Allarme terrorismo in Italia, arrestati 14 fondamentalisti islamici: ecco cosa sappiamo

Allarme terrorismo in Italia, arrestati 14 fondamentalisti islamici: ecco cosa sappiamo

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è scattata dopo le indagini dell’antiterrorismo di Genova che ha riscontrato dei contatti tra il gruppo e l’attentatore di Charlie Hebdo.

È scattata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per 14 persone, quasi tutte di nazionalità pakistana, con l’accusa gravissima di associazione con finalità di terrorismo internazionale.

Per la Direzione distrettuale antiterrorismo di Genova, che ha operato in collaborazione con la Digos e il servizio per il contrasto all’estremismo della Polizia, i 14 stavano progettavano attentati tra Italia, Spagna e Francia. Dalle indagini condotte, tutti risultano avere legami con Zaheer Hassan Mahmoud.

Il 25 settembre 2020, Mahmoud ferì, a colpi di mannaia, due giornalisti nell’ex sede della redazione di Charlie Hebdo, a Parigi.

Pochi giorni dopo i fatti, il procuratore nazionale antiterrorismo francese, Jean-Francois Ricard, aveva fatto sapere che Mahmoud, prima di recarsi in Francia, era passato dall’Italia.

Allarme terrorismo in Italia: cosa sappiamo

L’indagine condotta dalla Direzione distrettuale antiterrorismo di Genova - in lavoro sinergico con la Digos di Genova e il Servizio per il Contrasto all’Estremismo e Terrorismo Esterno della Polizia di Stato, insieme agli Uffici Antiterrorismo di Spagna e Francia, coordinati dall’ECTC- European Counter Terrorism Centre di Europol - ha indotto il tribunale del capoluogo ligure a emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per 14 persone, quasi tutte di nazionalità pakistana, e legate a Zaheer Hassan Mahmoud.

L’inchiesta è sotto la giurisdizione di Genova perché uno degli arrestati vive nel chiavarese. La maggior parte di loro si spostava fra l’Emilia-Romagna, la Spagna e la Francia.

La cellula terroristica sgominata è riconducibile ad un gruppo più ampio di giovani pakistani, il “Gruppo Gabar”, come sono soliti auto denominarsi. Tutti, appunto, con contatti diretti con l’attentatore di Charlie Hebdo.

Allarme terrorismo in Italia: i legami del gruppo con Mahmoud

Il 25enne attentatore aveva fatto ripiombare, appena due anni fa (25 settembre 2020), la Francia nel terrore.

Il giovane pakistano aveva ferito gravemente due giornalisti nella sede dell’ex redazione giornalistica del periodico francese Charlie Hebdo, vittima del terribile attacco terroristico rivendicato da Al Quaeda, avvenuto il 7 gennaio 2015, dove morirono 12 persone e ne rimasero ferite 11.

In occasione dell’inizio del maxiprocesso ai fiancheggiatori del commando dell’attentato del 2015, Mahmoud si era appostato sotto la vecchia sede del giornale, pensando che fosse ancora in rue Nicolas Appert e non in un luogo segreto e sorvegliato come si trova, intenzionato a vendicarsi.

Nel corso dell’attentato, Mahmoud ferì due persone a colpi di mannaia, i giornalisti dell’agenzia “Première ligne”.

La causa dell’insano gesto, come spiegò lo stesso Mahmoud all’epoca dei fatti, risiedeva nel fatto che Charlie Hebdo aveva ripubblicato le vignette satiriche su Maometto. Quindi, aveva agito per vendicarsi dell’oltraggio arrecato alla comunità islamica.