Forze dell’Ordine, il ritorno al voto conviene? Ecco il probabile programma del centrodestra

Forze dell'Ordine, il ritorno al voto conviene? Ecco il probabile programma del centrodestra

Con le elezioni politiche alle porte, il centrodestra potrebbe riproporre il programma pensato nel 2018 per il Comparto Difesa e Sicurezza.

L’esperienza del governo di unità nazionale presieduto da Mario Draghi termina, nonostante i 95 sì in Senato. A far cadere la mannaia sull’esecutivo, guidato dall’ex presidente della Bce, nato per fronteggiare la crisi pandemica e, in seguito, quella legata alla guerra e al tracollo dell’economia, sono stati Lega, Forza Italia e Movimento 5Stelle che ieri in aula non si sono presentati alla chiama.

L’ex premier, fresco di accordo sul gas con l’Algeria, lo aveva detto in un discorso a Camere riunite: “Partiti, siete pronti al nuovo patto?”.

Beh, a quanto pare no. Già in modalità “campagna elettorale”, i partiti che sostenevano la maggioranza di governo hanno preferito raggranellare qualche voto in più e mandare in malora gli sforzi fatti fino ad ora.

Il dissenso serpeggia e le polemiche impazzano, scelte mal digerite e poco comprensibili anche all’interno dei forzisti, talmente forti da spingere la berlusconiana di ferro Maria Stella Gelmini ad uscire da Forza Italia perché: “non è il movimento politico in cui ho militato per quasi venticinque anni: non posso restare un minuto di più in questo partito” che ha ceduto alla linea di Matteo Salvini e voltato le spalle a Draghi.

I mesi che ci aspettano non saranno facili”, lo ha ribadito il leader di Italia Viva Matteo Renzi, che quel governo Draghi lo aveva voluto caldamente. Mesi difficili, occorrerà fare i conti con i rincari, con la guerra in Ucraina, con la messa a punto del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e con una campagna elettorale che si preannuncia infuocata, proprio come queste giornate di caldo.

Ma se l’afa e il clima torrido sono destinati a sparire, prima o poi, la foga dei partiti che già si affannano a disconoscere un’alleanza che fino a ventiquattr’ore fa li aveva visti protagonisti, non si arresterà.

Alle elezioni il centrodestra si presenterà unito, come hanno ribadito Berlusconi, Salvini e Meloni dopo l’incontro a Villa Grande, la nuova residenza romana dell’ex presidente del Consiglio.

E chissà che non riprendano da dove hanno interrotto, riproponendo il programma elettorale con il quale si erano presentati alle elezioni del 4 marzo 2018, insieme al quarto polo “Noi con l’Italia”.

Cosa conteneva quel programma in dieci punti e come il centrodestra immaginava il futuro delle Forze armate?

Ritorno al voto: il programma del centrodestra per le Forze dell’Ordine

Alle elezioni politiche del 2018, il centrodestra si era presentato compatto e con un programma per le Forze armate e di Polizia in 10 punti che toccava più aspetti: dalla riforma della giustizia, a quella del fisco con l’introduzione della flat tax (cavallo di battaglia di Salvini & Co.) e a quella del Comparto Difesa e Sicurezza.

Presentato da Berlusconi nella trasmissione “Che tempo che fa”, in onda su Rai Tre e condotta da Fabio Fazio, il leader di Fi aveva riassunto il programma del centrodestra per le Forze dell’Ordine in tre punti, con l’obiettivo di tutelare la sicurezza delle città:

  • Nuove assunzioni per completare gli organici;
  • Consistente aumento di stipendio;
  • Via ad una nuova fase di promozioni.

L’ex presidente del Consiglio non si era tirato indietro quando gli era stato fatto notare che erano stati proprio i suoi governi a bloccare il contratto delle Forze dell’Ordine. Ma a quei tempi c’era la crisi e bisognava tenere conto delle richieste dell’Europa. A distanza di quattro anni, la situazione è la stessa, se non peggio.

Altro elemento fondamentale del programma del 2018 era la sicurezza del Paese. In quel caso era stato promesso un dispiegamento di Forze dell’Ordine nelle città, estendendo l’operazione “Strade Sicure”.

Su quella stessa operazione, oggi ridimensionata dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini per ricollocare i militari nel loro giusto alveo e continuare l’addestramento al warfighting, non siamo certi che si potrà avere la stessa visione che si aveva prima dello scoppio del conflitto.

Il centrodestra era favorevole all’introduzione di una nuova figura: il poliziotto - o il carabiniere - di quartiere.

Sui temi legati al terrorismo e all’immigrazione, la ricetta del centrodestra era composta da due ingredienti:

  • Maggiori Forze armate nelle strade italiane;
  • Ripresa del controllo dei confini.

I decreti sicurezza del ministro Salvini nel governo giallo-verde sappiamo tutti come sono andati a finire, aspetti che fanno il paio con le tensioni che ci sono state con i vertici delle Forze armate e dell’Ordine sulla vicenda della nave “Mare Jonio”. Anche qui, forse, servirà correggere il tiro?

Basterà il Piano Marshall riservato all’Africa indicato come la soluzione nel programma del centrodestra del 2018?

Oltre a questo, potrebbe tornare attuale la legge sulla legittima difesa. Salvini, Berlusconi e Meloni, infatti, sono favorevoli all’introduzione del principio per cui la difesa è sempre legittima.

Programma centrodestra per le Forze dell’Ordine: come valorizzarle

Per ridare dignità al Comparto Difesa e Sicurezza, il centrodestra proponeva aumenti di stipendio e più mezzi e tecnologie necessarie per il contrasto al crimine e al terrorismo.

Tutto questo, insieme ad un incremento del personale per fronteggiare le carenze di organico.

All’epoca Berlusconi e soci proponevano la revisione della legge sulla tortura, che aveva innescato una serie di polemiche da parte delle Forze armate, con un inasprimento di pena per il reato di violenza contro pubblico ufficiale.

Programma centrodestra per le Forze dell’Ordine: spese militari

Come dichiarato dalla presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni il suo è: “l’unico partito che l’aumento delle spese militari ce l’ha nel programma dall’inizio della sua nascita”, tant’è che ha appoggiato il governo Draghi quando è stato proposto l’aumento al 2% del Pil, in linea con quanto stabilito dall’Unione europea.

Quello che noi spendiamo in Difesa è il prezzo della nostra libertà, è il costo per difendere i nostri interessi nazionali”. Proprio la Meloni, nel 2018, in un’intervista rilasciata a Difesaonline.it aveva ribadito che avrebbe portato avanti il progetto “Strade Sicure” reintroducendo il pattugliamento misto militari-Forze dell’Ordine.

Quella di farsi difendere dagli Stati Uniti nel contesto internazionale è una decisione presa dall’Europa, una scelta che Meloni reputa: “sbagliata”.

Se dalle dichiarazioni della Meloni traspare una visione netta e ben precisa, non si può dire lo stesso di Salvini. Ondivago sulla questione “armi all’Ucraina”, ribadendo di essere per la pace e ambiguo sulle questioni che riguardano l’aumento delle spese militari.

Oggi con la “caduta” del governo Draghi e le elezioni alle porte il centrodestra dovrà trovare una linea comune. Basterà al leader della Lega rispolverare la polo dei Nocs e farsi vedere in giro con tutto l’abbigliamento estivo delle Forze dell’Ordine per risultare credibile?