Biden annuncia la donazione di milioni di vaccini: sarà abbastanza?

Biden annuncia la donazione di milioni di vaccini: sarà abbastanza?

L’approccio politico della Casa Bianca a guida democratica è stato tacciato da diverse critiche a seguito delle recenti affermazioni sulle donazioni del vaccini. Le recenti dichiarazioni del presidente sono al centro del dibattito. Quanto c’è di vero in questo?

In soli cinque mesi di mandato Joe Biden e Kamala Harris hanno già affrontato numerose sfide conquistando anche alcuni importanti successi. Sul tema della gestione delle donazioni dei vaccini però c’è chi li accusa di non star facendo abbastanza. Le parole del presidente Biden sono state le seguenti:

“Gli Stati Uniti saranno l’arsenale dei vaccini contro il coronavirus nel mondo come l’America era l’arsenale della democrazia durante la Seconda guerra mondiale".

L’apertura dopo l’approccio in stile “America First”

L’affermazione del presidente manifesta la volontà politica statunitense di tornare al centro delle questioni internazionali, riprendendosi il palcoscenico con quel ruolo di attore protagonista che la stessa America aveva rifiutato chiudendo le porte al mondo.

Gli States infatti elargiscono oggi una forma di aiuto umanitario dopo un periodo di grande “protezionismo” sul fronte dell’approvvigionamento delle dosi e della somministrazione ai soli americani dei vaccini disponibili tramite il blocco agli export.

Adesso che però la propria campagna interna sembra essersi ampiamente stabilizzata con oltre 40% dei cittadini completamente immunizzati, si inizia a contribuire ai fragili equilibri degli stati a basso reddito.

Tempi e destinatari delle dosi

Washington ha indicato i primi destinatari dei vaccini. I 25 milioni di dosi iniziali saranno ripartiti nel seguente modo: per tre quarti a Covax, il programma internazionale nato con l’obiettivo di garantire un accesso equo agli stock delle case farmaceutiche, e per un quarto a singoli stati tra cui India e Territori palestinesi.

I restanti 175 milioni preventivati per quest’anno sono ancora da assegnare. Il gettito finale arriverà invece nella prima metà del 2022. In questo caso si parla di altri trecento milioni di vaccini da destinare sulla base del quadro complessivo disegnato dall’evolversi dell’epidemia.

Ormai è tardi?

L’ampia disparità che attualmente sussiste fra gli stati dell’America del Sud o dell’Africa e quelli dei paesi più industrializzati è abissale e l’offerta di Biden per quanto generosa risulta tardiva secondo alcuni guardando alle varianti che nel frattempo hanno avuto modo di proliferare.

La ripartizione inoltre non potrà colmare le differenze esistenti, almeno non nel breve periodo. Come possiamo leggere dai resoconti dell’ISPIper i paesi in via di sviluppo a contare non sono però soltanto le dosi donate ma soprattutto quelle esportate”.

Rendere indipendenti quegli stessi stati oggi oggetto delle opere benefiche mondiali sarebbe la vera svolta dal punto di vista delle economie locali. Un sostegno a posteriori rispetto alle tempistiche dettate dell’incedere del virus ha l’effetto di una goccia in un bicchiere d’acqua; innalza il livello ma non in maniera sostanziale.

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