Giorgia Bonamoneta - 12 novembre 2022
Aumento stipendi nel 2023, ecco cosa farà Giorgia Meloni
Gli stipendi nel 2023 aumenteranno? Giorgia Meloni conferma le intenzioni, ma si procederà in maniera graduale. Ecco cosa sarà fatto nel 2023.
Giorgia Meloni ha annunciato che vuole aumentare gli stipendi. Per farlo si passa attraverso il taglio del cuneo fiscale, un taglio che impatterà per due terzi sui lavoratori e per un terzo sulle imprese, come ha spiegato Meloni stessa alle Camere. Il taglio però sarà graduale e proseguirà ciò che è stato introdotto dal governo Draghi nel 2022.
Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha chiesto a più riprese il taglio del cuneo fiscale per ridurre l’impatto delle tasse sul lavoro, sia per i lavoratori che per i datori di lavoro. La proposta è quella di un intervento da 16 miliardi di euro per il 2023. Intanto Meloni alle Camere ha confermato un taglio del cuneo fiscale di 2 punti, ma resta da capire se si tratta della conferma dello sgravio contributivo già in corso o di un ulteriore taglio, con relativo aumento di stipendio per i lavoratori con reddito inferiore a 35.000 euro.
Secondo fonti interne si tratterebbe di mantenere il taglio del 2%, così come previsto dal governo Draghi e garantire un impegno futuro per una riduzione complessiva del 5%, al momento soltanto una promessa e un’ipotesi. Questa ipotesi non corrisponderebbe a un vero aumento nel 2023 per gli stipendi, ma solo una conferma di quanto già annunciato e accaduto nel 2022.
Meloni annuncia aumenti di stipendi nel 2023: è davvero così?
Giorgia Meloni ha dichiarato alle Camere che è sua intenzione aumentare gli stipendi nel 2023. Ma è davvero così? C’è infatti da chiarire se sarà il taglio del cuneo fiscale già in corso a garantire l’aumento degli stipendi o un ulteriore taglio del cuneo fiscale. La conferma dell’aumento è quella dello sgravio contributivo del 2%, già introdotto dal governo Draghi e che il nuovo esecutivo dovrebbe solo rinnovare per il 2023. In questo caso non si parlerebbe di un nuovo aumento, ma il mantenimento di uno strumento già in corso.
Le affermazioni della presidente Meloni potrebbero però fare riferimento a un ulteriore taglio del costo del lavoro. Infatti l’obiettivo a lungo termine dichiarato è quello di tagliare di 5 punti percentuali il costo del lavoro. Una riduzione che va a impattare per due terzi sui lavoratori e un terzo sulle imprese.
Aumento stipendi: richiesta Confindustria e conferma di Meloni
L’esecutivo nei giorni scorsi ha dichiarato che potrebbe stanziare fino a 3,5 miliardi di euro nella legge di Bilancio per prorogare lo sgravio del 2% ai redditi sotto i 35.000 euro. La richiesta di Confindustria è quella di un intervento 16 miliardi per il 2023, che impattava per 10 miliardi su i lavoratori e per circa 5 miliardi su i datori di lavoro.
Anche in questo caso il taglio del cuneo fiscale dovrebbe riguardare i redditi inferiori a 35.000 euro.
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