Chi era Serena Mollicone e com’è morta

Chi era Serena Mollicone e com'è morta

A più di vent’anni dalla morte, il caso dell’omicidio di Arce potrebbe chiudersi.

La giovane Serena Mollicone è stata uccisa il 1° giugno 2001. Dopo più di vent’anni dal barbaro assassinio, finalmente si può mettere un punto, forse, ad una vicenda che ha scosso la comunità di Arce e l’Italia intera.

La studentessa è stata ammazzata per mano di Marco Mottola (qui), un ragazzo, all’epoca dei fatti, amico d’infanzia della giovane, noto in paese per la sua attività di spacciatore. Mottola aveva legami con i pusher della zona e faceva regolarmente uso di hashish.

In questa terribile vicenda, gli attori in campo sono stati tanti. I primis, Mottola junior, ritenuto dal pm dell’accusa Beatrice Siravo, come l’esecutore materiale del delitto.

Indubbio il coinvolgimento del padre del ragazzo, Franco Mottola, ex Comandante della Caserma dei Carabinieri di Arce dove si è consumato il delitto, e la madre del giovane, Anna Maria responsabile, con il marito, di occultamento di cadavere.

Per i tre, l’accusa ha chiesto, rispettivamente, 24 anni, 30 anni e 21 anni. L’ex maresciallo dei Carabinieri deve rispondere anche di omicidio colposo e occultamento di cadavere, oltre ai numerosi depistaggi, operati in questo caso specifico e negli anni, per proteggere il figlio (approfondimento).

Oltre alla famiglia Mottola, sono stati imputati anche l’appuntato del Carabinieri, Francesco Suprano e il luogotenente Vincenzo Quatrale, accusato di istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi, l’unico ad aver rilasciato una dichiarazione che avrebbe inchiodato, in sede di processo, il clan Mottola (qui),

Ma chi era Serena Mollicone, com’è morta?

Serena Mollicone: chi era

Serena Mollicone era una giovane ragazza di 18 anni, frequentava l’ultimo anno del liceo socio-psico-pedagogico "Vincenzo Gioberti" di Sora e suonava il clarinetto nella banda del paese.

Aveva perso la mamma molto piccola, all’età di 6 anni, e il padre Guglielmo era un insegnante elementare e gestiva una cartolibreria in paese, l’uomo morirà il 31 maggio 2021 a seguito di un infarto, senza aver avuto giustizia per la figlia.

La sorella di Serena, Consuelo, si era trasferita a Como dove svolgeva la professione di insegnante di scuola elementare. Da alcuni mesi Serena frequentava il ventiseienne Michele Fioretto, abitante di un paese vicino.

La mattina dell’omicidio, il 1° giugno 2001, Serena si era recata all’ospedale di Isola del Liri per un esame radiografico ai denti. Dopo la visita medica, terminata alle 9:30, acquista quattro pezzi di pizza e quattro cornetti in una panetteria nei pressi della stazione, lasciando presumere che dovesse incontrare delle persone.

Gli investigatori ipotizzano che successivamente abbia preso l’autobus per Arce e l’ultimo avvistamento avviene in piazza Umberto I, la piazza principale del paese. Serena, il cui rientro a casa era previsto per le ore 14, quel giorno deve incontrare il suo ragazzo e nel pomeriggio avrebbe dovuto completare la tesina per l’esame di maturità.

Invece, Serena viene vista entrare, dal brigadiere Santino Tuzi, in Caserma probabilmente per denunciare il figlio del maresciallo Mottola, Marco, spacciatore ed in contatto con i pusher della zona.

Serena Mollicone: com’è morta

Dalle indagini, svolte a più riprese in questi vent’anni, emerge che Serena è morta per mano di Marco Mottola, che la uccide nella Caserma dei Carabinieri di Arce, dove suo padre era comandante.

L’arma del delitto è la porta della Caserma contro la quale viene sbattuta Serena, che cade a terra priva di sensi. Anziché soccorrerla, il maresciallo Mottola l’ha imbavagliata e in seguito trasportata, con la complicità della moglie, nel boschetto di Fonte Cupa ad Anitrella, frazione di Monte San Giovanni Campano, a 8 km da Arce, in una zona già ispezionata il giorno precedente da alcuni carabinieri che non notarono nulla di particolare.

Il cadavere viene ritrovato verso le ore 12:15 di domenica 3 giugno 2001 da una squadra della Protezione Civile.

Il corpo è adagiato in posizione supina in mezzo ad alcuni arbusti, coperto con rami e fogliame, nascosto dietro un grosso contenitore metallico abbandonato. La testa, che presenta una vistosa ferita vicino all’occhio sinistro, è avvolta in un sacchetto di plastica, mentre le mani e i piedi sono legati con scotch e fil di ferro.

Naso e bocca appaiono avvolti da diversi giri di nastro adesivo, facendo dedurre che la morte sia avvenuta per asfissia.

Serena Mollicone: le indagini

I depistaggi operati dal maresciallo Mottola portarono in prima battuta ad iscrivere il carrozziere Carmine Belli nel registro degli indagati, in seguito assolto e scagionato.

L’altra vittima sacrificale del diabolico piano dei Mottola è il brigadiere Santino Tuzi, ritrovato cadavere dopo una settimana dalla sua deposizione che, in sede processuale, avrebbe inchiodato i Mottola.

Nel giugno 2011 vengono iscritti nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere, l’ex maresciallo Franco Mottola, sua moglie e suo figlio Marco.

Nel 2016, il cadavere di Serena viene riesumato e trovato privo degli organi genitali e dell’ano, forse per occultare una violenza.

Le indagini si concludono e indicano, incontrovertibilmente, come luogo dell’omicidio la Caserma dei Carabinieri di Arce e per la pm Siravo Marco Mottola è l’assassino.