Maxi evasione carcere Beccaria, carenza personale penitenziario ed eterni lavori: ecco come 7 ragazzi sono fuggiti

Maxi evasione carcere Beccaria, carenza personale penitenziario ed eterni lavori: ecco come 7 ragazzi sono fuggiti

Un gruppo di 7 ragazzi si è calato dall’impalcatura del penitenziario milanese, interessato da lavori di ristrutturazione da 18 anni.

La situazione delle carceri italiane è problematica. Le sigle sindacali di settore denunciano da tempo, tra le altre cose, i problemi di sovraffollamento, di carenza di personale e di strutture fatiscenti.

Eppure, il governo Meloni anziché cercare di sistemare la situazione ha pensato bene di apportare dei tagli alla Polizia penitenziaria all’interno della legge di Bilancio 2023, gettando nello sconforto il personale penitenziario alle prese con turni massacranti e con scarse risorse a disposizione.

Quanto successo al carcere “Cesare Beccaria” di Milano è solo la punta dell’iceberg di un problema atavico che, purtroppo, è destinato a rimanere tale. “I ragazzi in carcere sono invisibili finché non evadono, e il Pnrr li ignora”, queste sono le parole del procuratore Ciro Cascone, il magistrato che guida la procura minorile di Milano.

In un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, Cascone si rivolge al ministro della Giustizia Carlo Nordio esortandolo ad agire tempestivamente: “Abbiamo immediatamente bisogno di risorse e personale ”.

Capiamo bene cosa è successo al penitenziario Beccaria di Milano, come hanno fatto i ragazzi a mettere in atto la maxi evasione e come stanno ora le cose.

Cosa è successo nel carcere “Cesare Beccaria”

Il carcere “Cesare Beccaria” di Milano è stato protagonista, nella giornata di Natale, di un clamoroso caso di evasione di ben 7 ragazzi rinchiusi, per vari reati, all’interno del penitenziario meneghino.

Si tratta di 4 maggiorenni e 3 minorenni (cinque di nazionalità italiana e un marocchino) che, complici i lavori di ristrutturazione della struttura che si trascinano da 18 anni, la carenza di agenti della Polizia penitenziaria e il trambusto che accompagna i lavori di cantiere, sono riusciti a scappare.

Nel penitenziario è scoppiata la protesta e in un reparto i giovani detenuti hanno appiccato il fuoco ad alcuni materassi. Quattro agenti della Penitenziaria sono stati curati in ospedale a seguito di lievi intossicazioni dovute al fumo levatosi dagli incendi.

L’episodio ha generato, com’era comprensibile che fosse, un certo sconcerto negli addetti ai lavori, ma l’evasione era annunciata.

La Sottocommissione Carceri del Comune di Milano ha protestato, i sindacati hanno lamentato la lunghezza snervante dei lavori di ristrutturazione e l’Uilpa Polizia Penitenziaria ha lanciato una sfilettata contro il governo: “Meloni e Salvini protestavano con noi, ora spostano nei tribunali i vincitori del concorso da direttore”.

Come hanno fatto i 7 ragazzi a fuggire dal carcere

Tutto è partito con la richiesta di un pallone per giocare in cortile. L’agente si è allontanato per andarlo a prendere ed è lì che è scattato il piano di fuga.

Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, grazie alle telecamere di sorveglianza, i ragazzi avrebbero rotto una protezione in legno del cantiere. Sei sono saliti sulle impalcature per poi calarsi da un muro più basso rispetto a quello che circonda l’istituto. Uno di loro lo ha fatto con l’ausilio di un lenzuolo.

Come stanno le cose ora

Il quarto dei sette ragazzi evasi il giorno di Natale dal carcere Beccaria di Milano è stato rintracciato e riportato nel penitenziario.

Sono stati i Carabinieri di Sesto San Giovanni a fermare il minorenne marocchino, in seguito ad una segnalazione da parte di un cittadino per la presenza in strada di un gruppo di ragazzi che si intrattenevano con musica ad alto volume.

Quando sono sopraggiunti i Carabinieri, alcuni ragazzi hanno cercato di scappare ma sono stati fermati. Una volta identificati, i militari hanno scoperto che uno di loro era proprio il giovane evaso dal Beccaria.

Due degli evasi sono stati rintracciati facilmente, la Polizia Penitenziaria ha riferito che uno di loro si trovava a casa della suocera; mentre, l’altro sarebbe stato riaccompagnato in carcere da un familiare. Il terzo si era consegnato spontaneamente.

