Boom di navi russe nel Mediterraneo: ecco quante ce ne sono

Boom di navi russe nel Mediterraneo: ecco quante ce ne sono

L’Ammiraglio della Marina Militare, Enrico Credendino traccia un bilancio della situazione nel Mediteranno.

Per ora i russinon sono una minaccia. Solcano il Mediterraneo dalla base di Tartus, in Siria, come facciamo noi nel Canale di Sicilia”. È quanto ha dichiarato in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera il capo di Stato Maggiore della Marina Militare, l’Ammiraglio Enrico Credendino sulla situazione nel Mediterraneo.

Proprio il Mare Nostrum è fortemente attenzionato per la sua valenza strategica, snodo di importanti crocevia politici e militari, ma anche dotato di un equilibrio fragilissimo che potrebbe spezzarsi da un momento all’altro.

Ed è proprio per garantire questo equilibrio che sono state varate le linee guida da parte del Ministero della Difesa circa il piano sulla “Strategia di sicurezza e difesa per il Mediterraneo”, che prevede azioni cooperative, operative e di intelligence.

La presenza russa nel Mediterraneo non è mai stata così cospicua:

“Un aumento progressivo, e quando ci sono sommergibili armati con missili ai confini delle acque territoriali, il nostro Paese deve scoprirli e seguirli ovunque. Lo facciamo con due delle quattro Fremm (fregata europea multi missione) di cui disponiamo”

ha aggiunto l’Ammiraglio Credendino, evidenziando che una presenza così massiccia di flotte di diversi Paesi non si è avuta “nemmeno durante la Guerra Fredda”.

Ma quante sono le navi russe nel Mediterraneo?

Navi russe nel Mediterraneo: quante sono

È una presenza silente, al momento, ma comunque c’è e si fa sentire. Si tratta di 18 navi da guerra russe, più 2 sottomarini. Uno spiegamento che non era mai stato così numeroso. Un vero e proprio boom di bandiere russe.

L’Ammiraglio Credendino, dal 2021 capo di Stato Maggiore della Marina Militare, scatta la fotografia di quello che è il Mediterraneo oggi, un bacino allargato che comprende i traffici da ovest ad est e viceversa, inglobando il passaggio delle navi mercantili degli stretti, con il Canale di Sicilia a fare da cerniera e a consentire un collegamento più veloce.

Ad affollare il Mediterraneo non ci sono solo i russi: “anche i turchi stanno potenziando la loro flotta. Lo stesso fanno i francesi, mentre gli americani hanno in parte lasciato il Mediterraneo per concentrarsi sul teatro indo-pacifico. Tocca a noi riempire il vuoto, questo mare è casa nostra”.

Navi russe nel Mediterraneo: come si rafforza l’Italia

Il nostro Paese ha messo in campo delle contromisure per arginare e tenere sotto controllo la massiccia presenza di navi russe nel Mediterraneo. Lo fa con:

  • “Pattugliatori” polivalenti d’altura Thaon di Revel;
  • Nave Trieste, la prima nave d’assalto anfibio con gli F35.

Una vera forza di proiezione ovunque, anche se rimane la vocazione ad aiutare chi è in difficoltà, come accadde per Haiti”.

Se l’Italia andrà in Ucraina a scortare i cargo carichi di grano ancora non è dato saperlo, quello che è certo è che nel momento in cui dovesse arrivare l’ordine, i nostri militari saranno “pronti a intervenire, che siano scorte oppure operazioni di sminamento delle coste ucraine”.

L’Ammiraglio Credendino ricorda poi la vocazione marittima dell’Italia e l’importanza della salvaguardia e sicurezza delle nostre coste:

“Il mare ha un ruolo centrale, con 8mila chilometri di coste e 20 milioni di italiani che vivono entro 300 metri dall’acqua. Me compreso, a Livorno. Tutto quello che avviene lì, ha ripercussioni su ciò che accade a terra”.

La partita si gioca anche sott’acqua, una dimensione che l’Ammiraglio definisce “sconosciuta” e che quindi “deve essere esplorata e vigilata”. A questo proposito, la nostra Marina è capo fila del nuovo Polo nazionale subacqueo a La Spezia.

In quali missioni è impegnata la Marina Militare italiana

Ad oggi, la nostra Marina Militare è impegnata con 3mila donne e uomini in vari scenari, quali:

  • Esercitazioni Nato nel Baltico (dove è presente anche la Russia - leggi qui);
  • Pattugliamenti anti-pirateria nel Golfo di Guinea e nell’Oceano Indiano, fino al Circolo polare artico.

A breve, è previsto molto probabilmente un impegno in Libano con l’Unifil.
Con la zona economica esclusiva poi aumenteremo la nostra presenza nel Mediterraneo, dove già vigiliamo sulle piattaforme Eni e i nostri pescherecci davanti alla Libia”.

Tuttavia, non mancano i rischi, infatti due unità di pescherecci sono stati colpiti: “Da un’unità di Bengasi. Siamo intervenuti in un’area instabile per proteggere i cittadini e gli interessi nazionali. E continueremo a farlo”.

La Marina Militare, così come le altre due Forze armate, Esercito e Aeronautica Militare, è molto apprezzata dagli italiani. Sette su dieci hanno espresso questo gradimento, come rileva Eurispes: “Quest’anno festeggiamo a Gaeta, ricordando l’azione di Premuda del 10 giugno 1918, quando i nostri Mas 15 e 21 attaccarono da soli la flotta austriaca e affondarono la corazzata Santo Stefano”.

La regola numero uno è: lavorare in gruppo, senza lasciare “indietro nessuno e si parla la stessa lingua con le controparti, in tutto il mondo. Quella del mare”.

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