Cosa serve alle Forze armate italiane per essere competitive? La roadmap della Difesa

Cosa serve alle Forze armate italiane per essere competitive? La roadmap della Difesa

Il Generale Portolano ha illustrato la roadmap della Difesa che punta su innovazione, procurement, industria e personale.

Il Segretario generale della Difesa e Direttore nazionale degli armamenti, Generale Luciano Portolano, ha delineato la roadmap della Difesa che dovrà muoversi tenendo a mente due elementi essenziali:

  • Innovazione;
  • Procurement.

Senza dimenticare il necessario, quanto mai indispensabile, aumento del personale civile del Dicastero della Difesa.

Se vi avevamo accennato al problema dei carri armati in Italia e come risolverlo, in audizione presso le commissioni Affari Esteri e Difesa di Camera e Senato, il Generale ha spiegato ancora più nel dettaglio le linee programmatiche del suo mandato.

Tra i principali argomenti trattati che andremo ad approfondire, il discorso di Portolano si è mosso sull’importanza di:

  • Preservare l’autonomia strategica tecnologica;
  • Attuare processi efficaci e flessibili per adattarsi al mutevole scenario geopolitico;
  • Assicurarsi una base industriale competitiva a livello internazionale.

La mia visione è improntata alla ricerca della massima sinergia con l’area tecnico-operativa, per comprenderne le esigenze capacitive in tutti i settori, e con il comparto industriale della Difesa, il mondo accademico e i centri di ricerca, per identificare soluzioni efficaci e innovative ” ha spiegato il Generale in audizione, come riporta Formiche.net.

Roadmap Difesa: investimenti in tecnologia

Lo sviluppo di tecnologie innovative è essenziale per il settore della Difesa, in quanto serve per “rimanere competitivi nei confronti di potenziali avversari”.

Infatti, dipendere dalla tecnologia altrui e non essere autonomi significa “subordinare la capacità di difesa nazionale alla volontà di coloro che detengono il know-how tecnologico”.

Di conseguenza, diventa necessaria la ricerca di equipaggiamenti militari all’avanguardia, capaci di operare negli attuali contesti operativi.

Roadmap Difesa: autonomia strategica

L’autonomia strategica nel campo della ricerca scientifica e tecnologica è un punto focale, che si persegue tramite il rafforzamento della sinergia con il mondo accademico, i centri di ricerca e il comparto industriale.

Come riporta Formiche.net, le Pmi e le startup vanno infatti valorizzate e coinvolte nel Piano nazionale di ricerca militare, così come nei progetti della cornice Nato e Ue, dal momento che secondo il generale il settore tecnologico militare ha il ruolo di amplificatore di influenza sulla scena internazionale.

Occorre, ha proseguito il Generale Portolano, concentrare le risorse nei settori-chiave come quello del cyber, il dominio spaziale e l’intelligenza artificiale.

Riscontrare in questi settori i gap capacitivi diventerà indispensabile per “far convergere, in modo più deciso, i progetti di ricerca con le dinamiche di sviluppo capacitivo dello strumento militare e con quelle di politica industriale della difesa”.

Roadmap Difesa: obiettivo 2% del Pil

Alla luce della guerra in Ucraina, il Generale ha analizzato la situazione, arrivando alla conclusione che arrivare al 2% del Pil da destinare al budget militare, in linea con quanto detto dalla Nato, diventa essenziale poter contare sul “possesso del know-how tecnologico” e sulle capacità, rispondendo così alla necessità di una “catena di approvvigionamento certa ed efficace”.

Si dovrà procedere secondo tre step temporali:

  1. Breve termine: ripianare i sistemi d’arma e le scorte di munizioni cedute a Kiev;
  2. Medio termine: colmare i gap capacitivi già esistenti prima della crisi;
  3. Lungo termine: sviluppare capacità operative, ovvero sistemi, tecnologie, infrastrutture e risorse umane.

Roadmap Difesa: procurement efficace

Il Sgd intende attuare “processi di procurement efficaci, aderenti alle esigenze dell’area tecnico-operativa e flessibili per adattarsi a uno scenario continuamente mutevole”, fornendo le migliori capacità nel minore tempo possibile.

Questo si può ottenere:

  • Adottando processi agili e flessibili;
  • Puntando sulla sinergia con lo Stato Maggiore della Difesa, le Forze armate e il Comparto industriale “al fine di individuare le capacità e le tecnologie più idonee a soddisfare le esigenze operative”;
  • Implementando specifici integrated project team, interdisciplinari e multistakeholder per comprendere le esigenze operative;
  • Massimizzando le opportunità che emergono in ambito internazionale, con particolare riferimento ai progetti finanziati dal fondo europeo per la difesa, lo European defence fund.

A tal proposito, si è già creato un gruppo di lavoro specifico per coordinare le attività nazionali relative all’Epf.

Roadmap Difesa: competitività industriale

Un altro elemento che non potrà mancare è una base industriale della Difesa competitiva a livello internazionale.

Per farlo bisogna superare il binomio cliente-fornitore tra Difesa e industria e in questo Portolano si è detto intenzionato a “sfruttare tutti gli strumenti a disposizione, con particolare rifermento al tavolo di coordinamento della politica industriale”.

Un’iniziativa non circoscritta al solo ministero della Difesa ma che vede l’attivo coinvolgimento di tutto il sistema Difesa, dall’industria al mondo accademico.

Per concretizzare tutto questo, a detta del Generale sarebbe dunque “importante definire un nuovo modello di finanziamento del settore di investimento della difesa, basato su una legge ‘triennale sull’investimento’ ”.

Con particolare attenzione alla security of supply, che mira a garantire materie prime e capacità autonoma di produrre componenti essenziali, con l’ausilio della collaborazione con l’Agenzia industrie difesa (Aid) “per mappare le catene di approvvigionamento delle materie prime, dei semilavorati e della componentistica essenziale”, ha spiegato ancora Portolano, puntando sulla promozione della cooperazione industriale finalizzata alla crescita.

La promozione delle eccellenze passerà per l’export, dal quale dipendono i tre quarti del fatturato del comparto industriale italiano. Uno degli strumenti normativi più promettenti è rappresentato dagli accordi di politica industriale Government-to-Government (G2G).

Roadmap Difesa: aumento del personale civile

Aumentare il personale civile, è questo il punto da cui partire per Portolano, dal momento che il Dicastero della Difesa risente della carenza di personale dovuto al blocco delle assunzioni e al raggiungimento dell’età pensionabile da parte di chi è stato assunto negli anni Ottanta.

Serve mantenere aggiornato il censimento qualitativo e quantitativo delle qualità necessarie per ottimizzare le procedure concorsuali e sfruttare l’intero budget.

Il piano assunzioni per il personale civile, entro il 2025, potrebbe portare l’organico alla cifra di 20.000 unità.

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