Chi ha rapito Angela Celentano? La Procura si concentra sulla pista turca

Chi ha rapito Angela Celentano? La Procura si concentra sulla pista turca

La pista turca è un’inchiesta che la Procura di Napoli sta seguendo dal 2009, ma solo ora la famiglia Celentano è stata informata.

Un nuovo colpo di scena nel caso di Angela Celentano, la bambina scomparsa il 10 agosto 1996, all’età di tre anni, mentre si trovava sul Monte Faito con i genitori, e della quale si sono perse le tracce.

In tutti questi anni di finte piste, analisi del Dna, appelli e indagini senza risultati, ora la gip di Napoli, Federica Colucci, decide di non archiviare, come aveva richiesto la Procura, l’ultimo filone d’inchiesta ancora aperto sulla cosiddetta “pista turca”.

Angela Celentano, che oggi avrebbe 29 anni, potrebbe trovarsi in Turchia. Come ci sarebbe arrivata e soprattutto chi l’ha rapita?

Un momento prima c’era e quello dopo non c’era più. Sul Monte Faito, la famiglia Celentano (padre Catello, mamma Maria e sorelle Rossana e Naomi) era insieme ai membri della Comunità della Chiesa evangelica pentecostale di Vico Equense, vicino Napoli, frequentata dai genitori della piccola Angela.

Ora, forse grazie a quegli scampoli che richiamano alla pista turca, avviata dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea nel 2009 a seguito dell’iniziativa privata di una signora di nome Vincenzina Trentinella, si potrebbe arrivare, davvero, ad una svolta.

Chi ha rapito Angela Celentano: la pista turca

Le indagini sulla cosiddetta “pista turca” sono state avviate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli nel 2009, in seguito alle dichiarazioni di Vincenzina Trentinella.

La signora Trentinella ha sempre dichiarato di non aver nessun legame di parentela o di amicizia con la famiglia Celentano, ma di aver soltanto raccolto le confidenze di un prete, Don Augusto, che a sua volta le aveva ricevute da una donna in confessione.

Il Corriere della Sera riporta lo stralcio delle dichiarazioni che il prelato avrebbe riferito alla signora Vincenzina: “Mi disse: non posso tenermi questo peso sulla coscienza. E così dopo la sua morte decisi di andare in Turchia a verificare il suo racconto. Aveva detto la verità”.

La stessa Vincenzina si è recata personalmente in Turchia per sincerarsi che quanto dettole dal prete fosse vero. Stando al racconto, Angela Celentano si troverebbe in Turchia, dopo essere stata rapita sul Monte Faito e vivrebbe “su un piccolissimo isolotto che si chiama Buyukada, con un uomo che crede sia suo padre, che io ho incontrato in uno studio veterinario ed ha una cicatrice sul collo”.

Le dichiarazioni sono state messe a verbale, assieme alla fotografia della presunta Angela e a molti altri elementi, tra cui la foto del presunto rapitore di Celentano che Trentinella gli ha scattato nello studio veterinario.

Chi ha rapito Angela Celentano: la decisione della Gip

La Gip di Napoli Federica Colucci ha deciso di non archiviare il filone d’indagine della pista turca poiché, secondo il magistrato “permangono elementi di dubbio” e “in sede rogatoria emerge una discrasia che resta priva di logica spiegazione”.

Tale dubbio riguarda principalmente l’uomo sospettato di essere il finto madre di Angela Celentano. Tra le varie indicazioni fornite dalla signora Trentinella c’è anche il nome di Fahfi Bey, e un numero di telefono che la signora aveva dato agli inquirenti, numero che proprio Fafhi Bey le aveva scritto a mano su un biglietto da visita.

Lei lo aveva scovato in uno studio veterinario dove si era presentata fingendosi una turista che voleva portare a casa un gattino dell’isola.

Quindi: Fahfi Bey le scrive il numero di telefono sul bigliettino e quando la magistratura italiana chiede ai colleghi turchi di interrogarlo, e manda i suoi investigatori per la rogatoria, succede che viene interrogato l’uomo che usa quell’utenza.

Che però non è Fahfi Bey ma Fahri Dal, il veterinario che evidentemente conosce Bey e gli lascia utilizzare lo studio.

Fahri Dal non ha nessuna cicatrice, ovviamente, e non ha mai conosciuto la signora di quel gattino, ma nell’annotazione di fine rogatoria c’è scritto che quell’uomo è Fahfi Bey.

I magistrati italiani, recatisi sull’isolotto, avrebbero interrogato un uomo che in realtà non sarebbe il presunto padre turco di Angela ma il veterinario, titolare del numero di telefono fornito da Vincenza Trentinella, il quale ha riferito agli investigatori di non conoscere la donna.

Secondo il Servizio di Cooperazione internazionale di Polizia c’è un nuovo numero telefonico di un’utenza aperta proprio a nome di Fahfi Bey, ciò significa che “un soggetto con questo nome esiste”, deduce la giudice, e perciò “questa circostanza dev’essere approfondita” perché “non è spiegabile con un “refuso”” (di refuso si parla nella richiesta di archiviazione).

In pratica: è stato interrogato l’uomo sbagliato, o meglio, “A Fafhi Bey viene attribuito l’interrogatorio di Fahri Dal”. Per la presenza di tutte queste zone d’ombra, la gip ha deciso che il pubblico ministero indaghi altri sei mesi e sciolga i nodi.

La reazione della famiglia Celentano

Abbiamo appreso dalla stampa dell’esistenza di un’indagine della Procura di Napoli: la speranza è sempre viva e la famiglia si auguriamo che questa nuova inchiesta possa darci notizie certe su Angela Celentano”.

A parlare è l’avvocato Luigi Ferrandino, legale della famiglia Celentano che ha avvertito subito i genitori di Angela che non erano a conoscenza dell’indagine della Procura.