Superbonus, ecco cosa devi sapere se ne hai usufruito: così i controlli del Fisco

Superbonus, ecco cosa devi sapere se ne hai usufruito: così i controlli del Fisco

I controlli preventivi sono immediati, mentre quelli consuntivi tra 5 anni. Chi non è in regola rischia pesanti sanzioni.

I furbetti del Superbonus 110% e dei bonus di ristrutturazione casa hanno i giorni contati.

A partire dal 1° novembre 2021 sono iniziati i controlli preventivi per verificare se coloro i quali hanno chiesto ed ottenuto le detrazioni fiscali previste dai bonus hanno realizzato o completato opere edilizie nei tempi e nei modi stabiliti dalla legge.

Chi ne ha fatto richiesta e ne ha ottenuto il placet ha potuto usufruire del Superbonus per ristrutturare un edificio e ricevere un’agevolazione sotto forma di credito d’imposta o sconto in fattura per l’intero ammontare della spesa sostenuta, più un 10% extra.

I bonus edilizi sono stati concepiti per rilanciare l’economia di settore gravemente fiaccata dalla pandemia e per favorire l’incremento del risparmio energetico, con l’ausilio dei moderni mezzi green. Però, come spesso accade nel nostro Paese, la situazione è sfuggita di mano.

La cessione dei bonus e gli sconti in fattura hanno dato vita ad un numero cospicuo di frodi, definite dal premier Mario Draghi e dal Ministro dell’Economia, Daniele Franco, “tra le più grandi che questa Repubblica abbia mai visto”.

Per questo motivo, lo Stato è corso ai ripari. Tramite il decreto del 15 aprile 2022 è stato costituito un comitato di monitoraggio del settore edile, al fine di verificare:

  • Come sono stati eseguiti i lavori;
  • Le spese affrontate;

per individuare se chi ha usufruito del bonus ha commesso o meno una frode. Da qui, sono scattati i controlli preventivi immediati da parte del Fisco, che andranno a sommarsi a quelli fiscali, o consuntivi, che avverranno tra 5 anni.

Superbonus: in cosa consistono i controlli preventivi

Il decreto-legge del 15 febbraio 2022, n. 13, ha posto un limite al numero di cessioni possibili per il credito d’imposta maturato dal Superbonus 110% e dal bonus ristrutturazione casa, avviando i controlli preventivi a partire dal 1° novembre 2021.

Dal momento dell’invio della comunicazione dell’avvenuta cessione del credito, l’Agenzia delle Entrate ha 5 giorni lavorativi di tempo per sospendere, per un massimo di 30 giorni, gli effetti delle comunicazioni delle cessioni inviate all’Agenzia, per favorire i controlli preventivi. La ricevuta di sospensione è inviata telematicamente a chi ha trasmesso la comunicazione. Nel caso sia stato un intermediario, il beneficiario potrebbe non essere subito informato che la cessione è stata sospesa.

Da questo momento in poi, i funzionari hanno 30 giorni di tempo per i dovuti accertamenti. Se questi risulteranno negativi, allora si procederà allo sblocco della sospensione. In caso contrario la comunicazione verrà rifiutata.

Se si dovesse essere tra coloro i quali si sono visti scartare la domanda, si può richiedere all’Ufficio preposto, un riesame della propria situazione. Se il riesame darà esiti positivi, la domanda verrà sbloccata.

Superbonus: in cosa consistono i controlli consuntivi

I controlli consuntivi sono quella tipologia di accertamenti che avviane tra qualche anno, nello specifico tra 5 anni.

Oltre ai controlli preventivi ad opera dell’Agenzia delle Entrate, il Fisco attua anche quelli consuntivi al fine di verificare se è tutto in regola. Pertanto, il Fisco opererà seguendo due strade:

  • Il controllo della detrazione del 110% come appare nella dichiarazione dei redditi, che in caso di irregolarità verrà recuperata con avviso di accertamento (la cartella deve essere notificata, pena il decadimento, entro il 31 dicembre del quarto anno successivo alla dichiarazione incriminata);
  • Il controllo dei crediti ceduti, che saranno richiesti con atto di recupero. L’esito del controllo, in questo caso, prevede atti di recupero emanati in base alle disposizioni dell’articolo 1, commi 421 e 422, della legge 311/2004.

Con la legge di Bilancio 2022 si è stabilito che l’atto di recupero potrà essere impiegato per l’utilizzo improprio delle opzioni dello sconto in fattura e della cessione del credito relative ai vari bonus edilizi.

L’atto di recupero deve essere notificato, pena la decadenza, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo alla dichiarazione.

Il controllo della documentazione dovrà accertare che:

  • Ci sia stato il rispetto delle tempistiche previste;
  • Ci siano le certificazioni energetiche;
  • Ci sia l’attestazione del doppio salto di classe energetica.

Inoltre, l’Agenzia delle Entrate potrà richiedere il supporto di organi esterni di controllo, come ad esempio l’Enea che fornirà ulteriori chiarimenti.

L’Ente procederà al controllo di almeno il 5% delle asseverazioni tecniche annuali presentate, (di cui il 10% di queste con sopralluoghi sul posto), secondo quanto stabilito dal decreto Asseverazioni del 6 agosto 2020.

Superbonus: cosa rischia chi ha frodato

Se dai controlli preventivi emerge che c’è stata della frode, le sanzioni applicate riguarderanno prevalentemente il tecnico che firma e attesta che i dati riportati sono esatti, quando nella realtà sono truccati ad arte per frodare il Fisco e intascare il bonus.

Sulla base dei controlli preventivi, la multa che il tecnico rischia può arrivare fino a 100mila euro. A questi si aggiunge anche la pena detentiva pari a 5 anni, che aumenta se viene accertato il dolo.

Per il beneficiario sono escluse sanzioni penali. Mentre, la decadenza del beneficio fiscale e la conseguente restituzione dell’intero importo, maggiorato per via degli interessi, di cui si è usufruito, avviane nel caso in cui si riscontrano delle irregolarità che consistono nell’omissione di fatti senza presenza di dolo.

Per quanto riguarda i fornitori e i soggetti cessionari, questi rispondono solo per l’eventuale utilizzo del credito di imposta in maniera irregolare.

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