Sergey Razov: chi è l’ambasciatore russo in Italia e cosa ha detto sulla guerra

Sergey Razov: chi è l'ambasciatore russo in Italia e cosa ha detto sulla guerra

L’ambasciatore russo Sergey Razov a Roma per una deposizione in tribunale. La Russia si preoccupa delle armi italiane in Ucraina e della propaganda anti-Putin. Ecco cosa ha detto l’ambasciatore.

L’ambasciatore russo è preoccupato per l’invio di armi italiane in Ucraina, ma non solo.

Sergey Sergeevich Razov, ambasciatore della Federazione russa in Italia, dopo essersi recato in procura per denunciare un articolo su La Stampa contro il presidente Vladimir Putin, ha improvvisato una vera e propria conferenza stampa con i cronisti, dando sfogo alla delusione del suo Paese nei confronti dell’Italia.

Dopo aver ricordato gli aiuti forniti dalla Russia durante la prima ondata del Covid-19 in Italia, l’ambasciatore ha liquidato così il discorso: “Abbiamo teso una mano di aiuto agli italiani e se qualcuno vuole mordere questa mano ciò non fa onore”.

Dure anche le parole scagliate contro il Governo che ha deciso di sostenere e inviare armi in Ucraina. Armi che uccideranno militari russi. Ecco, quindi, chi è e cosa ha detto Razov sulla guerra in Ucraina e sui rapporti con l’Italia.

Sergey Razov: chi è l’ambasciatore russo in Italia?

Sergey Sergeevich Razov è un nome ormai conosciuto in Italia, almeno dalla politica, meno dall’opinione pubblica. Da più di otto anni Razov si trova in Italia come Ambasciatore. Eppure, sono in molti a chiedersi ancora chi sia e quale sia stata la sua carriera nel mondo della politica.

Dopo essersi laureato nel 1975 presso l’Istituto statale di relazioni internazionali di Mosca del Ministero degli affari esteri dell’Urss, ha conseguito un dottorato in Economia. Razov è famoso per essere anche autore di numerosi saggi e pubblicazioni scientifiche.

L’attuale ambasciatore russo ha intrapreso la sua carriera da diplomatico nel 1990, sotto l’Unione sovietica, spostandosi in diversi Paesi dall’Indocina alla Polonia, alla Cina. Fino a oggi Razov ha ottenuto diversi riconoscimenti e onorificenze dal suo Paese per il lavoro “coscienzioso” svolto in politica estera. Dal 2013 ricopre il ruolo di Ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Federazione Russa presso la Repubblica Italiana e la Repubblica di San Marino.

L’ambasciatore ha quindi lavorato con i governi Letta, Renzi, Gentiloni, Conte e adesso con Draghi. “Abbiamo fatto di tutto per costruire i ponti, sviluppare e rafforzare la collaborazione in campo economico e in altri campi”, ha sottolineato Razov esprimendo rammarico per i passi indietro compiuti dall’Italia.

Sergey Razov, rapporti Russia-Italia: ecco cosa ha detto l’ambasciatore

Alle nove di questa mattina, dopo aver letto attentamente un articolo pubblicato su La Stampa il 22 marzo, l’Ambasciatore Sergey Razov ha deciso di intervenire, recandosi in procura per depositare un esposto che ipotizza istigazione a delinquere e apologia di reato.

Giunto in piazza Clodio, Razov ha deciso di parlare apertamente con i giornalisti italiani, confessando la propria amarezza davanti a una vera e propria “caccia alle streghe” e utilizzando aspre parole contro il Governo. Dopo aver ricordato i rapporti che hanno sempre legato Italia e Russia, l’ambasciatore ha quindi voluto esprimere la preoccupazione del proprio Paese davanti alla decisione dell’Italia di inviare armamenti all’Ucraina.

Gli armamenti italiani saranno usati per uccidere cittadini russi. Voglio ricordare che la decisione è stata presa quando è iniziata la prima tappa delle trattative: i fucili vengono distribuiti non solo tra i militari, ma anche tra i cittadini e non si capisce come e quando saranno usati.

In conclusione, Razov ha voluto fare un parallelo con ciò che è accaduto in Afghanistan, ricordando come le armi siano poi finiti nei paesi confinanti e come questo abbia costituito e tutt’ora costituisce un pericolo in Medi Oriente.

Ribadendo i legami di stima e amicizia, l’ambasciatore della Federazione Russa ha poi ricordato come solo due anni fa l’esercito russo fosse stato accolto durante l’epidemia di covid, affermando che dopo aver teso una mano di aiuti agli italiani, “provare a mordere questa mano” non fa onore al paese, rammaricandosi di una vera caccia alle streghe.

Eppure, Razov mantiene aperta una porta: quella della normalizzazione della situazione con l’Italia, ricordando che se le crisi “vanno e vengono” ciò che rimane sono gli interessi nazionali: “Io credo che l’interesse chiave del popolo Russo e di quello italiano è mantenere questo rapporto”.

Sergey Razov: ecco cosa ha detto sulla guerra in Ucraina

Non ha potuto non esprimere la propria posizione sulla guerra. Razov, a chi chiede quando terminerà la guerra, ha voluto rispondere in modo coinciso: prima finirà meglio sarà. L’ambasciatore ha voluto ricordare alla stampa italiana che sono attualmente in corso le trattative tra la delegazione russa e quella Ucraina, e spera in un esito positivo.

Razov ha poi voluto esternare il proprio rammarico per la sofferenza dei civili ucraini, ma non ha potuto non ribadire che si tratta dello stesso sentimento che lui - e l’intera Russia - ha provato negli ultimi 8 anni per ciò che accadeva in Donbass: “Sapete che sono morte 14 mila persone tra cui tantissimi bambini? Hanno passato anni nei sotterranei”.

Ha poi aggiunto che i comandi del presidente Putin prevedono di attaccare solo siti militari, e ha poi commentato aspramente: “Quando volete entrare in dettaglio dovreste sentire ambedue le parti, non solo le notizie divulgate dalla parte Ucraina”.

Secondo Razov, infatti, i media di tutto il mondo guardano alla situazione di Mariupol seguendo solo ciò che è stato riferito dalla propaganda ucraina, non ascoltando o dando credito alle parole della Russia. Eppure Razov dovrebbe ricordare che in tempi di guerra la propaganda proviene da entrambi i fronti, dal Paese invaso e soprattutto da quello che invade.