Stato di emergenza prorogato dopo il 31 marzo: perché è ancora possibile

Stato di emergenza prorogato dopo il 31 marzo: perché è ancora possibile

C’è già chi parla di "freedom day" e pregusta l’abbandono delle restrizioni imposte per lo stato di emergenza: ma siamo davvero fuori pericolo?

Grazie al decreto riaperture del governo, il 1° aprile è già stato nominato come il “freedom day”. Da quel giorno, infatti, alcune delle molte attività interrotte a causa dell’emergenza potranno riprendere senza restrizioni. Sono soprattutto le attività legate al turismo: ristoranti, hotel, piscine, siti culturali, avranno un maggior respiro, questo per incentivare i turisti a tornare in Italia nei periodi di vacanza, a Pasqua e nella prossima estate.
 
Ma facciamo attenzione, perché uno stato di emergenza è ancora possibile.
 
Vediamo meglio come. 

Perché è ancora possibile uno stato di emergenza?

 Molti non ci pensano più: distratti dall’idea di tornare alla tanto agognata normalità e con i dati che annunciano che il numero dei ricoverati continua a scendere, molte persone sono convinte che lo stato di emergenza stia per trasformarsi in un ricordo.

Ma è meglio abbandonare fin da subito tale convinzione e continuare a prestare la massima cautela. Negli ultimi giorni, infatti, i contagi e l’indice Rt sono tornati a salire. Il fisico Giorgio Sestili, che analizza e monitora l’andamento epidemico di Sars-CoV-2, annuncia che soprattutto in Umbria, in Calabria, in Molise e in Valle D’Aosta il virus è in crescita.

Il fatto è che è tutto aperto e stiamo meno attenti, ma ancora c’è molto virus in giro, siamo ancora a marzo e fa freddo”, dice Sestilli.

Bisogna continuare a stare attenti e allontanarsi dallo stato di emergenza in modo graduale. Il ministro Speranza, per esempio, è contrario all’eliminazione tout court del green pass, soprattutto sul lavoro. Eliminare la certificazione verde significherebbe, tra le altre cose, abbandonare lo smart working per tornare a lavorare in sede, quindi verrebbe meno la distanza di sicurezza in molti luoghi e si creerebbero assembramenti pericolosi. 

La proposta del ministro della Salute è quella di un piano che allenti le restrizioni in modo graduale. Per esempio, l’obbligo di green pass sul lavoro potrebbe essere mantenuto, ma solamente per gli over 50 e nella forma base.

Cosa ne sarà dello stato di emergenza

Per il momento, nonostante un primo accenno di risalita dei contagi, il ministro Speranza non sembra valutare l’ipotesi di una proroga dello stato di emergenza oltre il 31 marzo. Tuttavia, come detto sopra, questo non vorrebbe dire che dal 1° aprile ci sarà un libera tutti, anche perché alcune misure - vedi il green pass - verranno mantenute.

Di fatto, dire addio allo stato di emergenza vorrà dire semplicemente abbandonare la figura del commissario straordinario, quel generale Figliuolo che comunque potrebbe restare sotto altre vesti.

Tuttavia, come spiegato dal Messaggero, non è nemmeno da escludere a priori che in caso di ulteriore aumento dei contagi possa esserci una nuova proroga dello stato di emergenza. Nei vari staff governativi che stanno lavorando intorno a quello che viene chiamato dossier Covid, infatti, non viene scartata a priori la possibilità di andare oltre la scadenza del 31 marzo qualora necessario.

Green pass rimodulato: che cos’è e perché rimane?

Dal 31 marzo dunque il green pass non andrà dimenticato, ma verrà rimodulato in base ai dati epidemiologici.

Nei prossimi giorni il governo emanerà un decreto con un cronoprogramma e dal 1° aprile, come abbiamo già accennato, inizierà una fase di allentamento graduale delle misure restrittive. In questa prima fase, la certificazione verde non verrà abbandonata, ma si trasformerà in un green pass rimodulato.
 
Dal 1° aprile, secondo il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, il green pass non sarà più necessario per le attività all’aperto: non servirà per sedersi nei tavolini esterni dei locali, per assistere a spettacoli o eventi all’aria aperta, né per visitare mercatini e fiere. 
 
Resta invece l’obbligo vaccinale per gli over 50, fino al 15 giugno prossimo, comprensivo della sanzione di 100 euro per chi non si è vaccinato. Secondo il sottosegretario, il mantenimento di tale regole è fondamentale per garantire a tutti, anche agli over 50, di tornare alla normalità nel lungo termine. In questo modo, come prima cosa, si potrebbe tornare al lavoro con il green pass base, anziché quello rafforzato, facendo il tampone rapido ogni due giorni. 
 

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