Chi è Ratko Mladic, il "macellaio di Bosnia"

Chi è Ratko Mladic, il "macellaio di Bosnia"

È stato condannato all’ergastolo l’ex comandante Ratko Mladic, autore di uno dei più atroci genocidi dalla seconda guerra mondiale durante la guerra dei Balcani.

Non ci sarà alcun rinvio o nuovo processo per il “Boia si Srebrenica”, Ratko Mladic, il generale serbo-bosniaco colpevole di crimini contro l’umanità. A deciderlo è stata l’Aja; i giudici delle Nazioni Unite hanno respinto il ricorso dell’ex generale settantottenne, confermando l’ergastolo a vita.

Le mani del generale sono ancora impregnate del sangue di migliaia di bambini e bambine musulmane di Srebrenica, dove compì un vero genocidio, e solo uno dei tanti crimini di cui si è macchiato durante la guerra che infuriò nei Balcani dal 1992 al 1996.

Davanti alle condanne per crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio, Ratko Mladic ha voluto incolpare il destino. Il fato lo avrebbe messo nelle condizioni di dover ricoprire il ruolo di difensore del proprio paese dalla presenza dei musulmani bosniaci, come disse durante l’udienza d’appello:

Il destino mi ha messo in grado di difendere il mio Paese che voi potenze occidentali avevate devastato con l’aiuto del Vaticano della mafia occidentale

Chi è Ratko Mladic

Il generale e criminale di guerra, Mladic, appartenente alla lega comunista jugoslava, ha ricoperto il ruolo di Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina durante la guerra in Bosnia dal 1992 al 1995.

Conosciuto come il “macellaio” o “boia” di Bosnia, Ratko Mladic ha commesso alcuni dei più atroci crimini di guerra che si ricordano dai tempi della seconda guerra mondiale, come hanno ribadito i magistrati dell’Aja.

Tutt’oggi incubo di migliaia di bosniaci musulmani, Mladic è responsabile della morte di 8.000 uomini di Srebrenica, città posta sotto protezione dei caschi blu delle Nazioni Unite, rendendosi artefice di un atroce genocidio di massa.

L’ex comandante è ricordato, inoltre, per il brutale assedio della città di Sarajevo avvenuto dopo la dichiarazione d’indipendenza della Repubblica di Bosnia-Erzegovina, e iniziata con sparatorie da parte dei suoi ufficiali per impedire l’entrata e l’uscita dalla città.

Fu uno degli assedi più lunghi della storia moderna, che durò circa quattro anni. In questo periodo, Mladic ordinò ai cecchini di sparare a vista ai civili bosniaci, gettando così la città nel terrore.

Le truppe di Mladic durante la guerra compirono diversi massacri contro i civili, commettendo stupri etnici e costruendo dei veri campi di concentramento.

In seguito alle accuse mosse dal Tribunale penale internazionale per l’Ex Jugoslavia Mladic si diede alla latitanza e fu arrestato solo nel 2011.

Mladic: un eroe per i serbi

Nonostante la condanna, Ratko Mladic continua a essere per alcuni uno dei simboli della la Repubblica Serba. In questi giorni sono state segnalate molte manifestazioni di esaltazioni da parte di alcuni estremisti di destra in onore del generale, riconosciuto come un eroe di guerra.

Uno tra gli esempi più eclatanti è lo striscione apparso sul cavalcavia di Banja Luka: “Non riconosciamo le decisioni dell’Aja. Siete l’orgoglio della Repubblica serba”.

In molti gli estremisti di destra, sostenitori del generale, e che ancora esaltano l’operato del generale ce dei cecchini.

Infatti, durante gli anni della sua latitanza Mladic poté contare sull’amicizia con l’allora Presidente serbo Slobodan Milosevic e sul sostegno del Presidente della Repubblica serba di Bosnia Erzegovina Radovan Karadzic, che andò a processo davanti l’Aja nel 2009.

Nonostante i nostalgici del “Boia di Srebrenica”, in molti riconoscono le atrocità compiute dal generale durante la guerra e accolgono, quindi, la sentenza con un sospiro di sollievo. Finalmente “l’epitome del male”, come definito dall’ex capo dei diritti umani delle Nazioni Unite Zeid Ra’ad al Hussein, rimarrà recluso in un carcere fino alla fine dei suoi giorni.

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