I problemi del penitenziario lombardo

I problemi che attanagliano il penitenziario minorile “Cesare Beccaria”, sito alla periferia di Milano e un tempo modello per il recupero dei giovani, vive un periodo di crisi che si trascina ormai da anni e che lo accomuna alla situazione in cui versano la maggior parte delle carceri italiane.

Tra i vari punti critici del penitenziario lombardo, denunciati da don Gino Rigoldi, storico cappellano del Beccaria, troviamo:

  • Mancanza di personale;
  • Assenza di un direttore;
  • Carenza di operatori sociali;
  • Lavori di ristrutturazione da 18 anni.

Le cause della maxi evasione di 7 ragazzi è da ricercare, secondo Daniele Nahum e Alessandro Giugni, presidente e vicepresidente della Sottocommissione Carceri di Milano, nella “cronica carenza di personale, acuita dalle giornate di festa e anche agevolata dall’infinita ristrutturazione della struttura penale minorile, sia negli spazi relativi al cortile che in quello delle sezioni detentive”.

Secondo fonti governativi gli eterni lavori al penitenziario lombardo dovrebbero concludersi in primavera. All’inizio di dicembre gli uffici del ministero delle Infrastrutture hanno firmato un accordo con il ministero della Giustizia per terminare entro aprile 2023 i lavori del secondo e ultimo lotto che, fanno sapere dal ministero, ha subito rallentamenti per la pandemia.

Il primo lotto è stato ultimato in 15 anni, il secondo cantiere, aperto nel 2018, dovrebbe invece chiudersi nei prossimi quattro mesi. Per Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, l’evasione nel giorno di Natale non ha fatto altro che riportare a galla le “ancestrali disfunzionalità del sistema penitenziario”, ma anche “l’ipocrisia” della politica.

Il governo dimentica le carceri

La Uilpa Polizia Penitenziaria denuncia che nella manovra di Bilancio 2023 verrà disposto lo scorrimento della graduatoria per Dirigente del dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, ma non per inserire la figura a dirigere il carcere, ma per l’assunzione negli uffici giudiziari.

“Stessa operazione si farà con la graduatoria per i direttori di carceri per adulti. Insomma, come al solito la politica e i governanti predicano bene e razzolano male. Ci aspettavamo uno scorrimento delle graduatorie per i profili per i quali erano stati banditi i concorsi. Invece, grazie a un colpo da far invidia al miglior prestigiatore, chi aveva concorso per fare il direttore di carcere sarà assunto in un tribunale”.

Non solo il Beccaria. Nelle settimane passate, evidenzia il Segretario del Sindacato di Polizia Penitenziaria, Aldo Di Giacomo, c’era stata un’evasione dal penitenziario napoletano di Nisida e rivolte nelle carceri di Potenza ed Acireale.

Sulla base delle statistiche fornite da Di Giacomo il “90% di chi entra in un istituto per minori si avvia verso una ‘carriera criminale’ passando come stadio successivo immediato al carcere normale”.

Quanti sono i detenuti nelle carceri minorili in Italia

L’agenzia di stampa Agi riporta dei dati significativi circa il numero di minori detenuti nelle carceri minorili italiane dove, ricordiamo, per legge possono essere ospitati i giovani fino a 25 anni.

Attualmente sono 400 i detenuti negli istituti penali per minorenni. Sono 390 uomini e 10 donne. Tra loro 27 hanno tra 14 e 15 anni, 179 tra 16 e 17 anni, 135 tra 18 e 20 anni e 59 tra 21 e 24 anni. Di questi, 199 sono italiani e 201 stranieri.

Il ministero della Giustizia conta anche i cosiddetti “giovani adulti” - ragazzi tra i 18 e i 24 anni compiuti - la cui presenza negli istituti per minori “ha assunto nel tempo un’importanza crescente”.

Il maggior numero di detenuti (50) si trova al Nisida; 45 sono sia a Bologna che a Roma, 42 a Milano, 37 ad Airola (Benevento), 35 a Torino e 29 a Catania. Gli ingressi sono stati 1.459 dal primo gennaio 2022, 381,6 le presenze medie giornaliere.

Su 2.121 reati contestati:

  • 61,2% riguarda quelli contro il patrimonio, ovvero furti, rapine, estorsioni e ricettazioni;
  • 18,9%, contro la persona, per lo più lesioni volontarie;
  • 7,3% contro l’incolumità pubblica.

Sempre al 15 dicembre scorso, 21 minorenni erano presenti nelle comunità ministeriali e 908 in quelle private: complessivamente, risultano in carico agli uffici di servizio sociale per i minorenni (Issm) 14.221 ragazzi.