Asse Roma-Mosca: in cosa consistono gli accordi presi durante il Covid e chi ha pagato

Asse Roma-Mosca: in cosa consistono gli accordi presi durante il Covid e chi ha pagato

Dall’indagine del COPASIR emerge che gli aiuti russi all’Italia non sono stati solo per ventilatori e mascherine. Un accordo segreto costato oltre 3 milioni di euro.

Le tensioni della guerra in Ucraina si stanno riversando, inevitabilmente anche sul nostro Paese. L’Italia, insieme, all’Unione europea ha inasprito le sanzioni nei confronti della Russia ed è pronta e sodale con la Ue ad intensificarle, qualora ce ne fosse bisogno. Ed è proprio la presa di posizione dell’Italia che non è andata giù ai vertici del Cremlino che hanno ricordato al nostro Paese, nemmeno andando troppo per il sottile, degli accordi bilaterali che intercorrono tra Roma e Mosca e degli “aiuti” russi che l’Italia ha accettato nel pieno dell’emergenza Covid.

Ora, da un’indagine svolta dal COPASIR (Comitato Parlamentare per la Sicurezza della repubblica) e riportata dal Corriere della Sera, si scopre che quegli “aiuti” non sono stati disinteressati, tanto meno gratuiti, con l’Italia che ha dovuto sobbarcarsi tutte le spese.

Le mail dall’Ambasciata russa

Le mail intercorse tra l’Ambasciata della Federazione russa presente in Italia e i funzionari del ministero, del governo e della Protezione civile italiana mettono in chiaro il contenuto della missione in arrivo da Mosca.

“Sono state preparate brigate mediche con impianti e attrezzature necessarie per prestare assistenza d’urgenza e curare gli ammalati. Si prevede di inviare i mezzi speciali per la disinfestazione di strutture e centri abitati nelle località infette”.

Il messaggio è del 22 marzo 2020. In piena crisi emergenziale da Coronavirus, la Russia si offre di aiutare il nostro Paese per gestire la pandemia.

Nei numerosi discorsi alla Nazione dell’allora premier Giuseppe Conte, questi ribadì più volte che l’Italia aveva bisogno di mascherine e ventilatori e che la Federazione russa si era offerta di prestarli. Ora, si viene a scoprire che non sono state mandate solo mascherine, ma sono giunti in Italia numerosi voli insieme a 130 uomini destinati alla missione anti Covid del marzo 2020.

I russi avevano ottenuto il lasciapassare dal governo italiano per “bonificare” le nostre strutture pubbliche dal virus.

Gli accordi Roma-Mosca

Dalle mail e dagli altri documenti raccolti dal COPASIR, come riporta il Corriere della Sera, emerge che i termini degli accordi tra l’ex Presidente del Consiglio Conte e il Presidente russo Vladimir Putin non prevedevano soltanto materiale sanitario, insufficiente per le esigenze di quel periodo, ma uomini e mezzi.

L’operazione, lascia pensare che da parte russa ci fosse l’intento di un’attività di spionaggio ai danni del nostro Paese, mascherata da aiuti umanitari.

Il tono determinato e ultimativo della mail russe indirizza in questo senso, ovvero in uno scopo diverso da quello del sostegno reciproco: “Attendiamo risposte alle domande entro tre ore sui canali diplomatici a Roma o a Mosca”.

Risposte giunte nei tempi ed affermative, dal momento che i primi 11 velivoli militari russi sono atterrati in Italia e i voli sono proseguiti quotidianamente dal 22 marzo al 15 aprile 2020 sulla rotta Soci-Pratica di Mare-Soci.

Per programmare il volo e svolgere i lavori umanitari servono le informazioni sugli aeroporti di arrivo e le località in cui saranno inviati gli specialisti russi” avevano specificato dall’Ambasciata russa in Italia.

Inoltre, viene indicato l’elenco degli aerei e il nome dei comandanti. Poi si specifica che “gli aerei trasportano il personale medico, i dispositivi di protezione, l’attrezzatura medica e i mezzi per la lotta contro il coronavirus”.

Il primo decollo era stato programmato per le ore 14 di Mosca poi a seguire a distanza di un’ora altri quattro aerei.

“Attualmente si stanno preparando alla partenza 123 persone e 7 mezzi. Fra gli specialisti russi ci saranno 12 interpreti di lingua italiana per poter assicurare la comunicazione immediata con gli esperti italiani”.

Chi ha pagato

Ovviamente nei termini dell’operazione, i russi lo fanno intendere chiaramente: le spese sono a carico dell’Italia:

“Ci auguriamo che le questioni di vitto alloggio e supporto alla vita dei medici russi siano dalla parte italiana, come pure la messa a disposizione di materiali consumabili necessari per il funzionamento degli apparecchi di ventilazione artificiale dei polmoni che saranno portati dalla Russia”.

Il tutto alla modica cifra di oltre tre milioni di euro, comprese le spese di carburante: “Si prega altresì di provvedere al servizio terrestre aeroportuale nonché al refueling fino a 50 tonnellate di combustibile a titolo di cortesia”, oltre ai rifornimenti gratuiti presso gli aeroporti italiani, compresa l’esenzione sulle tasse di aeronavigazione, pagamento del parcheggio e altri servizi aeroportuali.

Nata come sostegno all’emergenza, l’operazione russa in Italia ha assunto risvolti diversi, con un carico di esborso italiano notevole e questo spiega anche la presa di posizione di Alexei Paramonov, direttore del Primo dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, nei confronti della risoluzione italiana a favore delle sanzioni alla Russia.

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