Marina Militare, lo scoraggiamento del personale mette a repentaglio la Forza Armata

Marina Militare, lo scoraggiamento del personale mette a repentaglio la Forza Armata

Il personale della Marina Militare è scoraggiato, sta perdendo la motivazione e la volontà di combattere. SIM Marina evidenzia l’urgenza di un’inversione di rotta.

Fonte immagine: Jose Arturo Lopez Palacio, Flickr.com

Un tempo l’appartenenza alle Forze Armate era motivo di prestigio e ammirazione, ma ormai si sta assistendo a una preoccupante tendenza inversa che vede i militari protagonisti di un trattamento complessivo sempre meno consono. Di certo, non sono cambiati gli ideali di ogni Forza, né tantomeno l’onore, pacifico e indubbio, di lavoratori che si prestano ogni giorno con estrema dedizione al servizio della nazione.

Eppure, la mancanza del riconoscimenti di questo straordinario sacrificio vira sempre più sul paradossale, sottoponendo i militari a condizioni di lavoro indecorose. Un fatto preoccupante, che si riflette sull’intero Paese e sulle esigenze di Difesa, che poggiano ormai principalmente sulla dedizione dei lavoratori e poco altro. Sono sempre meno i cittadini pronti a queste rinunce e si allarga sempre più lo scontento dei militari in servizio, uomini e donne estremamente preparati ma sempre più demotivati.

Come vi avevamo anticipato, sebbene si tratti di un problema interforze, questo sentimento di scoraggiamento è particolarmente avvertito dalla Marina Militare e dalla Guardia Costiera. SIM Marina, in particolare, ha avviato un’indagine sul fenomeno di abbandono del servizio e sull’inaudita carenza di candidati ai bandi di concorso. Comprendere le cause del problema è indispensabile a risolverlo, restituendo dignità ai militari e assicurando loro la giusta tutela, ma soprattutto preservando le nostre capacità di difesa.

Il personale della Marina Militare è demotivato e scoraggiato, perché è un grave problema

A raccontare questo teso clima all’interno della Marina Militare e della Guardia Costiera è Francesco Cacace, portavoce di SIM Marina, nel corso di un’intervista per difesaonline, riprendendo insieme ai sindacati Usmia e Sinam questa delicata tematica, della quale vi avevamo già accennato.

In particolare, viene lamentato lo scoramento dei militari, un senso di insoddisfazione e scoraggiamento collettivo che inficia perfino la motivazione, la “volontà di combattere” senza la quale le Forze Armate non avrebbero modo di esistere, vanificando irrimediabilmente non solo la sicurezza del Paese, ma i principi di democrazia e libertà sanciti dalla Costituzione che sono capisaldi della Repubblica italiana.

Come illustrato dal Colonnello Cacace, in caso di guerra la componente umana, gli uomini e le donne della Forza Armata, è lo strumento più importante, senza cui le possibilità di vincere, difendersi e preservare la pace sono compromesse oltre ogni limite. In scenari tanto ostici come quello odierno, alla luce del teso clima internazionale - usando un eufemismo - ci si aspetterebbe quindi maggiore attenzione al benessere dei militari, che già ne avrebbero diritto inviolabile in quantità di esseri umani, cittadini e lavoratori.

Al contrario, il sindacato ha evidenziato la crescita esponenziale di dimissioni, istanze di tutela e di trasferimento all’impiego civile, richieste di conferimento con gli organi superiori osservata in questi anni nella Marina Militare e nella Guardia Costiera, indice di un malcontento che non può certo essere ignorato ulteriormente.

Questa stanchezza del personale sta pregiudicando persino il futuro della Forza, dato che sono sempre meno i candidati ai concorsi, talvolta persino meno dei posti disponibili, il che è una circostanza del tutto eccezionale.

Molti sembrano preferire altre Forze Armate, verosimilmente in conseguenza allo sconforto generale che permea il personale, alimentato anche da approcci dissuasivi che non incontrano le effettive origini del problema e anzi accrescono la demotivazione.

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