Missili antiaerei Spada: ecco come l’Italia darà una svolta al conflitto ucraino

Missili antiaerei Spada: ecco come l'Italia darà una svolta al conflitto ucraino

I missili made in Italy garantiranno la difesa dei cieli ucraini dagli attacchi russi. Serve l’ok dell’esecutivo Meloni.

Nel vertice Nato di Ramstein, alla presenza dei ministri della Difesa dei Paesi membri, l’Italia ha confermato il sostegno all’Ucraina e si è detta pronta ad inviare i missili Spada per proteggere i cieli dello Stato governato dal presidente Volodymyr Zelensky.

Ed è stato proprio quest’ultimo a richiedere dei sistemi avanzati per proteggersi dagli attacchi russi. La Spagna ha già comunicato che la consegna di una batteria arriverà presto e sta già provvedendo ad addestrare il personale ucraino a Saragozza; ora, tocca all’Italia inviare la contraerea made in Italy.

Ovviamente, la natura degli aiuti bellici all’Ucraina resta segretata, ma secondo fonti di Repubblica, nella base del Secondo Stormo a Rivolto (Udine) sono già iniziate le verifiche sulle condizioni dei sistemi terra-aria immagazzinati negli hangar.

La decisione se inviare i missili Spada spetta a Giorgia Meloni, la premier in pectore della XIX legislatura che si appresta ad insediarsi. Se Meloni firmerà il sesto “Decreto Armi”, allora i missili verranno spediti a Kiev, e sarà il banco di prova per la leader di Fratelli d’Italia per dimostrare, anche nei fatti, il sostegno del centrodestra all’Ucraina.

La decisione dovrà avvenire in fretta, poiché è proprio dall’invio dei missili Spada che dipende la sopravvivenza della popolazione ucraina falcidiata dai raid russi.

Missili Spada: cosa sono

Lo Spada 2000 è un avanzato sistema missilistico terra-aria e può provvedere ad una difesa antiaerea e antimissilistica in qualsiasi condizione climatica, sia di giorno che di notte. È in grado di utilizzare sia i missili Aspide che Aspide 2000, versione migliorata del primo.

Lo Spada 2000 è integrato con una serie di shelter che permettono mobilità tattica e strategica, incluso il trasporto su un C-130. La sua configurazione base, a livello batteria, consiste in un centro di rilevamento e due sezioni di fuoco, ciascuna delle quali con due lanciatori portamissili.

Ogni lanciatore della batteria dispone di 6 missili e, visto che il sistema può avere fino a quattro sezioni di fuoco e che ognuna di esse ha due lanciatori, la dotazione massina di una batteria è di 48 missili di pronto uso.

La cessione dello Spada non rappresenta un problema per l’Italia, dal momento che è stato tolto dal servizio attivo da pochi mese e vi sono decine di batterie disponibili. Le centrali radar, gli apparati guida e i lanciatori sono tutti efficienti.

I missili Aspide invece sono "scaduti": dopo un certo numero di anni il propellente - la sostanza chimica che alimenta i motori degli ordigni - deve essere sostituito. Una revisione abbastanza semplice, che i militari di Madrid hanno già cominciato a svolgere. E che da noi potrà partire soltanto dopo l’approvazione del Sesto Decreto.

Perché lo Spada può cambiare le sorti del conflitto

I missili Aspide hanno almeno vent’anni e l’ultima versione risale al 1977. Il progetto italiano ha avuto un enorme successo di esportazioni, tanto da costruirne oltre 50.000 e prima di Tienanmen è stato acquistato anche dalla Cina.

Sebbene, i missili Aspide non siano armi hi-tech e non di ultima generazione sono però un prodotto veloce, preciso e provvisto di una manovrabilità che gli consente di abbattere aerei e droni di grandi dimensioni.

Dal momento che l’Italia e anche la Spagna lo hanno tolto dal servizio, possono cedere lo Spada in grandi quantità. Madrid ha fatto sapere che ne consegnerà almeno sei batterie, ciascuna dotata di quattro veicoli lanciatori. Permettendo di scagliare 24 Aspide in rapida successione.

Gli Spada sono in linea con quanto chiesto da Kiev che non riesce più a rimpiazzare i missili S-3000 di produzione russa della sua difesa aerea.

La Difesa del futuro: Samp-T

È chiaro che la fornitura dello Spada all’Ucraina è una manovra tampone e non rappresenta la soluzione. Ma è una valida barricata in attesa che l’Ucraina venga dotata di apparati moderni e potenti.

A questo proposito, Roma e Parigi starebbero studiando come mettere insieme una batteria di missili Samp-T da donare a Kiev. Il Samp - T è un progetto italo-francese, ed è uno dei sistemi contraerei più forti in Europa, capace di colpire anche a cento chilometri di distanza.

Si tratta di missili molto costosi e per tale motivo ne vengono acquistati pochi (dieci batterie in Francia e cinque in Italia) e l’addestramento del personale ucraino a questi strumenti richiederà molto tempo.

Tuttavia, basta una sola batteria per rendere sicura una metropoli contro attacchi aerei, droni e missili balistici.

Cosa stanno facendo gli Usa

Nel frattempo che venga firmato il decreto da parte del nuovo esecutivo che autorizzi l’invio dei missili Spada e in seconda battuta, chissà, anche il Samp-T, il presidente americano Joe Biden va dritto come un treno e delibera un nuovo pacchetto di armi Usa all’Ucraina che prevede:

  • Munizioni per sistemi missilistici ad alta mobilità (HIMARS);
  • 23.000 colpi di artiglieria da 155 mm;
  • 500 colpi di artiglieria da 155 mm;
  • 5.000 armi anticarro; missili anti-radiazioni ad alta velocità (HARM);
  • Più di 200 veicoli a ruote multiuso ad alta mobilità (HMMWV);
  • Armi leggere con oltre 2.000.000 di munizioni.

Fino ad oggi Washington ha inviato a Kiev forniture militari per oltre 18,2 miliardi di dollari, di cui 17,6 miliardi dal 24 febbraio 2022, ovvero da quando è scoppiato il conflitto.