Paola Gentile - 8 luglio 2022
Italia tutta in zona rossa scura: ritornano le mascherine?
Con un incremento preoccupante dei casi di Covid, il nostro Paese corre il rischio più alto. Si parla di tornare all’obbligo di mascherine anche all’aperto.
Mai avremmo pensato che con l’inizio dell’estate avremmo dovuto fare i conti con una nuova, contagiosissima nuova ondata di Coronavirus. La variante Omicron 5 sta seminando il panico nel nostro Paese.
Talmente diffusa che l’ultimo aggiornamento della mappa a colori diffusa dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha tinto di rosso scuro l’Italia. Un colore che mal si abbina con il “liberi tutti” che si respira nell’aria.
Diciamoci la verità: di questi tempi, chi indossa la mascherina, che si tratti della chirurgica (la maggioranza) o della FFP2 (minoranza) è sempre più una mosca bianca.
Il presidio di protezione individuale è tornato ad essere un accessorio da sfoggiare al braccio, e quelle rare volte in cui viene indossato lo si tiene abbassato o in posizioni talmente fantasiose che proteggere naso e bocca non è di certo la priorità di chi la porta con sé più per abitudine che per effettivo utilizzo.
Vero è che sono anche passati due anni dallo scoppio della bolla Covid in Italia, le persone sono comprensibilmente stanche, il caldo non aiuta. Ma in questo periodo abbiamo anche imparato, a scapito di chi non ce l’ha fatta o di chi è stato in terapia intensiva, che nel momento in cui si abbassa la guardia, il virus diventa più feroce.
L’Italia, al pari della maggior dei Paesi del continente europeo, viene segnalata in una condizione ad alto tasso di positività e c’è già chi invoca la reintroduzione delle mascherine, temendo per l’autunno un nuovo lockdown se non si correrà ai ripari per tempo.
Italia in zona rossa scura: com’è la situazione
Ogni giovedì, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) dirama una mappa delle aree più a rischio infezione da Coronavirus e l’Italia è interamente colorata di rosso scuro. Il colore del pericolo altissimo.
La mappa viene elaborata dal Centro tenendo conto di alcuni elementi, quali:
- Nuovi casi registrati negli ultimi 14 giorni ogni 100mila abitanti;
- Tasso di positivi tra i test effettuati, ponderati per il tasso di vaccinazione della popolazione.
In rosso scuro vi sono:
- Italia;
- Francia;
- Austria;
- Portogallo;
- Islanda;
- Grecia;
- Spagna (fatta eccezione per alcune aree in rosso chiaro e grigio);
- Piccole aree in Finlandia, su un territorio che è a maggioranza grigio.
Divisa tra rosso scuro e chiaro, con un tasso di positività ondivago tra elevata e media pericolosità, c’è l’Irlanda, insieme a Belgio e Slovenia. In rosso chiaro anche la Lettonia.
Italia in zona rossa scura: a che punto siamo con i contagi
Se si fa un paragone tra il 6 luglio 2021 e il 6 luglio 2022, il confronto è davvero impietoso, nel senso che se quest’anno doveva rappresentare quello della “liberazione” dal Covid, il rischio di ritrovarci punto e a capo è alto.
Come riporta Repubblica, il 6 luglio 2021 i contagi erano 1.010. Con l’invasione di Covid, a distanza di un anno esatto, i contagi sono 107.786. Con un aumento impressionante dei casi di positività.
Se nel 2021 i tamponi furono 177.977, con un rapporto dello 0,6%: neanche un test su cento era positivo; il 6 luglio scorso sono stati il doppio, 380.035, ma con la grande massa di casi la positività è schizzata al 28,4%: più di un tampone ogni 4 dà esito positivo.
La scorsa estate, i malati di Covid erano quasi spariti. Solo 41.840 positivi; oggi siano a oltre un milione che, con ogni probabilità, salirà a tre se si calcola quelli che non segnalano la propria positività dopo aver fatto il tampone fai-da-te in casa.
Se la situazione generale è preoccupante, meno grave di quello che si potrebbe pensare è la condizione in cui versano le terapie intensive. Quelle occupate da malati Covid, esattamente un anno fa, erano 180, oggi sono 325. Più ampio il gap per i ricoveri ordinari, che erano 1.234 mentre oggi sono 8.220.
Il bilancio dei decessi è di 72 morti quest’anno, contro i 14 di un anno fa. Del milione e centomila malati attuali, lo 0,03% è in terapia intensiva, lo 0,72% è ricoverato, e il 99,25% è in isolamento domiciliare.
Secondo gli esperti, il picco ci sarà proprio nella prossima settimana. C’è chi chiede di annullare i concerti all’aperto, o di obbligare i partecipanti ad indossare la mascherina, quanto meno la chirurgica, ma si tratta di una decisione politica e i nostri rappresentanti in Parlamento, al momento, non sono disposti a reintrodurre l’obbligo. Dello stesso avviso il ministro della Salute, Roberto Speranza, che si è sempre mostrato tra i più intransigenti.
Italia in zona rossa scura: cosa dicono i virologi
Per l’epidemiologo Luigi Lo Palco siamo vicini al picco pandemico; tuttavia, il professore non vuole
“utilizzare toni drammatici, ma sull’utilizzo delle mascherine sono d’accordo. L’evidenza sull’efficacia dell’uso di questo strumento, soprattutto al chiuso, è forte. Perciò al cittadino va data questa informazione: Se vogliamo passare dalla politica dei lockdown a quella della convivenza col virus, bisogna mettere la mascherina: sulla base di ciò che ci presenta il bollettino quotidiano della circolazione virale, dobbiamo cercare di fare uno sforzo per rallentarne la propagazione”.
Oggi come quando tutto è cominciato, la priorità è proteggere i fragili, consigliando ai familiari di indossare la mascherina FFP2 e limitare i contatti esterni.
Prima di parlare di reintroduzione dell’obbligo della mascherina, secondo Lo Palco, ci si dovrebbe chiedere “ se il nostro sistema sanitario sia preparato ad accogliere questa sesta ondata epidemica ”.
Occorre estendere quanto più possibile le vaccinazioni, ed invitare i cittadini fragili e over80 alla somministrazione della quarta dose, per scongiurare il pericolo che il virus ci rovini le vacanze.
“Con l’aumento dei contagi che si registra in questo momento, credo sia importante rivolgere ai ragazzi una raccomandazione: nei luoghi affollati, come i concerti, indossate la mascherina”, spiega il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi.
Perché, il Covid “non è stato sconfitto. Se il governo non utilizzerà precauzioni come l’utilizzo delle mascherine in luoghi affollati e non tornerà a chiedere, con forza, ai cittadini di vaccinarsi, rischieremo di far rialzare clamorosamente la testa alla pandemia” ha aggiunto Pietro Miraglia, vicepresidente dell’Ordine nazionale dei biologi”.
Occorre posizionare bene la mascherina a protezione di naso e bocca e prestare attenzione: il Covid è ancora tra noi.