L’Unione Europea vuole addestrare i militari ucraini: cosa cambia per l’Italia?

L'Unione Europea vuole addestrare i militari ucraini: cosa cambia per l'Italia?

I ministri della Difesa dei 27 Paesi dell’Ue sono d’accordo per la missione militare di assistenza all’Ucraina.

L’Unione europea addestrerà i militari ucraini nella guerra contro Mosca. È quanto ha annunciato l’Alto rappresentante della politica estera della Ue Josep Borrell, affermando di essere giunti ad un accordo sulla missione di addestramento militare a Kiev e sulla necessità di “avviare un lavoro utile a definire i parametri di una missione militare di assistenza all’Ucraina”.

Una decisione che i 27 Paesi della Ue, Italia compresa, hanno assunto in virtù dello scenario internazionale che si sta vivendo.

La guerra in Ucraina è solo la punta dell’iceberg di tensioni che potrebbero tranquillamente toccare tutti gli Stati europei, qualora il Cremlino decidesse si estendere il conflitto oltre i confini della nazione governata da Volodymyr Zelensky e riuscisse nell’intento di tirare in mezzo al conflitto anche la Nato.

Quanto deciso dai ministri degli Difesa degli Stati membri è senza dubbio una svolta. Fino ad oggi solo alcuni avevano iniziato ad addestrare i soldati ucraini, come Germania e Paesi Bassi che formano i militari per l’uso degli obici Panzerhaubitze 2000, che sono forniti dagli stessi due Paesi.

Anche gli Stati Uniti ed il Regno Unito, oltre a fornire armi e sostegno economico, garantiscono l’addestramento.

Adesso anche l’Italia, in qualità di membro della Ue, dovrà specializzare i militari ucraini alla guerra contro la Russia che ha già espresso tutto il suo disappunto.

La Ue addestra i soldati ucraini

Posso affermare che tutti gli Stati membri si sono trovati chiaramente d’accordo ” sul tema della missione di addestramento militare a Kiev e non solo. “Si sono trovati d’accordo anche sulla necessità di avviare un lavoro utile a definire i parametri di una missione militare di assistenza all’Ucraina”.

Con queste parole l’Alto rappresentante della politica estera della Ue Josep Borrell ha comunicato, in una conferenza stampa a Praga, al termine dell’incontro con i 27 ministri della Difesa dei Paesi dell’Unione europea, la volontà di quest’ultima di addestrare le Forze armate ucraine, come stanno già facendo Stati Uniti, Regno Uniti, Germania e Paesi Bassi.

Quindi, non solo armi e aiuti economici, ma anche attività fattiva. Già prima dell’incontro si era giunti a questa conclusione.

Stando al documento informale che Borrell aveva fatto circolare tra le Capitali, l’Ue potrebbe offrire a Kiev di formare ufficiali, cecchini, sminatori e personale medico in uno o più dei suoi stati membri.

Il ruolo dell’Italia

Che ruolo avrà il nostro Paese nell’addestramento delle Forze armate ucraine? In qualità di membro della Ue, l’Italia dovrà fare la sua parte e prestare la propria professionalità militare per consentire ai soldati ucraini di affrontare il campo di battaglia al meglio. Tanto più la Forza armata è addestrata, tanto più sarà efficace la sua azione.

Poco prima dell’invasione russa, i ministri degli Esteri dell’Ue avevano già approvato i piani per addestrare i leader militari ucraini.

Nello specifico, i corpi armati europei avrebbero dovuto fornire agli ucraini consulenze per riformare la formazione degli ufficiali, che è ancora strettamente legata al periodo sovietico, cosa che rappresenta un limite dinanzi allo scontro con Mosca.

Lo sanno bene gli Stati Uniti che dall’inizio del 2015 e fino a gennaio 2022 hanno speso 126 milioni di dollari per addestrare oltre 23.000 militari ucraini. Le truppe ucraine si recano ora nei campi di addestramento installati in Polonia e in Germania, dove ricevono la preparazione necessaria all’utilizzo degli armamenti in arrivo.

Come riporta Treccani.it, queste attività sono indispensabili in quanto inviare attrezzature militari moderne senza avere personale in grado di utilizzarle non soltanto risulta inutile, ma è potenzialmente pericoloso per gli stessi soldati ucraini.

Appare chiaro come le missioni di addestramento dell’esercito ucraino condotte dagli istruttori dei Paesi Nato dal 2015 ad oggi hanno dato all’Ucraina la preparazione necessaria a resistere alle forze russe e poter continuare a sperare in una controffensiva; come ha riferito un ufficiale ucraino: “il più grande errore che hanno fatto i russi è stato darci otto anni per prepararci a questo”.

Il disappunto della Russia

Borrell ha dichiarato qualche giorno fa che quella che si sta consumando in Ucraina “non è una piccola guerra”, e che “10 milioni di ucraini hanno lasciato il loro Paese: è come se il 20% degli spagnoli avesse lasciato la Spagna”.

La proposta di addestrare i militari ucraini non è andata giù a Mosca, che ha riservato parole dure nei confronti dell’Ue: “L’Unione europea allestirà dei campi per addestrare terroristi e i militanti neonazi del regime di Kiev - ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova -. Anche cento anni fa gli europei non capirono subito cosa fosse il fascismo. Poi hanno capito ma era troppo tardi”.

Va da sé che le eventuali azioni diplomatiche sono congelate, lo si evince dall’ostracismo dimostrato da Gennady Gatilov, rappresentante della Russia presso l’Onu a Ginevra che ha detto senza mezzi termini: “Ora non vedo alcuna possibilità di contatti diplomatici. E più il conflitto va avanti, più difficile sarà trovare una soluzione diplomatica”.