Paola Gentile - 29 settembre 2022
Terza guerra mondiale, non c’è solo la Russia: ecco da dove arriva la minaccia
La Corea del Nord approva la legge che autorizza gli attacchi nucleari preventivi.
La minaccia di una terza guerra mondiale potrebbe non provenire solo dalla Russia. Sebbene l’abbia più volte annunciato, Vladimir Putin non ha ancora sfoderato il suo arsenale nucleare (e meno male). Ma i venti che si agitano ad est non rassicurano per nulla l’Europa, alle prese con mille problemi da affrontare e con Paesi che pare non vedano l’ora di scatenare una guerra atomica.
Uno su tutti, la Corea del Nord di Kim Jong-un, avvezzo ai test nucleari e fiero dell’approvazione della nuova legge che autorizza l’attacco nucleare preventivo.
“Siamo potenza atomica, è irreversibile” ha dichiarato il dittatore. Il testo della legge rende impossibili i colloqui sulla denuclearizzazione e demanda solo a lui la facoltà di decidere su quando innescare una guerra nucleare.
Terza guerra mondiale: il caso Corea del Nord
Con l’approvazione della legge che autorizza l’attacco nucleare preventivo, la Corea del Nord lancia l’ennesima minaccia al mondo, proprio adesso che la guerra in Ucraina sta imperversando, con innumerevoli ripercussioni sull’Occidente.
La parola “irreversibile” che campeggia nel testo approvato dall’Assemblea Suprema del Popolo rende l’esercito coreano autorizzato ad eseguire automaticamente attacchi nucleari contro le forze nemiche se il Paese, obiettivi strategici e il suo leader vengono minacciati, anche in caso di attacchi non nucleari, mettendo l’accento su quei “segnali di attacco imminente” che consentono al Maresciallo di colpire “preventivamente” le “forze ostili”. Insomma: un’autorizzazione in piena regola a fare la guerra.
Un documento che chiude ogni possibile discussione sui colloqui di denuclearizzazione di Pyongyang. “Non ci sarà mai alcuna dichiarazione di rinuncia alle nostre armi nucleari o di denuclearizzazione, né alcun tipo di negoziato o contrattazione”, le parole del Supremo riportate dal quotidiano di Stato Rodong Sinmun.
La nuova legge si impegna a non minacciare gli Stati non dotati di armi nucleari a meno che questi non si uniscano a un Paese dotato di armi nucleari per attaccare il Nord. Tuttavia, le circostanze dell’applicazione restano ambigue e di non facile leggibilità.
Il lancio del nuovo missile
Non ci sta a passare in secondo piano il leader della Corea del Nord Kim Jong-un che, nei giorni scorsi, ha lanciato un missile balistico che ha volato per 18 minuti, compiendo una parabola di 600 chilometri, a velocità Mach5, a circa 6mila km orari.
Si è trattato di un chiaro segnale verso gli Stati Uniti, presenti nel porto sudcoreano di Busan con la portaerei Ronald Regan, oltre a rappresentare il personale benvenuto di Kim alla vicepresidente americana Kamala Harris. in visita in Corea del Sud. I 600 chilometri del volo del missile sono la distanza che separa la base nordcoreana da Busan.
Kim ha giurato che la Corea del Nord resterà una potenza nucleare finché esisterà l’imperialismo. Al momento, lo Stato possiede, stando ai dati di Washington, 60 ordigni nucleari e la capacità per costruirne altri 6 all’anno.
Asse Pyongyang-Mosca
Che Kim sia andato a lezione da Putin sul tema nucleare è fuori di dubbio. Già nel 2022 in un documento rivisitato vi era contenuta la dottrina nucleare russa. Il Maresciallo nordcoreano ne ha assorbito le caratteristiche principali quali:
- L’uso di armi nucleari da parte del Cremlino è possibile in caso di aggressione, ma anche in caso di minaccia dell’esistenza dello Stato, della sovranità e dell’integrità territoriale del Paese.
Se gli obiettivi di Putin di spaventare l’Occidente con la minaccia nucleare dovessero andare in porto, allora a quel punto Kim potrebbe puntare anch’egli sullo spauracchio del nucleare per perseguire i suoi scopi strategici.
A suffragare la tesi di un possibile asse Pyongyang-Mosca, c’è il diniego della Corea del Nord a dare all’intelligence americana il rapporto secondo cui i nordcoreani stanno vendendo milioni di proiettili di artiglieria e razzi a Mosca: “Non abbiamo mai esportato armi o munizioni in Russia prima e non prevediamo di esportarle” ha dichiarato un alto funzionario del Ministero della Difesa nordcoreano.
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