Stop stipendio ai no vax: cosa ha deciso il TAR e perché va restituito

Stop stipendio ai no vax: cosa ha deciso il TAR e perché va restituito

Con una sentenza che farà giurisprudenza, il TAR Lazio ha stabilito che lo stipendio va restituito al lavoratore no vax.

Una sentenza che farà storia quella pronunciata dal TAR (Tribunali Amministrativi Regionali) Lazio in merito alla sospensione dal lavoro e dallo stipendio ad un dipendente pubblico no vax.

La sentenza stabilisce, infatti, che privare il lavoratore della retribuzione mensile oltre che “dannoso” può procurare “problemi irreparabili”.

Questa disposizione va in controtendenza rispetto alle decisioni governative che stabiliscono il possesso di green pass per lavorare e l’obbligo vaccinale per il personale che opera nei settori della Sanità, Forze dell’Ordine e Scuola. Dal 15 febbraio, inoltre, ricordiamo che scatta l’obbligo vaccinale per i lavoratori Over 50.

Chi non ottempera a questi provvedimenti, si ritroverà sospeso dal lavoro e dallo stipendio, almeno fino al 31 marzo, data in cui cesserà lo stato di emergenza che, quasi certamente, non verrà prorogato.

Stop stipendi ai no vax: cosa è successo

La decisione del TAR è scaturita in seguito al ricorso presentato da un dipendente pubblico sospeso dal lavoro e dalla retribuzione, poiché reo di aver violato le disposizioni che lo obbligavano alla vaccinazione e al relativo possesso del green pass.

Secondo quanto riporta Studiocataldi.it, il contenzioso, apertosi tra il lavoratore e il Ministero della Giustizia, verte sull’annullamento del provvedimento governativo del 4 gennaio 2022 mediante il quale gli veniva comunicata la sospensione immediata dal lavoro e contestualmente anche lo stipendio, non maturando inoltre il TFR e rinunciando al versamento dei contributi (poiché tale periodo non è neppure soggetto a copertura figurativa).

Tali disposizioni sarebbero rimaste attive finché il lavoratore non avesse presentato regolare documentazione che certificasse l’avvenuto avvio del primo ciclo vaccinale o della somministrazione della dose di richiamo, il tutto entro e non oltre 6 mesi a partire dal 15 dicembre 2021, come stabilito dall’art.2, comma 3 del dl n.172/2021.

Stop stipendi ai no vax: come si è espresso il TAR

Con decreto n.726/2022, il TAR Lazio ha accolto il ricorso di un dipendente pubblico sospeso dal lavoro e dalla retribuzione per aver violato le disposizioni che lo obbligavano alla vaccinazione e al possesso del green pass per accedere sul luogo di lavoro.

Il TAR ha stabilito che il lavoratore, avendo come unica forma di sostentamento la retribuzione che gli deriva dal lavoro, non può vedersela sospesa poiché questo gli comporterebbe gravi danni e problemi nella gestione quotidiana della vita sua e della sua famiglia.

Il TAR ha ritenuto valide le motivazioni del dipendente pubblico, accogliendo l’istanza cautelare, proseguendo con la trattazione collegiale - di cui è prevista udienza il 25 febbraio 2022 - e rimarcando i concetti espressi con i decreti n.721/2022 e 724/2022.

La sospensione della retribuzione provoca, infatti, un pregiudizio grave ed irreparabile, oltre a sollevare questioni circa la legittimità costituzionale delle norme che impongono la certificazione verde a certe categorie di lavoratori pubblici. Tale disposizione potrebbe incontrare profili di illegittimità e pertanto non applicabile.

Stop stipendi ai no vax: cosa chiede il lavoratore

Alla luce della sentenza emessa dal TAR Lazio, il lavoratore chiede l’annullamento di tutti i provvedimenti che impongono a determinate categorie di lavoratori la certificazione verde, insieme a tutti quei presupposti ad essi collegati, antecedenti e posteriori.

Inoltre, chiede il risarcimento dei danni subiti e subendi, relativi ai problemi derivanti nell’immediato o in futuro dal trattamento ricevuto dall’Amministrazione.

La questione verrà approfondita in trattazione collegiale il 25 febbraio prossimo.