Piano contro attacchi nucleari realizzato dal ministero della Giustizia: siamo in pericolo?

Piano contro attacchi nucleari realizzato dal ministero della Giustizia: siamo in pericolo?

Una serie di regole di comportamento per far fronte alle minacce biologiche, chimiche e radiologiche.

Con “Piano nazionale per eventi con armi o agenti di tipo chimico, biologico, radiologico o nucleare” varato dal ministero della Giustizia e consegnato ai vertici della magistratura italiana, a cominciare dai capi della Cassazione, affinché lo rendano attuabile, quello che per mesi abbiamo cercato di inserire nella casella delle “cose che non sarebbero mai successe” diventa prepotentemente realtà: la guerra nucleare.
Toccherà al prefetto, con i vertici della magistratura, rendere concreta la protezione e attuare il Piano.

Neppure ai tempi del terrorismo o degli attentati di mafia “mi era capitato di leggere una cosa del genere” è uno dei commenti più ricorrenti dei magistrati che si sono approcciati alla lettura del documento, circa dodici pagine, ma che pesano come macigni in quella che è la vita di tutti i giorni, potenzialmente funestata dalla “minaccia radiologica” con la diffusione di “materiali radioattivi in grado di arrecare danni biologici all’uomo”.

Va detto, però, che il Piano non dice che il pericolo c’è già, né i che i nostri palazzi di giustizia debbano temere alcunché, ma come si dice in questi casi “prevenire è meglio che curare” e il solo pensiero che la guerra nucleare “arrivi nella mia stanza non può certo farmi stare sereno”, ammette un altro magistrato romano e la cosa, di certo, non fa stare tranquillo nessuno di noi.

Il pericolo non c’è, è vero, ma potrebbe esserci e basta già questo per seminare il panico e l’angoscia.
Ma sì sa, se le cose si conoscono si comprendono meglio. Perciò, capiamo bene in cosa consiste il Piano e quali misure occorre adottare in caso di attacchi nucleari.

Piano contro attacchi nucleari: in cosa consiste?

Come riporta La Stampa, la circolare inviata dal ministero di Giustizia anche ai magistrati del tribunale di Roma, ha gettato nello scompiglio le toghe e non solo. La scansione del documento indica:

  • Tipologia della minaccia;
  • Procedure d’intervento;
  • Regole di comportamento legate al tempo di esposizione agli attacchi nucleari;

poiché potrebbe esserci la diffusione nell’ambiente di agenti “biologici quali virus, batteri, funghi, tossine, che sono in grado di causare malattie mortali per gli esseri viventi”.

Nell’atto si legge:

“tenuto conto delle informazioni e delle valutazioni effettuate dalle agenzie di intelligence e dagli altri enti istituzioni preposti, il piano di difesa ipotizza eventi con agenti di tipo chimico, biologico, radiologico, nucleare quest’ultimo per il solo Fall out”.

La procedura riguarda un attacco terroristico con “aggressivi chimici, non previsto e di cui all’inizio non si conoscono le modalità di rilascio e il tipo di agente”, i cui effetti dipendono principalmente dalla dose di radiazioni assorbite dai soggetti coinvolti.

Questa tipologia di attacco può comportare danni gravi ed immediati a carico degli “esposti, a differenza degli attacchi di tipo Biologico e Radiologico i cui effetti si presentano invece dilazionati nel tempo”.

Il Piano stabilisce anche le regole comportamentali da adottare in caso di agenti “Chimici-Biologici-Radiologici-Nucleari-esplosivi”.

Piano contro attacchi nucleari: le regole da attuare

Abbiamo accennato alla presenza nel Piano di una sorta di vademecum per evitare il rischio di possibili radiazioni dovute agli attacchi nucleari, mettendo in atto 4 regole:

  • Cercare riparo al centro di una stanza priva di finestre. Il luogo ideale che può essere considerato sicuro dal pericolo di radiazioni Gamma è quello in cui non è possibile la ricezione di trasmissioni radio in modulazione di frequenza;
  • Se possibile, riscaldare la stanza in quanto l’aria calda determina pressioni positive e ostacola la penetrazione dei contaminati;
  • Usare le risorse disponibili per proteggere i polmoni e difendere il corpo dalle radiazioni muovendosi dietro un muro;
  • Chiudere gli accessi d’aria, ivi comprese le fessure degli infissi, anche con metodi speditivi (carta, nastro adesivo…).

Vero è che nel momento infausto in cui si è vittima di un attacco nucleare avere il sangue freddo per mettere in pratica le regole è molto più complesso delle regole stesse.

Se i togati romani non nascondono il panico, “Faccio il magistrato da molti anni, ma una cosa del genere non l’avevo mai letta”, diverso è l’atteggiamento degli omologhi milanesi, il cui Piano resta nelle mani dei capi, dal momento che si tratta pur sempre di fogli riservati.

Il documento stabilisce che ciascuna Amministrazione, sulla base delle proprie competenze istituzionali, dovrà rendere operativi i provvedimenti adottati da parte degli organi di governo.

Affinché si possa coordinare gli interventi, sarà necessario “attivare sale operative idonee a costituire cellule di comando e di collegamento con gli organismi istituzionali preposti alle esigenze della crisi”.