Paola Gentile - 21 dicembre 2022
Come cancellarsi dalla banca dati della Polizia di Stato
Tutto quello che c’è da sapere per chiedere la cancellazione delle proprie informazioni dalla banca dati della Polizia.
La Polizia di Stato ha una banca dati dove sono inserite tutte le informazioni acquisite dalle Forze dell’Ordine nel corso di attività amministrative, di prevenzione e di repressione di reati.
Per sapere se si è nella banca dati della Polizia puoi cliccare qui e avere tutte le informazioni necessarie, ma è altrettanto importante sapere come cancellarsi dalla suddetta banca dati.
Il termine specifico per indicare la banca dati della Polizia è Ced Interforze e non deve essere confuso con il certificato dei carichi pendenti che possiamo richiedere presso il Casellario giudiziale.
Il Ced Interforze garantisce la comunicazione e la condivisione immediata di tutte le informazioni che riguardano un cittadino che diventano, così, a disposizione di tutte le Forze dell’Ordine.
All’interno della banca dati vi sono presenti non solo le condanne riportate e i reati commessi, ma anche gli eventi rilevati dalla Polizia e di cui è opportuno tenere traccia, come ad esempio il possesso di stupefacenti per uso personale.
Come sono conservati i dati nel Ced
Il Dipartimento di Pubblica Sicurezza della Polizia di Stato ha l’incarico di gestire l’archivio elettronico del Ced Interforze; l’aggiornamento, invece, è a cura di tutti i reparti operativi periferici.
Il Sistema di indagine (Sdi) cataloga le informazioni acquisite in banca dati in maniera sintetica, non analitica, ovvero senza archiviare i provvedimenti originari come i verbali di denuncia o di arresto, le ordinanze di custodia cautelare, le sentenze dell’autorità giudiziaria che, in caso di bisogno, vengono richiesti all’organo che li ha emanati.
Quando è possibile richiedere la cancellazione dalla banca dati della Polizia
I tempi di permanenza delle informazioni nel Ced sono molto lunghi, fino a 20 anni per i dati relativi ai procedimenti penali, mentre per quelli relativi alle attività di prevenzione ed amministrative i tempi sono compresi tra i 5 e i 15 anni.
A stabilirne la durata della permanenza è un decreto del Presidente della Repubblica, in base al quale essi “sono conservati per un periodo di tempo non superiore a quello necessario per il conseguimento delle finalità di polizia”.
La presenza dei dati nel Ced della Polizia non implica nulla, nel senso che i precedenti rilevati dalle Forze dell’Ordine non possono essere usati in nessun tipo di procedimento penale o amministrativo, per i quali è sempre richiesta l’acquisizione di provvedimenti originali e completi, senza possibilità di surroga con le informazioni prese dal Ced Interforze.
Tuttavia, il cittadino può richiedere sia l’aggiornamento dei dati, sia la cancellazione vera e propria che è consentita nei casi di:
- Inesattezze;
- Errori sul nominativo iscritto;
- Errori su una conservazione di dati oltre il periodo massimo stabilito dalla legge.
Come cancellarsi dalla banca dati della Polizia
Trattandosi di una banca dati, il Ced Interforze costituisce un trattamento dei dati personali a tutti gli effetti ed è, di conseguenza, soggetto alla normativa sulla privacy.
Chiunque voglia può fare richiesta al Ministero dell’Interno, tramite istanza, e sapere se negli archivi informatizzati del Ced vi sono informazioni che lo riguardano, chiederne l’aggiornamento o la cancellazione. L’istanza formale deve essere accompagnata da:
- Modulo (lo si può trovare sul sito web della Polizia) compilato e firmato;
- Documento valido di riconoscimento.
Dopodiché, la domanda può essere inviata al Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, intestata alla Direzione Centrale della Polizia criminale oppure consegnata a mano agli uffici territoriali.
L’ufficio sarà obbligato a rispondere entro 30 giorni dall’inoltro dell’istanza.
In caso di mancato riscontro, chi viene a conoscenza dell’esistenza di dati che lo riguardano e che vengono trattati in violazione di disposizioni di legge o di regolamento può inviare un reclamo al Garante per la protezione dei dati personali oppure chiedere al tribunale civile di Roma (competente per territorio, perché ivi ha sede il dipartimento di P.S. titolare del trattamento) di “ordinare la rettifica, l’integrazione, la cancellazione o la trasformazione in forma anonima dei dati medesimi”.
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