Paola Gentile - 4 aprile 2022
Polizia di Stato: niente arretrati per il personale in pensione, le motivazioni del Governo
Gli arretrati quinquennali per il personale già in quiescenza al 31 dicembre 2021 non verranno erogati.
Con la circolare INPS n. 44 del 2022 venivano disposte nuove regole per il calcolo della pensione del personale della Polizia di Stato, ancora in servizio o in quiescenza.
Ebbene, dal nostro approfondimento di qualche giorno fa, è emersa la decisione della Corte dei conti che, a Sezioni riunite, si era espressa sull’interpretazione dell’art. 54 del Dpr n. 1092/1973 in materia di calcolo della pensione, chiedendo che l’INPS disponesse l’innalzamento dell’aliquota per il calcolo pensionistico al 2,44%, rispetto al 2,33% utilizzato fino a quel momento.
Tale aliquota viene applicata per ogni anno di anzianità utile maturato sino al 31 dicembre 1995, mettendo in pratica l’art. 1, comma 101, della Legge di Bilancio 2022 (n. 234/2021), purché l’anzianità sia inferiore ai 18 anni e l’aliquota verrà applicata a quei contributi accreditati entro il 31 dicembre 1995, e riguarderà solo la quota di pensione calcolata con il sistema retributivo, dal momento che dal 1° gennaio 1996 scatta il sistema pensionistico con il calcolo contributivo.
La disposizione entra in vigore dal 1° gennaio 2022 e, come specificato dall’Istituto di Previdenza verrà applicata sia alle prestazioni liquidate a decorrere dal 1° gennaio 2022 che alle prestazioni liquidate entro il 31 dicembre 2021, per il personale già in pensione non verranno corrisposti arretrati per i ratei maturati prima del 1° gennaio 1996 e già in quiescenza al 31 dicembre 2021.
Niente arretrati per il personale in pensione: la decisione del Governo
Il Governo ha stabilito che la corresponsione degli arretrati quinquennali per il personale delle Forze di Polizia ad ordinamento civile, già in pensione al 31 dicembre 2021, non avverrà.
Su questo l’INPS era stato molto chiaro, specificando che la norma non è retroattiva per il personale della Polizia di Stato e Penitenziaria, a differenza invece di quello militare e delle categorie equiparate.
Niente arretrati per il personale in pensione: le critiche del mondo politico
L’Onorevole Manuel Tuzi, capogruppo del Movimento 5Stelle in Commissione Cultura a Montecitorio, si è espresso duramente contro la decisione del Governo di non “riconoscere gli arretrati sulle pensioni riliquidate con il coefficiente di rendimento del 2,44% anche alle forze di polizia ad ordinamento civile (cioè Polizia di Stato e Penitenziaria)”, presentando un’interrogazione parlamentare al Ministero dell’Interno, contro le disposizioni contenute nella circolare n.44/2022 dell’INPS.
Come abbiamo già spiegato, il diritto alla riliquidazione per gli assicurati in possesso di un’anzianità inferiore a 18 anni al 31 dicembre 1995, è a decorrere dal 1° gennaio 2022, data di entrata in vigore della Legge di Bilancio, non riconoscendo la corresponsione degli arretrati maturati per il personale delle Forze di Polizia già in quiescenza al 31 dicembre 2021.
“La recente circolare INPS comprende unicamente le pensioni maturate dal 1° gennaio 2022, escludendo il diritto alla corresponsione degli arretrati quinquennali previsto invece per le forze di polizia ad ordinamento militare creando, a tutti gli effetti, una disparità di trattamento. In legge di bilancio 2022 era stato equiparato il trattamento pensionistico delle Forze di Polizia ad ordinamento civile e militare prevedendo anche uno stanziamento a copertura degli oneri”.
Con la circolare INPS “si attua una nuova e inaccettabile differenziazione tra il trattamento pensionistico dei militari e quello civili, nonostante siano tutti inquadrati sotto lo stesso comparto di sicurezza e difesa” ha proseguito l’On. Tuzi, discriminando “una parte molto significativa di chi si mette a servizio dello Stato sacrificando anche la propria incolumità per garantire la sicurezza dell’intera società”.
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