Redazione - 14 maggio 2022
L’assurdo caso del rinnovo di contratto delle forze armate e di polizia
Ancora niente pubblicazione in Gazzetta ufficiale: per aumenti e arretrati si rischia di attendere mesi. Dov’è il rispetto per chi è costantemente a servizio del Paese?
Quante volte abbiamo sentito al telegiornale gli elogi per il personale in divisa, sempre in prima linea durante le emergenze come è stato il periodo del Covid, quando militari e poliziotti sono stati impegnati per le strade, nei controlli, correndo il rischio di contagiarsi (e così è stato d’altronde per molti, visto che a gennaio 2022 erano circa 21 mila gli operatori, contando solamente gli appartenenti alla Polizia di Stato, che hanno contratto il Covid).
Peccato però che una volta che l’emergenza si conclude, e quando bisognerebbe riconoscere al personale in divisa i meriti del lavoro svolto, ci si dimentica di farlo.
Eppure il governo Draghi, anche detto “dei migliori”, l’occasione per riconoscere, anche economicamente, l’importanza del lavoro svolto dalle forze armate e di polizia, come pure dai vigili del fuoco, l’ha avuta, in quanto proprio in questi mesi si è discusso del rinnovo di contratto per il triennio 2019-2021.
Ora, mettendo da parte per un attimo l’ammontare delle risorse stanziate, quel che è assurdo è il trattamento riservato a chi è sempre pronto a scattare e a mettere a rischio la propria vita in caso di necessità. A oggi, sabato 14 maggio 2022, questi stanno lavorando con un contratto scaduto da ben tre anni e cinque mesi, e non si hanno ancora notizie su quando il nuovo accordo possa finalmente entrare in vigore.
Rinnovo del contratto: accordo raggiunto da tempo, ma ancora non è ufficiale
In extremis, sindacati e parti sociali hanno raggiunto l’accordo per il rinnovo del contratto per il comparto Difesa, Sicurezza e Soccorso pubblico, negli ultimi giorni del 2021.
A quel punto - noi stessi abbiamo accolto la notizia con grande entusiasmo - la strada sembrava in discesa, eppure non è stato così perché specialmente l’esame da parte della Ragioneria di Stato ha richiesto molto tempo, bloccando per mesi il testo dell’accordo.
Dopo una lunga attesa, però, il 7 aprile è arrivato il via libera del Consiglio dei ministri, un altro passaggio fondamentale che ha fatto credere agli appartenenti alle forze armate e di polizia che l’arrivo di aumenti e arretrati fosse ormai imminente.
Invece anche la firma del presidente della Repubblica ha richiesto più tempo del previsto ed è arrivata solamente il 24 aprile scorso. Ora, solitamente dalla firma del Capo dello Stato e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ultimo passaggio fondamentale per rendere operativo il nuovo contratto, ci vogliono al massimo due settimane. Oggi, 14 maggio 2022, tuttavia, ancora tutto tace.
Rinnovo del contratto Forze armate e 22, tuttavia, ancora tutto tace.
Rinnovo del contratto Forze armate: l’attesa è una mancanza di rispetto
Sulle cifre del rinnovo di contratto ci sarebbe molto da dire: aumenti medi e lordi di 105 euro di certo non sufficienti a valorizzare economicamente il ruolo ricoperto dal personale in divisa. Aumenti che tra l’altro arrivano in un periodo d’inflazione, con il caro prezzi che di fatto rende ancora più basso il potere d’acquisto degli stipendi.
Eppure, tenendo conto del momento storico, con una crisi dettata prima dalla pandemia e poi dalla guerra, non sono state mosse polemiche per quanto riconosciuto.
Tuttavia, proprio in virtù del principio di specificità delle forze armate e di polizia, si poteva, e doveva, fare il possibile affinché gli aumenti riconosciuti fossero già in busta paga. E invece no, anzi leggiamo che per i dipendenti delle funzioni centrali, per i quali manca ancora la firma del presidente della Repubblica sul testo dell’accordo, verrà fatto in modo di pagare aumenti e arretrati già nel mese di giugno.
Per il personale in divisa la situazione al momento è quella per cui sindacati di forze armate e di polizia stanno lavorando congiuntamente per provare ad affrettare i tempi, altrimenti c’è il rischio che gli arretrati possano slittare persino a dopo l’estate.
Una situazione indicibile, una mancanza di rispetto per chi ogni giorno serve il Paese.
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