Forze Armate. Ricorso al TAR per i Marescialli, chi riguarda la legge 958/86

Forze Armate. Ricorso al TAR per i Marescialli, chi riguarda la legge 958/86

ASPMI considera le ragioni del ricorso “scarne di motivi di diritto”.

Le motivazioni del ricorso al TAR proposto da alcuni avvocati contro il “Concorso riservato al personale arruolato ai sensi della legge n.958 del 1986” sono considerate da ASPMI come “scarne di motivi di diritto e descrivono invece motivi cosiddetti di pancia”.

L’Associazione Sindacale Professionisti Militari ha posto l’accento sui presupposti tali per cui si può adire un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale. Per stabilire se un atto è illegittimo devo sussistere tre elementi:

  • Incompetenza relativa dell’atto amministrativo;
  • Eccesso di potere dell’atto amministrativo;
  • Violazione di legge.

Ad essere impugnati sono i provvedimenti e gli atti della Pubblica Amministrazione, inclusi i bandi, e “non le leggi emanate dal legislatore”.

Ricorso al TAR per i Marescialli: chi riguarda e in cosa consiste

Il ricorso al “Concorso riservato al personale arruolato ai sensi della legge n. 958 del 1986”, qualora venisse adito al TAR, questi dovrà accertarne l’illegittimità e, qualora lo facesse, l’atto verrebbe modificato, revocato o annullato dal tribunale.

Ci si può rivolgere al TAR non solo per sottoporre la valutazione d’illegittimità, ma anche per tutelare una posizione giuridica soggettiva, ovvero la posizione di vantaggio che spetta ad un soggetto in ordine ad un bene, nonché la tutela giuridica dello stesso in modo pieno ed immediato.

La fonte di legge da cui nasce il concorso straordinario per Marescialli è “estremamente chiara” e il bando

“è riservato non a tutti, ma solo ad alcuni militari (1° e 2° corso Sergenti e 1° e 2° corso VSP) arruolati con ex legge 985/86 e pertanto non lascia alcun margine interpretativo”.

Inoltre, ha evidenziato ASPMI il bando ricalca “esattamente e pedissequamente quanto prevede la legge”.

Ricorso al TAR per i Marescialli: le motivazioni

Secondo quanto afferma ASPMI dalle motivazioni del ricorso emerge “una generica aspettativa ad un risarcimento dei danni e ad una ricostruzione di carriera”.

Per ASPMI non ci sarebbero le fondamenta giuridiche che legittimerebbero ogni militare, compresi i VFP1, ad avanzare un ricorso ritenendo di dover ottenere un risarcimento del danno o una ricostruzione di carriera per mancanza di opportunità.

Tutto questo porterà a divisioni all’interno delle Forze Armate, mentre bisognerebbe far prevalere il “senso di responsabilità, la serietà, la competenza”.