Cos’è il trattato Start e perché Putin lo ha sospeso

Cos'è il trattato Start e perché Putin lo ha sospeso

Il presidente Putin ha sospeso l’accorso tra Russia e Stati Uniti per la riduzione delle armi nucleari.

Vladimir Putin ha deciso di sospendere l’applicazione dell’accordo riguardante il trattato Start, sottoscritto a Praga l’8 aprile 2010 dall’allora presidente russo, ed ora suo braccio destro, Dmitri Medvedev e il presidente americano Barack Obama.

Il trattato Start, acronimo di New Strategic Arms Reduction Treaty, riguarda la limitazione delle armi nucleari. Sospenderlo vuol dire che il leader del Cremlino manda in soffitta gli accordi che prevedono l’uso contenuto di armi nucleari, aprendo, di fatto, ad un utilizzo senza vincoli.

La decisione è stata comunicata nel corso del discorso sullo Stato della Nazione tenuto dal presidente russo e arriva proprio all’indomani dell’incontro tra il presidente Usa Joe Biden e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, durante il quale Biden ha riconfermato il sostegno e l’aiuto alla causa ucraina.

L’annuncio della sospensione dello Start avrà come conseguenza un attacco nucleare su larga scala da parte di Putin? Questo non è dato sapere, di sicuro, l’Ucraina teme che per il 24 febbraio, Mosca sferri un attacco senza precedenti.

Cos’è il trattato Start

Il trattato Start dell’8 aprile 2010, firmatari Medvedev e Obama, prevede la limitazione delle armi nucleari.

Il trattato è entrato in vigore il 5 febbraio 2011, in seguito prorogato una prima volta per 5 anni nel febbraio 2016 e una seconda volta sempre a febbraio ma del 2021. La scadenza del rinnovo è prevista per il 2026, ma Puti adesso lo ha sospeso.

Il trattato comprende tre documenti:

  • Testo di base;
  • Protocollo che elenca diritti e obblighi associati al documento;
  • Allegati tecnici che riguardano i dettagli.
    Il trattato prevede una clausola di ritiro.

I limiti imposti dal trattato Start

Il trattato Start prevede l’uso limitato di armi nucleari, il limite posto è di 1.550 testate nucleari, scattato entro 7 anni dall’entrata in vigore del Trattato dopo le rispettive ratifiche e riguarda le testate montate su:

  • Missili balistici intercontinentali (Icbm);
  • Missili balistici lanciati dai sottomarini (Slbm);
  • Numero di bombardieri disponibili con una testata ciascuno.

Con il New Start ci fu una diminuzione del 74% rispetto all’accordo Start 1 (lo Start 2 non entrò mai in vigore) e del 30% rispetto al Trattamento di Mosca del 2002.

Ai limiti sulle testate si aggiungono anche quelle sui vettori:

  • 700 vettori contando i missili Icbm e Slbm e i bombardieri in grado di sganciare ordigni nucleari (dimezzamento rispetto allo Start 1);
  • 800 vettori contando anche i missili non puntati.

Non ci fu l’intesa per porre dei limiti sui programmi di difesa anti-missile. Le verifiche, invece, consistevano in ispezioni dirette, scambio di dati e informazioni, notifiche relative alle armi strategiche e ai siti elencati, oltre ai metodi per facilitare i controlli.

Trattato Start sospeso: i rischi

Con la sospensione del trattato Start da parte di Putin decadono tutti i punti previsti nell’accordo e quindi, di conseguenza, non c’è più una riduzione alle tastate nucleari.

Nel suo discorso sullo Stato della Nazione, Putin ha detto che la Russia non può permettere agli ispettori americani di visitare i siti nucleari russi mentre Washington è intenta ad infliggere “una sconfitta strategica” a Mosca. “Sospendiamo il trattato, ma non ce ne ritiriamo”, ha sottolineato il capo del Cremlino.

Dopo la decisione presa da Putin sono arrivate a stretto giro le dichiarazioni del segretario di stato americano Antony Blinken che da Atene ha dichiarato che l’azione del presidente russo è “molto deludente e irresponsabile”.

Dello stesso avviso il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, in conferenza stampa con l’Alto Rappresentante Ue, Josep Borrell ed il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba che ha condannato il gesto di Putin: “Deploro la sospensione” dell’applicazione del trattato Start da parte della Russia e “invito” Mosca a “riconsiderare questa decisione”.