Rinnovo contratto, ASPMI alza la voce: “Esercito la Forza armata più povera, appena 3 euro di straordinario”

Rinnovo contratto, ASPMI alza la voce: “Esercito la Forza armata più povera, appena 3 euro di straordinario”

Si è appena concluso il primo incontro tra i sindacati delle Forze Armate e di Polizia e i rappresentanti del Governo per far partire la trattativa per il rinnovo di contratto Difesa e Sicurezza per il triennio 2022-2024.

Un incontro interlocutorio ma che ha già fatto capire una cosa: come raccontato da ASPMI attraverso un comunicato stampa appena pubblicato, i sindacati dell’Esercito Italiano sono pronti a battagliare affinché venga messo un freno alle sperequazioni subite negli ultimi anni.

A oggi, infatti, l’Esercito Italiano è la Forza Armata più povera tanto che, come dimostrato dalle recenti tabelle pubblicate dal Ministero dell’Economia nelle quali viene dato spazio alla suddivisione delle risorse, ne risulta l’aumento più basso.

Le Associazioni professionali a carattere sindacale tra militare rappresentative dell’Esercito Italiano si sono presentate compatte al tavolo chiedendo un segnale forte dalla politica se si vuole arrivare a un accordo per il rinnovo in tempi brevi.

Diversamente si riserveranno di qualsiasi azione consentita, anche la più drastica laddove il Governo non dovesse fare un passo avanti in questa direzione.

L’Esercito non ci sta: “Serve una nuova suddivisione delle risorse

Come anticipato, i sindacati dell’Esercito Italiano si sono presentati uniti nel chiedere una revisione del sistema di suddivisione delle risorse stanziate per il contratto.

Oggi, infatti, si utilizza il criterio del reddito medio, il quale penalizza l’Esercito Italiano dal momento che risulta essere la Forza Armata più povera.

E come tale resterà anche in futuro. Anzi il distacco rispetto alle altre Forze Armate e di Polizia è destinato persino ad aumentare laddove non si dovesse intervenire con una diversa distribuzione delle risorse, valutando ad esempio di dare maggiore peso al numero di unità impiegate.

D’altronde, a margine della scorsa contrattazione era stata anticipata la possibilità che con questo rinnovo si sarebbe intervenuti sul tema, ragion per cui i sindacati dell’Esercito Italiano si aspettano che la promessa venga mantenuta avendo così le risorse necessarie per intervenire su altri due temi portati al tavolo:

  • la necessità di aumentare il monte ore degli straordinari che possono essere remunerati al personale;
  • intervenire sugli importi delle indennità forfettarie di guardia (CFG) e di impiego (CFI), i cui importi oggi sono totalmente inadeguati al costo della vita.

D’altronde la Presidente del Consiglio si era stupita degli importi percepiti dalle Forze di Polizia, figuriamoci se dovesse scoprire quelli dell’Esercito Italiano che risultano essere molto più bassi, pari a poco più di 3 euro l’ora.

Significativo l’intervento di Francesco Gentile, tra fondatori di ASPMI: “Abbiamo forfettizzato l’orario di lavoro, il che è inaccettabile”. Servirà quindi correre al più presto ai ripari, fin dall’apertura dei tavoli tecnici prevista per l’8 maggio prossimo.

Azioni drastiche, i sindacati militari rischiano di far saltare il tavolo?

È stato un debutto (ricordiamo che le APCSM siedono per la prima volta al tavolo della contrattazione) a gamba tesa quello dei rappresentanti dell’Esercito Italiano che mirano a ribaltare lo status quo.

D’altronde, negli ultimi contratti si è spesso propeso a favorire chi godeva di una rappresentanza sindacale forte, ma adesso la questione è destinata a cambiare.

Se quindi il Governo sperava di arrivare a un accordo per il rinnovo in tempi brevi, persino prima delle elezioni europee di inizio giugno, dovrà ricredersi: i sindacati militari rischiano di far saltare il tavolo nel caso in cui non dovessero arrivare garanzie rispetto alle richieste presentate.