi gli atti per competenza o se procedere solo con l’ispezione.

La denuncia alla Direzione del Lavoro

Il secondo modo per denunciare il lavoro in nero è rivolgersi alla Direzione del Lavoro, ufficio dell’Ispettorato del Lavoro, nella sede più vicina al luogo dove si svolge l’impiego. La denuncia, in questo caso, può essere inviata anche tramite Pec o con raccomandata a.r. dell’avvocato.

In alternativa, il lavoratore può anche presentarsi fisicamente presso gli uffici e sporgere la denuncia compilando un modulo e allegandovi un documento di identità. Colui che sporge denuncia riceverà una copia dell’avvenuta pratica.

Cosa succede dopo la denuncia: ci sono rischi per il lavoratore?

Dopo la denuncia possono verificarsi due ipotesi. Se l’oggetto per il quale si denuncia il datore di lavoro riguarda questioni di carattere retributivo, si fissa un accordo di conciliazione monocratica, ossia un compromesso che imporrà all’azienda di regolarizzare il contratto e il pagamento di tutti gli arretrati del dipendente entro un preciso termine.

Se, invece, l’oggetto della denuncia riguarda solo il lavoro in nero, senza questioni che riguardano la mancata retribuzione, o ancora comportamenti del datore di lavoro con rilievo penale, alla denuncia segue immediatamente un controllo diretto dell’azienda. Questo comporta specifiche e talora salate sanzioni per il datore di lavoro.

Cosa rischia chi denuncia il lavoro in nero?

Il lavoratore in nero non rischia nulla denunciando la propria condizione. L’unica situazione in cui un lavoratore in nero potrebbe essere in difetto è qualora egli percepisca la Naspi, ossia l’indennità di disoccupazione, e nel mentre si ritrovi anche nella condizione di lavorare non dichiarandolo.

In questo caso, in effetti, il lavoratore potrebbe essere denunciato per indebita percezione di contributi statali, anche se le conseguenze più gravi ricadono sull’azienda, la quale può essere soggetta a sanzioni molto elevate, in misura dipendente dalla situazione in corso.

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