DPP 2022-2024 Difesa: cosa cambia e quali sono le nuove sfide

DPP 2022-2024 Difesa: cosa cambia e quali sono le nuove sfide

Tutto quello che c’è da sapere sulle novità previste dal Documento Programmatico Pluriennale della Difesa.

Il Documento Programmatico Pluriennale 2022-2024 per la Difesa delinea un “Quadro Strategico” delle Forze armate italiane, soprattutto alla luce dell’instabilità internazionale dovuta all’evolversi del conflitto in Ucraina che porta a rivedere, inevitabilmente, politiche, piani e strategie.

La posizione strategica che l’Italia ricopre, a cerniera dell’area euro-mediterranea, le conferisce una posizione di grande rilevanza, ma allo stesso tempo di enorme responsabilità.

Gli scenari di crisi che gravitano intorno al Mediterraneo sono molteplici, molto attenzionato in quest’ultimo periodo perché potrebbe rivelarsi come l’unica via di accesso al Mar Nero per i russi (approfondimento).

Grande attenzione va data non solo alla Russia, ma anche alla Cina, la cui crescente influenza e penetrazione nell’area d’interesse dell’Italia potrebbe celare una presenza non solo commerciale, ma anche di natura militare. In tutto questo, si staglia il terrorismo internazionale, un fenomeno che volente o nolente si intreccia con quello dei flussi migratori.

Non vanno dimenticati i nuovi domini rappresentati dal cyber e dallo spazio e che costringono lo Strumento militare a cambiate il proprio paradigma.

Ai rischi tradizionali, e alla proliferazione di Paesi dotati di missili con capacità belliche, si aggiungono le minacce ibride.

DPP Difesa: le nuove sfide

Il quadro politico-militare delineato dal DPP mette in evidenzia le due sfide immediate che coinvolgono da vicino gli interessi nazionali e che individuano il “Mediterraneo Allargato”:

  1. Quella meridionale (Nord Africa, Vicino e Medio Oriente, Corno d’Africa, Golfo di Guinea e Sahel);
  2. Quella orientale (Balcani in primo luogo ma anche, soprattutto in questo momento, fianco Est della NATO).

Pertanto, lo sviluppo dello Strumento militare è fondamentale e in “grado di conseguire gli effetti auspicati in relazione alla salvaguardia delle aree di sovranità nazionale, la tutela degli interessi vitali e strategici del Paese ed il rispetto degli impegni assunti in ambito internazionale” recita il documento.

Dal punto di vista pratico, questo si attua con:

Diventa imprescindibile l’investimento nella Difesa in una visione di lungo periodo, accelerando i processi di adeguamento operativo dello Strumento militare.

Il bilancio della Difesa

La Funzione Difesa passa dai 16.809 milioni di euro del 2021 ai 18.095,5 milioni di euro del 2022, con un incremento di altri 1.286,5 milioni; che, in termini percentuali, equivale a un + 7,7%. Che aggiunti ai 1.341 milioni in più tra il 2019 e il 2020 nonché ai 1.485,6 tra il 2020 e il 2021, fanno lievitare nel giro di 3 anni la Funzione Difesa di ben 4.113,1 milioni.

Le spese che riguardano il personale (militare e civile) raggiungono i 10.604,3 pari a + 115,9 milioni rispetto allo scorso anno (+ 1,1 %).

Nel complesso, dunque, l’Investimento in generale per il riammodernamento del comparto raggiungerà i 5.421 milioni nel 2022 contro i 4.036,6 dell’anno scorso. La crescita complessiva è perciò di 1.384,4 milioni, pari a +34,3 %.

A queste risorse iscritte nello Stato di Previsione del Ministero della Difesa, come noto, vanno aggiunte quelle provenienti da quello del MISE che per il 2022 equivalgono a 2,426,8 milioni. Ne risulta così un totale di 7.847,8 milioni.

I programmi in avvio

I programmi Interforze in avvio riguardano:

  • “Adeguamenti tecnologici piattaforme Software Defined Radio o SDR” (4 milioni nel 2022, poco più di 30 milioni totali nel triennio 2022-2024 e 95,7 milioni fino al 2028);
  • “Next Generation Fast Helicopter”, destinato allo sviluppo di una nuova generazione di elicotteri futuri (1 milione nel 2022, 6 complessivi nel triennio e 129 totali fino al 2032);
  • Studi sulla piattaforma navale “Joint Maritime MultiMission System o J3MS” (8 milioni totali tra questo e il prossimo anno);
  • Realizzazione della “Nuova scuola elicotteri” a Viterbo da declinare in termini di infra/infostrutture (4 milioni per 2022 e altri 41 per il biennio successivo, su un totale di 120 milioni fino al 2027;
  • “Ammodernamento della stazione Very Low Frequency (VLF)” di Tavolara (in tutto, 10 milioni tra il 2022 e il 2027);
  • “Potenziamento infrastrutture/infostrutture del Distaccamento Aeroportuale di Pantelleria” (4 milioni in tutto in questo triennio, più altri 6 fino al 2027);
  • Realizzazione del “Sistema satellitare ottico di III generazione” su 2 satelliti (primi finanziamenti nel 2023 con 66 milioni, altri 31 l’anno successivo, seguiti da ulteriori 167 fino al 2027; in tutto 264 milioni ma ne servono 590);
  • “Acquisizione/gestione del pod per le attività Open Skies” (15 milioni tra il 2023 e 2027);
  • “Ammodernamento e gestione degli oleodotti della Difesa” (con 25 milioni stanziati tra il 2022 e il 2027; anche se il fabbisogno totale è di ben 900 milioni).

Programmi da finanziare

Nel DPP è inserita anche una sezione che ricapitola velocemente quelle che sono le ulteriori esigenze ancora da finanziare sia che si tratti di programmi da completare (ai quali manca per l’appunto una completa copertura finanziaria), sia che si tratti di quelli da avviare. Per questi ultimi si attende solo la disponibilità di fondi per il loro avvio.

Per l’elenco completo si rimanda al testo del DPP, di seguito un rapido riepilogo suddiviso per “Capacità Operative Fondamentali” o COF:

  • “Preparazione delle Forze”, per un totale di 1.725,6 milioni di €;
  • “Proiezione delle Forze, 5.584,2 milioni;
  • “Protezione delle Forze e Capacità d’Ingaggio”, decisamente il più “corposo” con ben 34.793,8 milioni (e qui spiccano tra gli altri i programmi legati a missili per il cosiddetto “Deep Strike” e l’attenzione per il rinnovo della componente pesante dell’Esercito, a partire dal futuro programma per un nuovo carro da battaglia e cioè il “Main Ground Combat System” o MGCS);
  • “Sostegno delle Forze”, con 7.392,3 milioni;
  • “Comando, Controllo e Consultazione”, con 3.095,8 milioni;
  • “Capacità informativa”, con 7.398,4 milioni (e qui spicca il programma per un nuovo Maritime Patrol Aircraft o MPA, che a parere di chi scrive dovrebbe avere un’elevata priorità).