Andare a combattere in Ucraina è illegale? Indagato un mercenario italiano

Andare a combattere in Ucraina è illegale? Indagato un mercenario italiano

È il primo mercenario italiano ad essere indagato. Ora rischia il carcere.

La Procura di Genova ha indagato un giovane 19enne che si è arruolato come mercenario nella Brigata internazionale ucraina che da mesi contrasta i russi. Il ragazzo rischia da due a sette anni di carcere. A muovere le accuse a suo carico è il sostituto procuratore Marco Zocco della Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo del capoluogo ligure.

Il giovane, simpatizzante del movimento di estrema destra Casapound, ora si trova in una situazione piuttosto complessa.

Sempre a Genova, dopo l’invasione russa della Crimea nel 2014, era partita un’inchiesta su un giro di mercenari filorussi partiti in seguito agli scontri. Si esclude che dietro la partenza del giovane 19enne ci sia una rete di reclutamento.

Mercenario italiano indagato: chi è?

Si chiama Kevin Chiappalone, il 19enne genoano indagato dalla Procura per essersi arruolato in Ucraina come mercenario e per essere partito per combattere nella Brigata internazionale ucraina.

L’indagine della Digos (Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali) era partita dopo che il giovane simpatizzante di Casapound aveva dichiarato (in forma anonima) alla rivista Panorama la sua intenzione di partire per difendere l’Ucraina dopo aver sentito il presidente russo Vladimir Putin che parlava di “denazificare il Paese”.

Cosa è successo?

Sulla scorta di quelle dichiarazioni, in un’intervista anonima rilasciata a Panorama, Chiappalone aveva detto: “Putin ha promesso di voler denazificare l’Ucraina. Diciamo che, in quel momento ci siamo sentiti chiamare in causa”.

Così, come riporta Repubblica, si era rivolto all’avvocato Lars Markus Hansen, legale impegnato nell’assistenza di militanti di estrema destra, per sbrigare le questioni burocratiche e partire.

Sempre Repubblica riporta le dichiarazioni rilasciate dal legale che si defila: “ho ricevuto il ragazzo, gli ho sconsigliato di andare per evitare di mettersi in pericolo, ma nulla ho potuto sulla sua decisione”.

Fatto sta che Chiappalone si è arruolato senza alcuna esperienza in ambito militare o nell’uso delle armi, ed è partito a maggio, con un volo aereo fino in Polonia e da lì in autobus fino al fronte. Dopo una fase di addestramento documentata sui suoi profili social, il giovane ha scelto come nome di battaglia “Alessandro” e, al momento, si trova in Donbass.

Le indagini della Procura

Le dichiarazioni di Chiappalone hanno destato perplessità nella Direzione distrettuale antiterrorismo del capoluogo ligure e nel pubblico ministero Marzo Zocco che, insieme agli agenti della Digos, ha iscritto Chiappalone nel registro degli indagati.

Per gli inquirenti si tratta di un mercenario. Sulla base delle ricostruzioni fatte dalle Autorità, il giovane ha fatto tutto da solo, senza l’appoggio di una rete in Italia. Ha preso contatti sul territorio ucraino tramite Internet, ed è andato fin lì. Su uno dei suoi profili Facebook sono postate foto presumibilmente scattate sul territorio ucraino, anche con altre persone con ogni probabilità minorenni.

In ogni caso la Digos ha sentito anche diversi testimoni, tra cui alcuni esponenti di Casapound.

Non è la prima volta che la Procura di Genova si occupa di mercenari. Era già successo nel 2014, dopo la partenza di alcuni filorussi in seguito allo scoppio del conflitto in Crimea.

Indagine che coinvolse Andrea Palmieri, il “generalissimo”, latitante a piede libero che per la giustizia italiana deve ancora scontare 5 anni di carcare per aver fatto da reclutatore. Ex capo ultrà dei Bulldog della Lucchese, estremista di destra, è in Donbass.

Altri sono Massimiliano Cavalleri detto ’Spartaco’, e Gabriele Carugati, soprannominato ’Arcangelo’, un ex addetto alla sicurezza di un centro commerciale in Lombardia figlio di Silvana Marin, ex dirigente della Lega a Cairate. Dovrebbero essere ancora lì a combattere al fianco dei russi.

Cosa rischia

Chiappalone rischia da due a sette anni di carcere. “È illegale sia reclutare soldati in Italia senza l’autorizzazione del governo che arruolarsi per combattere in un esercito straniero ” dice Nicola Canestrini, avvocato penalista, referente nazionale degli esperti di Fair trials international e già professore a contratto in diritto internazionale dei conflitti armati a Il Dolomiti.

Il nostro Paese, infatti, non consente la partecipazione di soggetti, diversi dalle proprie Forze armate, a conflitti militari nel territorio di un altro Stato, in quanto la convenzione delle Nazioni Unite del 1989 è stata ratificata con la legge 12 maggio 1995 n. 210.

L’articolo 244 del Codice penale prevede la punizione per chi, senza l’autorizzazione del governo, porta avanti arruolamenti o compie atti ostili verso uno Stato estero con pene da 6 a 18 anni, ma fino all’ergastolo se poi per ritorsione l’Italia dovesse ritrovarsi attaccata.

Inoltre, l’arruolamento è punito dall’articolo 270 quater del Codice penale, introdotto nel 1995 con riferimento alle finalità di terrorismo.