Chi era Angelo Vassallo e perché è stato ucciso

Chi era Angelo Vassallo e perché è stato ucciso

Il caso dell’omicidio del sindaco-pescatore torna in tv in uno speciale de Le Iene.

Nel secondo appuntamento di “Inside”, il programma di approfondimento di Italia 1 targato Le Iene, in onda domenica 6 novembre 2022, alle 20:30, si torna a parlare di un cold case che ancora oggi desta dubbi e perplessità e che non ha trovato una quadra: parliamo dell’omicidio del sindaco-pescatore Angelo Vassallo.

La trasmissione ripropone le inchieste giornalistiche condotte dagli inviati del popolare show Mediaset riguardanti le storie italiane raccontate dalle Iene nel corso degli anni.

La storica Iena, Giulio Golia ripercorre le tappe della vicenda di Vassallo e della sua morte, avvenuta a Pollica il 5 settembre 2010. Dalle indagini emerse, infatti, il coinvolgimento di alcuni carabinieri, legati al traffico di droga nel porto di Acciaroli.

A luglio, ci fu una svolta: finirono nel registro degli indagati per l’omicidio Vassallo, il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, l’ex boss Romolo Ridosso, il figlio Salvatore e l’ex proprietario del cinema Giuseppe Cirpaino. Altre due persone, imprenditori di Acciaroli, erano finite nell’indagine per questioni di droga.

I fratelli di Vassallo, Dario e Massimo, rispettivamente Presidente e Vicepresidente della Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore, hanno scritto una lettera al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per chiedere che non si spengano i riflettori su questa vicenda e che venga fatta chiarezza sui fatti di Pollica.

Chi era Angelo Vassallo: il sindaco-pescatore di Pollica

Classe 1953, Angelo Vassallo è stato sindaco di Pollica, in provincia di Salerno, dal 1995 al 2010, ed è stato ucciso in un attentato, si presume di matrice camorristica, il 5 settembre 2010.

Esponente del Partito Democratico, prima di vestire la fascia tricolore di sindaco, Vassallo era stato consigliere provinciale a Salerno tra le file della Margherita.

Oltre alla carica di primo cittadino, ricopriva anche quella di presidente della Comunità del parco, organo consultivo e propositivo dell’ente Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Soprannominato il "sindaco pescatore", politicamente Vassallo si distingueva per un marcato ambientalismo.

Nel 2007, Vassallo si è fatto promotore dell’inserimento della dieta mediterranea tra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità. La candidatura italiana venne approvata dall’UNESCO il 16 novembre 2010, nel corso del 3° Comitato del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO svoltosi a Nairobi.

La delegazione italiana in Kenya, guidata per conto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali dal professor Pier Luigi Petrillo, decise di dedicare il riconoscimento proprio ad Angelo Vassallo.

Angelo Vassallo: chi l’ha ucciso e perché

L’omicidio di Angelo Vassallo si consumò la sera del 5 settembre 2010, intorno alle 22:15 ad Acciaroli, frazione di Pollica, mentre stava tornando a casa alla guida della sua auto. Venne ucciso da uno o più attentatori, ancora ignoti, con nove proiettili calibro 9, sette dei quali colpirono il bersaglio.

Sebbene la matrice dell’attentato sia ancora sconosciuta, il pubblico ministero Luigi Rocco ha avanzato l’ipotesi che dietro la morte del sindaco-pescatore di Pollica ci sia la longa manus della camorra. Ma perché?

Il motivo può risultare semplice quanto cruento. L’ipotesi investigativa della DDA di Salerno è che Vassallo non si sia piegato alla camorra e che sia stato ucciso perché, venutone a conoscenza, voleva denunciare un traffico di droga che gravitava attorno al porto turistico di Acciaroli.

Nel 2015, Bruno Humberto Damiani è l’unico indagato per l’omicidio Vassallo, per i suoi contatti con i trafficanti di droga del quartiere di Napoli di Secondigliano.

La sera del delitto, Bruno Damiani era con due persone ad Acciaroli, e a rivelarlo è Luigi Molaro, un altro carabiniere finito sotto inchiesta insieme al colonnello Fabio Cagnazzo per aver prelevato la cassetta di una telecamera puntata sul porto, proprio dove il brasiliano e due sconosciuti avrebbero a lungo osservato Vassallo. L’uomo viene poi scagionato anni dopo.

Nel 2018, è la volta brigadiere Lazzaro Cioffi, colluso con il clan Caivano per averne protetto le attività di narcotraffico, e fino a poco prima dell’arresto lavorava nel nucleo investigativo di Castello di Cisterna, impiego che svolgeva dal 1991.

Lo stesso nucleo di cui era a capo il colonnello Fabio Cagnazzo, che ha avuto una breve relazione con Giusy, una dei due figli di Vassallo, e che la sera dell’omicidio era ad Acciaroli. Cagnazzo venne indagato e poi prosciolto dai pm salernitani.

Si riaprono le indagini

Una lettera anonima giunta alla redazione de Le Iene nel 2019 tira di nuovo in ballo Cagnazzo e Cioffi. Dopo 12 anni dalla morte di Vassallo, nel luglio 2022 sono state inserite nel registro degli indagati 9 persone ritenute avere un legame con l’omicidio del sindaco-pescatore. Due sono legate all’ambiente della camorra, quattro sono imprenditori e tre carabinieri, tra cui il colonnello dell’Arma Fabio Cagnazzo.

L’appello al ministro Piantedosi

I fratelli Angelo Vassallo, Dario e Massimo, rispettivamente Presidente e Vicepresidente della Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore, hanno scritto una lettera al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Chiediamo al Ministro dell’Interno di fare qui chiarezza, sugli atti e sul loro operato amministrativo. Vogliamo conoscere le responsabilità di questi individui”.

Un atto dovuto, non solo ai familiari di Angelo ma a tutti gli italiani che “si uniscono alla nostra richiesta di non arrestare l’attività della commissione parlamentare d’inchiesta”.

Ora, il Parlamento ha l’occasione di riscattare 12 anni nei quali non è stato possibile fare luce sull’omicidio di Angelo, proprio in virtù di alcuni fascicoli desegretati, e portare una verità giudiziaria ad uno dei casi di maggiore rilievo, legato alla politica e all’amministrazione del Mezzogiorno, in particolar modo della Campania

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