Torna la leva obbligatoria in Europa, la terza guerra mondiale è vicina?

Torna la leva obbligatoria in Europa, la terza guerra mondiale è vicina?

Il conflitto in Ucraina ha spinto molti Paesi dell’Ue a reintrodurre la leva obbligatoria.

La leva obbligatoria è stata abolita in quasi tutti i Paesi della Nato, ad eccezione della Grecia, eppure in Europa si sta facendo strada prepotentemente la volontà di un ritorno della naja.

Sarebbe un passo indietro, rispetto a come sono concepite adesso le Forze armate, ovvero su base volontaria, senza contare l’ingente stanziamento di denaro per addestrare e fornire ai futuri militari vitto, alloggio ed equipaggiamento.

Eppure, la guerra in Ucraina ha ribaltato le carte e probabilmente il mondo, e l’Esercito Nato, così come l’abbiamo concepito fino ad adesso non sarà più possibile.

Torna quindi potente l’eco della proposta fatta dal presidente del Senato Ignazio La Russa di reintrodurre la mini-naja.

La pacifista Germania, con il neoministro della Difesa, il socialdemocratico Boris Pistorius ha rilanciato la leva obbligatoria, affermando che “ abolirla è stato un errore e potrebbe dimostrare l’importanza di queste istituzioni per il funzionamento della nostra società”, riporta Repubblica.

Parole che suonano familiari a quelle pronunciate non molto tempo fa dal Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, da sempre fan della reintroduzione della leva obbligatoria: “Penso che un anno di insegnamento delle regole, della buona educazione e dei doveri formerebbe dei buoni cittadini”.

Se l’Europa dovesse ripristinare la leva obbligatoria, potendo contare così su molto più personale in divisa di quanto ne abbia adesso e, di conseguenza, rinfoltire di molto l’Esercito della Nato, vorrà dire che la terza guerra mondiale è vicina?

E l’Italia continuerà con l’Esercito di volontari o cederà ad eventuali pressioni europee?

Forze armate Nato: perché così come sono non vanno più bene

Gli Eserciti di professionisti della Nato sono stati concepiti per missioni di pace. In contesti del genere bastano squadre altamente specializzate e contingenti ridotti.

Risultano poco adatti per battaglie combattute su un fronte di centinaia di chilometri. Repubblica cita un dato significativo. L’impegno italiano in Afghanistan ha visto il coinvolgimento di circa 4.000 donne e uomini, un singolo scontro nel Donbass vede schieramenti cinque volte superiori.

Le Forze armate dell’Alleanza Atlantica sono numericamente troppo piccole per fronteggiare, eventualmente, una guerra contro la Russia. Per questo motivo ed animati da questa preoccupazione, i governi e gli Stati Maggiori della Difesa europei si trovano davanti ad uno scenario che nessuno, men che meno loro, avrebbero mai creduto ventilabile.

La Nato pensa alla riserva numerosa

Come riporta Open.it, per l’Alleanza Atlantica la strada migliore, anziché l’esosa leva obbligatoria, sarebbe la creazione di una riserva numerosa, che consiste in personale addestrato e pronto ad entrare in azione con minimo preavviso. Così come accade con la Guardia Nazionale negli Stati Uniti.

In Gran Bretagna, 153mila professionisti e altri 75mila ex militari si esercitano per 27 giorni ogni anno.

La Francia possiede una riserva di 40mila uomini, la Germania di 30mila e la Polonia di ben 114mila.

E l’Italia? Il nostro Paese propone le “forze di completamento volontarie”, create con la sospensione della naja, quando l’organico della Difesa scese da 350mila a 150mila uomini, che al momento conta di 17mila riservisti.

Dove è stata reintrodotta la leva obbligatoria in Europa

Alla luce di quanto sta accadendo in Ucraina e di quello che potrebbe accadere anche altrove, i Paesi europei si stanno attrezzando.

Dopo 15 anni, la Lettonia ha reintrodotto il reclutamento obbligatorio. L’Olanda pensa ad un sorteggio sul modello della Svezia che ogni anno estrae a sorte 4-5mila diciottenni per una ferma che dura 11 mesi.

La Polonia, vista anche la sua posizione geografica ed essendo un Paese Nato che fa da barriera alla Russia, ha lanciato un programma di riarmo, e ritiene che i coscritti non servano: “Solo i russi usano i cittadini come carne da cannone”.

Le Forze armate italiane sono su base volontaria e al momento il ripristino della leva obbligatoria è da escludere, come ha anche ribadito il Ministro della Difesa Guido Crosetto nel discorso sul 2% delle spese per la Difesa.

Qualora si volesse reintrodurre la leva, si dovrebbe cambiare la legge e attrezzare strutture e personale per l’accoglienza dei nuovi soldati.