2 giugno: le frasi celebri per la Festa della Repubblica

2 giugno: le frasi celebri per la Festa della Repubblica

Per celebrare la Repubblica, una carrellata di frasi da scambiarsi con amici e parenti nel giorno della festa di tutti gli italiani.

Il 2 giugno è la festa di tutti gli italiani che si uniscono sotto alla stessa bandiera per celebrare e rinnovare il lungo percorso che ci ha portato ad essere una Repubblica.

Dopo la fine della II Guerra Mondiale, l’occupazione ad opera dei nazisti e le lotte partigiane per la Liberazione, ricordare cosa successe il 2 giugno del 1946 è come riscoprire la nostra storia.

Il referendum a suffragio universale permise a tutti gli italiani, uomini e donne, di recarsi alle urne e scegliere se continuare con la Monarchia, e i Savoia, o abbracciare la Repubblica e la forma di Stato democratica.

Come diceva il compianto Presidente della Repubblica Sandro PertiniÈ meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature”.

Ed è proprio nel giorno della Festa della Repubblica che le bacheche dei social e le chat WhatsApp si riempiono di frasi ad hoc che celebrano questa importante e fondamentale ricorrenza per la storia della nostra Italia.

Vediamo insieme quali sono le frasi più significative da scambiarci con amici e parenti.

2 Giugno: le frasi celebri

Tra le frasi che celebrano la Festa della Repubblica, non si può prescindere dal primo articolo della nostra Costituzione che recita:

“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

Una Costituzione che è costata cara al nostro Paese in termini di vite umane. Lo ricorda il già citato Pertini, partigiano e antifascista, nel messaggio di fine anno agli Italiani nel 1979: “Dietro ogni articolo della Carta Costituzionale stanno centinaia di giovani morti nella Resistenza. Quindi la Repubblica è una conquista nostra e dobbiamo difenderla, costi quel che costi”.

Nella nostra Costituzione c’è “dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie: son tutti sfociati qui negli articoli” affermava Piero Calamandrei.

L’Assemblea costituente venne inaugurata il 2 giugno 1946 e Umberto Terracini ricorda quel momento: “L’Assemblea ha pensato e redatto la Costituzione come un patto di amicizia e fraternità di tutto il popolo italiano, cui essa la affida perché se ne faccia custode severo e disciplinato realizzatore”.

Ed è proprio la Repubblica che va sempre difesa da qualsiasi forma di tirannia o oppressione, da chi vuole imporci il proprio dominio e privarci della nostra libertà. Lo stiamo vedendo in Ucraina, con l’attacco violento e feroce dei russi che puntano a sgretolarne la democrazia.

L’identificazione di un popolo passa inevitabilmente per la propria bandiera. I colori italiani verde, bianco e rosso sono il simbolo della nostra Italia: “La bandiera italiana è un vessillo di libertà conquistata da un popolo che si riconosce unito, che trova la sua identità nei principi di fratellanza, di eguaglianza, di giustizia. Nei valori della propria storia e della propria civiltà”, diceva Carlo Azeglio Ciampi.

L’ex Presidente della Repubblica, Giovanni Leone, a proposito della Festa della Repubblica, affermava: “Quando il 2 Giugno 1946 nacque la Repubblica, tutti avemmo la consapevolezza che conservare integri nel tempo gli ideali cui essa si ispirava, avrebbe comportato momenti di duro impegno ed anche grandi sacrifici”.

Immancabile il ricordo di Nilde Iotti, staffetta partigiana e prima donna ad essere nominata Presidente della Camera:

“Questa Repubblica si può salvare. Ma, per questo, deve diventare la Repubblica della Costituzione”.

Dello stesso avviso Palmiro Togliatti, storico leader del Partito Comunista Italiano: “Il nostro obiettivo è la creazione di una società di liberi e di uguali, nel quale non ci sia sfruttamento da parte di uomini su altri uomini”.

Giosuè Carducci, a proposito della Repubblica sottolineava: “La repubblica, per me, è l’esplicazione storica e necessaria e l’assettamento morale della democrazia né suoi termini razionali: la repubblica, per me è il portato logico dell’umanesimo che pervade ormai tutte le istituzioni sociali”.

Infine, il pensiero del nostro Presidente Sergio Mattarella, rieletto per la seconda volta alla guida della nostra Repubblica:

“Questa storia ci induce quindi a guardare al futuro con maggiore ottimismo e forza d’animo: il 2 giugno, oggi come ieri, è una festa per tutti gli italiani”.

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