Vaccino, seconda dose in vacanza: braccio di ferro tra Regioni e Governo

Vaccino, seconda dose in vacanza: braccio di ferro tra Regioni e Governo

Si attendono risposte per i richiami dei vaccini fuori regione per i vacanzieri. Sei governatori si dicono favorevoli, ma il generale Figliuolo per ora esprime solo le sue perplessità. Alcuni esperti propongono una soluzione.

Vaccino Covid: non ci sono ancora notizie certe da parte del Governo sulla gestione dei richiami qualora si decidesse di trascorrere un periodo di ferie in una regione diversa da quella di residenza.

Da un lato vediamo la volontà della politica di mantenere stabile il ritmo della campagna vaccinale in corso; dall’altro la spinta delle Regioni che desiderano incentivare il turismo. Due piatti di una bilancia che non sembra trovare il suo equilibrio. Facciamo il punto della situazione dando uno sguardo alle dichiarazioni sul tema da parte degli attori coinvolti.

Vaccini, seconda dose in vacanza: le dichiarazioni delle Regioni

Anche in assenza del lascia passare ufficiale, sei Regioni iniziano a farsi "propaganda" dichiarandosi pronte alla somministrazione della seconda dose ai turisti. È il caso del Veneto di Luca Zaia ma anche del governatore Attilio Fontana (Lombardia) che dichiara piena fiducia nella macchina organizzativa lombarda:

“Com’è stato di buon senso vaccinare tutte le persone che per motivi di studio e di lavoro si trovano in Lombardia, credo che si possa fare analogamente per chi è in vacanza".

Determinate anche Basilicata ed Emilia-Romagna che puntano tutto sull’afflusso turistico e certificano un’estate “Covid-free”. Nella lista infine troviamo Lazio e Sicilia.

Quest’ultima gioca la carta dell’ottimismo:

“Siamo pronti a fare le vaccinazioni anche negli stabilimenti balneari - afferma con estremo entusiasmo il presidente Nello Musumeci - Non ci dobbiamo mai fermare, neppure in estate”.

Le perplessità sul tema e le eventuali fonti normative

Questa calda ventata di ottimismo però viene presto raffreddata dalle parole di chi, come il generale Figliuolo, dovrebbe dirigere e supervisionare l’attuazione concreta degli ambiziosi piani. È proprio lui a mettere in guardia le Regioni su due questioni: la gestione del personale medico e le comunicazioni tra i sistemi sanitari locali.

La disparità di presenze sul territorio nazionale causate dagli spostamenti infatti potrebbero gravare eccessivamente su una regione piuttosto che su un’altra. Trasmettere invece tutte le informazioni per schedulare in anticipo le dosi “extra” potrebbe risultare complicato considerando le difficoltà già riscontrate con le prenotazioni ordinarie in alcune zone.

A chi potrebbe essere concessa la possibilità della seconda dose in vacanza

A fare da ago della bilancia fra queste posizioni c’è chi, come Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, invita a una ragionata via di mezzo.

L’esperto ha parlato ai microfoni di Adnkronos Salute:

"Se uno va via un mese è ragionevole pensare che la dose di richiamo gliela facciano nel paese dove spende tanto tempo. Se invece io vado una settimana in vacanza e la mia dose di richiamo cade proprio in quella settimana ci vuole maggiore elasticità: la faccio prima o dopo. Cerchiamo di essere maggiormente flessibili. L’obiettivo è vaccinare più persone possibili per arrivare a ottobre con il maggior numero di persone vaccinate".

Stando a queste parole insomma basterebbe usare il buon senso e avvalersi di questa ipotetica agevolazione solo in caso di necessità.

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