Militari ucraini addestrati in Italia, rischio di escalation russa nel nostro Paese? Ecco come stanno le cose

Militari ucraini addestrati in Italia, rischio di escalation russa nel nostro Paese? Ecco come stanno le cose

Quanto detto da Lavrov ha innescato la secca replica del ministro Crosetto: in Italia non si addestrano gli ucraini. Eppure qualche dubbio c’è.

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha nuovamente rilasciato delle dichiarazioni choc: in Italia verrebbero addestrati i soldati ucraini.

L’Italia avrebbe aderito alla missione di training europeo e questo significherebbe, almeno stando al racconto di Lavrov, che il nostro Paese e la Nato sono attivi e partecipano alla guerra in Ucraina.

Gli Stati Uniti e la Nato partecipano direttamente alla guerra. Non solo rifornendo l’Ucraina di armi ma addestrando il personale militare sui territori di Gran Bretagna, Germania, Italia e altri Paesi”.

La lezione che ci ha lasciato in dote la Prima Guerra Mondiale è che la battaglia si vince solo portando al collasso l’esercito nemico e in questo Zelensky può contare sul sostegno della Nato che si è impegnata a rifornire l’Ucraina di armi e mezzi.

Al di là delle perdite che si registrano nei due eserciti contrapposti, ora serve addestrare le truppe ucraine per garantire una valida offensiva contro i russi che si stanno trasferendo al fronte in 200mila. Si tratterebbe dei riservisti allertati qualche mese fa.

Militari ucraini addestrati in Italia?

Dal Pentagono è trapelato il piano per preparare 2.500 soldati ucraini al mese, trasformando una vecchia base tedesca in un’accademia. A questo si aggiunge la missione “Eumam” lanciata dall’Unione europea per formare altri 15mila soldati ucraini.

Le reclute verranno concentrate soprattutto in Polonia e in Germania, mentre gli istruttori saranno di tutti i Paesi Ue.

La Spagna ha annunciato che si occuperà di 2.400 ucraini; la Francia di 2.000; il Belgio metterà a disposizione 100 trainer. L’obiettivo è di arrivare entro giugno a creare due-tre brigate complete con 12 mila fanti e 3.000 specialisti, destinati a utilizzare armamenti sofisticati.

E l’Italia? Il nostro governo ha aderito all’iniziativa europea, ma non è chiaro quale sarà il contributo, che resta coperto dal segreto di Stato.

Allora perché il ministro russo Lavrov ha detto che militari ucraini vengono già addestrati in Italia? Si tratta di una provocazione, una fake news, o c’è un fondo di verità?

Sull’argomento è intervenuto il ministro della Difesa Guido Crosetto che ha respinto le dichiarazioni di Mosca ed ha precisato che “Non abbiamo addestrato nessun soldato ucraino in Italia. Abbiamo mandato quattro italiani nel centro di addestramento europeo in Germania ”.

A “Mattino Cinque News”, su Canale 5, il numero uno del Dicastero della Difesa ha aggiunto che l’aiuto fornito in questi giorni dall’Italia si limita a difendere le infrastrutture civili ucraine dagli attacchi che stanno facendo sì che l’inverno per loro sia drammatico.

L’obiettivo dei russi, argomenta Crosetto, è “spostare milioni di ucraini dal loro Paese verso l’Europa per scappare dall’inverno che arriva”.

Eppure, qualche fondamento c’è

Come riporta Repubblica, il dubbio che le parole di Lavrov possano avere senso è da ricercarsi in una dichiarazione di fine agosto fatta dall’allora titolare della Difesa Lorenzo Guerini che disse: “Stiamo provvedendo a garantire mirate attività addestrative al personale ucraino per rendere più sicuro l’impiego dell’armamento”.

L’attività consisteva nel ruolo dell’artiglieria ucraina che doveva imparare ad usare gli obici FH70 consegnati proprio dall’Italia. Durante l’estate una scuola è stata allestita dalla Nato in una caserma americana in Germania, proprio per insegnare ai militari di Kiev l’uso di armi pesanti occidentali.

Lì sarebbero stati tenuti i corsi pure per i cannoni semoventi Pzh2000 e per i lanciarazzi MLRS, la versione cingolata degli Himars, donati in piccoli numeri dall’Italia.

Repubblica riporta l’indiscrezione tale per cui le truppe selezionate sarebbero state ospitate in Italia, accolte all’interno delle basi dei nostri incursori. I veterani del Comsubin e del Col Moschin avrebbero spiegato agli ucraini le tattiche delle forze speciali, con lezioni mirate sui raid e sulle azioni di sabotaggio.

L’ipotesi è che sia trattato di poche decine di ucraini, rimasti per periodi di circa un mese: non è escluso che questa attività stia proseguendo. Ma è tutto top secret, impossibile ottenere conferme ufficiali.

Anzi, le dichiarazioni di Crosetto virano in tutt’altra direzione, ovvero che non vi sono soldati ucraini che si addestrano in Italia.

Le decisioni del governo Meloni

Vero è che in Italia ci sono gli istruttori migliori al mondo, che hanno accumulato enorme esperienza nelle missioni all’estero tanto da incassare l’elogio di Stati uniti e Regno Unito. In più, in Italia vi è una rete di scuole specializzate di ogni livello.

Dovrà decidere il governo Meloni se ospitare o meno i quadri di Kiev e chissà se la dichiarazione (non sappiamo quanto certezza) di Lavrov possa scatenare un’escalation di Mosca nei riguardi dell’Italia.

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