Chiara Esposito - 30 luglio 2021
Aumento incidenza e Rt: è quarta ondata Covid?
Cabina di regia sull’andamento pandemico: Rt e incidenza in salita per la quarta settimana consecutiva. Il rischio è moderato ma con la variante Delta non si può abbassare la guardia.
Come ogni venerdì, l’Iss-Ministero della Salute fa il punto della situazione sull’andamento dei contagi da Covid-19 nel nostro paese e l’Italia, indistintamente da Nord a Sud, registra un aumento dell’Rt e dell’incidenza probabilmente dovuta alla piena diffusione della variante Delta sul territorio.
Dalla bozza del Monitoraggio settimanale appare già chiaro l’intento di monitorare attentamente anche le catene di contagio oltre che i ricoveri ospedalieri a fronte degli indici di possibile saturazione del sistema sanitario.
Ciò che ci dicono i numeri fa quindi riflettere; possiamo parlare di una quarta ondata.
I nuovi numeri e il confronto con la scorsa settimana
Possiamo infatti dire che i valori soglia dell’incidenza, fissata a 50 per 100 mila abitanti e 1,50 per l’Rt, sono stati entrambi superati. Rispettivamente registrano cifre medie nazionali di 58 e 1,57. I due indicatori segnalano come sappiamo la circolazione del virus e la replicabilità del contagio e si discostano notevolmente dai valori di venerdì scorso che riportavano un 41 per l’incidenza e un 1,26 in materia di Rt.
Tutto ciò concorre a determinare l’allerta moderata per 20 regioni, una in più della scorsa settimana. Con il Molise che si attesta come unica regione a basso rischio.
La variante Delta infoltisce le catene dei contagi
A fronte di una campagna vaccinale costante, la popolazione non è ancora totalmente immunizzata e in molti attendono la loro dose. Il rischio di contagio quindi resta rilevante seppur contenuto e si procede, nonostante opposizioni e proteste, a vagliare misure che prevedono alcune forme di limitazione per prevenire forme di aggregazione sregolata in una fase tanto delicata come quella di transizione in cui ci troviamo.
Come si legge nelle dichiarazioni dell’Iss del resto la variante Delta è quella più diffusa. Questa informazione è frutto di un capillare tracciamento e sequenziamento dei casi che evidenzia anche un nuovo dato: non sono soltanto le catene già note a provocare ulteriori contagi, se ne stanno aprendo di nuove.
I casi non associati a catene di trasmissione precedentemente tracciate è raddoppiato: 10.076 a fronte dei 4.997 della settimana precedente. Si fa infine fatica a tracciarli perché solo il 26% di questi è stato diagnosticato attraverso varie attività di screening.
Posti letto Covid-19: chi li occupa?
Informazioni solo parzialmente positive dal fronte ospedaliero poiché nessuna Regione e Provincia autonoma supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o area medica, ma aumentano i ricoveri per un totale di 1.611 a fronte dei 1.194 del 23 luglio 2021. Possiamo dire quindi che il tasso di occupazione in terapia intensiva è stabile al 2%, con un lieve aumento nel numero di ricoverati (da 165 il 20 luglio a 189 il 27 luglio).
A salire è invece il tasso di occupazione in aree mediche con un punto percentuale di differenza rispetto a venerdì 23 luglio. Più buia era la prospettiva sulle statistiche complessive registrate già da allora:
“Si sta abbassando l’età media dell’infezione a 25 anni e l’età media di ricovero in terapia intensiva a 55 anni”.
Con questa parole, il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro aveva forse anticipato e previsto lo stato attuale di peggioramento che registriamo nella penisola.
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