Perché aumenta il prezzo di luce e gas

Perché aumenta il prezzo di luce e gas

Le ragioni dietro l’impennata del costo di luce e gas e cosa accadrà dal 1° ottobre in Italia.

I rincari sulle bollette di luce e gas sono una vera e propria piaga per le famiglie italiane alle prese con la crisi e con la difficoltà, sempre maggiore, di far quadrare i conti.

Come se non bastasse, le fughe dai gasdotti Nord Stream 1 e 2 hanno provocato un’impennata del costo del gas che in poche ore ha raggiunto la vetta di 210 euro megawattora. Inoltre, dal 1° ottobre, i cittadini italiani vedranno raddoppiarsi le bollette del +178%, arrivando a pagare in un anno fino a 3.454 euro.

L’unico argine potrebbe essere quello di fissare il tetto europeo al prezzo del gas, per cercare di limitare i danni. Ma potrebbe essere una goccia nel mare di paura che la Russia interrompa per un lungo periodo le forniture di gas in tutta Europa, motivo che fa aumentare il costo.

L’inverno si avvicina e la situazione non è delle più rosse. Vediamo cosa ci aspetta e soprattutto cerchiamo di capire le ragioni dell’aumento del prezzo di luce e gas.

Cosa cambia dal 1° ottobre

Il mese di ottobre potrebbe rivelarsi fatale per le finanze degli italiani che dovranno fronteggiare i rincari dovuti all’aumento del prezzo di luce e gas. Dal 1° ottobre, infatti, il calcolo del costo per le forniture gas del mercato non sarà più agganciato a quello europeo, ma bensì al Punto di Scambio Virtuale italiano (PSV).

Il nuovo sistema di calcolo permetterà di aggiornare le tariffe su un prezzo attuale, mensilmente e non più ogni tre mesi. Questo nuovo sistema, stando ai ragionamenti dell’IRCAF (Istituto Ricerche-Consumo-Ambiente-Formazione) porterà ad un inevitabile aumento del costo delle bollette.

In particolare, l’aumento esorbitante è previsto per coloro i quali non hanno sottoscritto un contratto nel mercato libero a prezzo fisso bloccato dai rincari fino a maggio 2023, come stabilito dal decreto Aiuti.

Il nuovo calcolo, che partirà il 1° ottobre, proseguirà almeno fino a gennaio 2023, quando dovrebbe concludersi la fase di tutela. I contribuenti potranno vedere dei vantaggi sono nel caso in cui a livello europeo venisse stabilito il tetto al prezzo del gas e in generale il meccanismo permetterà di non trasferire al consumatore i costi di copertura del rischio.

Le percentuali dell’aumento

L’IRCAF ha indicato che la stima dell’aumento può arrivare a +142% per bollette del gas e sul costo dell’energia. L’Istituto evidenzia che la spesa minima annua di una famiglia nei primi tre mesi del 2022 è stata di circa 1.382 euro; sulla base di un’impennata dei costi, la cifra potrebbe arrivare tranquillamente fino a 3.454 euro in un anno, con un aumento del +178%.

Cifre astronomiche che metterebbero in ginocchio i contribuenti e non si parlerebbe più di aumento ma di un vero e proprio raddoppiamento del costo di luce e gas.

Perché aumentano i costi di luce e gas

Dietro l’aumento vertiginoso c’è senza dubbio la crisi dovuta alla guerra in Ucraina e la conseguente stretta di Vladimir Putin sul gas, dopo le sanzioni imposte dall’Ue. La dipendenza/asservimento europeo nei confronti del gas russo ha portato a questa situazione, facendo schizzare i prezzi verso l’alto.

Nonostante si siano cercate strade alternative, vedi gli accordi italiani in Algeria, non basteranno a colmare il fabbisogno italiano come pure quello degli altri Paesi europei. Senza contare che il gas russo costa di meno e ce n’è molto.

Quindi, se per quest’anno riuscissimo a farcela, in seguito, le cose si complicherebbero seriamente se la guerra non dovesse cessare.

L’unica via d’uscita sarebbe puntare sulle rinnovabili, trovare altre fonti di energia e come sostengono alcuni partiti avviare le trivellazioni nel mar Adriatico o investire sul nucleare pulito o sul rigassificatore.

Sebbene siamo valide alternative, i tempi di realizzazione di progetti simili sono estremamente lunghi e laboriosi. Le soluzioni servono subito, stiamo andando incontro all’inverno, e il rischio di dover spegnere la luce o il gas anzitempo, sia per la poca erogazione sia per il costo, potrebbe essere davvero invalidante.

Le cifre

Fino al 30 settembre, il costo dell’energia è fissato a 0,41 euro al kilowattora. Dal 1° ottobre può arrivare a 0,70 euro in caso di aumento. Quindi, un rapido confronto tra la spesa del 2020 e quella del 2022 stabilisce che l’aumento di luce e gas si attesta intorno al +178%, con un costo annuo per le famiglie italiane di 3.454 euro.

Le conseguenze delle fughe di gas del Nord Stream

Proprio nel momento in cui i prezzi erano un minimo scesi, le due perdite di gas dal Nord Stream 1 nel mar Baltico e le fughe sul Nord Stream 2 fanno riaccendere la tensione sul prezzo. Costruito per raddoppiare il flusso di gas dalla Russia alla Germania ma che non è mai entrato in funzione, a causa della invasione russa in Ucraina, il Nord Stream 2 avrebbe potuto rappresentare un viatico alla penuria di gas.

Alla notizia delle fughe di gas, il mercato ha reagito con un aumento del prezzo del gas. Il Ttf di Amsterdam, riferimento per il mercato del Vecchio continente, risale dopo quattro giorni di cali: alla fine della giornata borsistica s’impenna a 210 euro al megawattora, in rialzo del 21% per il contratto con scadenza a ottobre.

Repubblica riporta come il prezzo sia reduce da un raffreddamento per il fatto che il riempimento degli stoccaggi europei è a buon punto (88%, in Italia si sfiora il 90%) e per le previsioni di un autunno mite, almeno per ottobre.

Nonostante questo, il presidente dell’Autorità tedesca delle reti, Klaus Müller, in un tweet, ha evidenziato che se da una parte l’aspetto positivo per Berlino e l’Europa intera è che non dipendono più dal Nord Stream 1 per le loro forniture, d’altra parte “cadute di pressione così ripetute sul Nord Stream 1 e 2” sottolineano che “la situazione è tesa”.

Il sabotaggio russo ai gasdotti è un’illazione che sta prendendo sempre più piede nelle ultime ore, tant’è che: “La Nato sta monitorando attentamente la situazione nel Mar Baltico. Gli alleati stanno esaminando le circostanze delle fughe di gas e scambiando informazioni, anche con Finlandia e Svezia”, fa sapere un funzionario dell’Alleanza atlantica all’Ansa.

I rischi per l’Italia

Al momento l’Italia e l’Europa non risentono delle incidenze del Nord Stream 1, fermo per manutenzione da agosto. Buona parte del gas in arrivo dallo snodo di Tarvisio è sempre passato per l’Ucraina.

Tuttavia, la decisione su quale flusso alimentare, se attraverso Nord Stream o attraverso l’Ucraina, spetta a Gazprom, mentre quasi tutto il gas che arrivava in Germania arrivava da Nord Stream 1.

Bisogna comunque tenere conto che la rete Ue è interconnessa. Attualmente il gas russo incide sulle forniture italiane di gas per meno del 10% (dato confermato da Eni al Corriere della Sera).

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