Cambiare i protocolli di sicurezza aeroportuali per tutelare la dignità dei militari

Cambiare i protocolli di sicurezza aeroportuali per tutelare la dignità dei militari

L’Asgri ha parlato dei controlli aeroportuali ai danni dei militari e Aspmi concorda: bisogna cambiare i protocolli per evitare situazioni del genere.

Negli scorsi giorni abbiamo parlato di alcuni episodi spiacevoli che hanno visto coinvolti i militari dell’Esercito Italiano, tra cui in particolare gli eventi dell’aeroporto di Napoli, portati all’attenzione da Aspmi in seguito alle segnalazioni ricevute. Riassumendo il fatto (qui se volete leggere nel dettaglio cos’è accaduto) i militari hanno subito controlli estremamente invasivi e peraltro senza un minimo di privacy o riserbo.

La questione ha suscitato un considerevole scandalo, anche tra gli stessi passeggeri civili che hanno assistito alle scene, compresa l’attenzione dei politici che hanno espresso la massima vicinanza all’Esercito. In seguito a questa attenzione, l’Aggregazione sindacale guardie riunite d’Italia ha reputato opportuno replicare all’Aspmi per chiarire alcuni punti.

Ciò che emerge da questo scambio è estremamente significativo, perché emerge la volontà di curarsi del trattamento riservato ai militari, trovando soluzioni adatte a non ledere la rispettabilità dell’Esercito senza compromettere il buon andamento dei controlli e il lavoro degli addetti aeroportuali.

I controlli ai militari all’aeroporto di Napoli, Asgri e Aspmi cercano soluzioni

Come anticipato, Asgri ha indirizzato una lettera all’Associazione sindacale professionisti militari per chiarire alcuni aspetti della vicenda che ha visto coinvolti i militari dell’Esercito italiano all’aeroporto di Napoli. Un elemento che spicca nella comunicazione è la precisazione dell’assenza di responsabilità degli operatori di sicurezza aeroportuale, i quali hanno svolto il loro lavoro in ottemperanza ai protocolli.

Di fatto, la possibilità che gli addetti avessero semplicemente seguito le indicazioni di comportamento era stata già anticipata dall’Aspmi, che ha espresso la volontà di tendere la mano all’Asgri. L’Associazione sta infatti valutando di far seguire a questo scambio anche un incontro, in cui confrontarsi per far sì che situazioni del genere non si ripetano.

Anche perché episodi di questo tipo non fanno che privare l’Esercito della rispettabilità meritata, gettando cattiva luce sugli operatori di sicurezza degli aeroporti che, ci è stato confermato, non hanno attuato alcuna discriminazione in maniera deliberata, ma semplicemente in qualità di lavoratori hanno dovuto rispettare il protocollo ricevuto dalle autorità.

Per questa ragione andrebbe dato grande spicco agli elementi messi in luce proprio dall’Asgri, che ha mostrato di comprendere la gravità del problema, proponendo di intervenire alla radice della questione. In particolare, viene dato risalto al fatto che i militari hanno dovuto viaggiare con l’aviazione civile, nonostante stessero prendendo parte a un trasferimento ufficiale.

In secondo luogo, manca completamente nei protocolli di sicurezza aeroportuale una forma di specificità data al lavoro altamente peculiare dei militari italiani. Non si può certo pretendere che siano del tutto esenti dai controlli, anche perché il personale ha proprio il maggiore interesse a contribuire alla sicurezza nazionale, ma è doveroso che il tutto avvenga con la dovuta discrezione e il rispetto della divisa.

L’uguaglianza dinanzi ai controlli e alla legge non può certo essere un motivo per lasciare uomini e donne dell’Esercito italiano scalzi in aeroporto, neanche fossero sospettati di terrorismo. Di conseguenza, la solidarietà espressa dall’Asgri è assolutamente ben accetta, ribadendo che si comprende benissimo non esservi alcuna responsabilità nell’operato dei lavoratori.

Anche perché presumiamo, un pensiero senza dubbio condiviso anche dall’Aspmi, che gli stessi lavoratori abbiano provato un disagio non indifferente nel compiere quel tipo di operazioni dinanzi agli occhi di tutti. Un impasse superato grazie all’estrema professionalità che ha caratterizzato entrambe le parti e all’inarrivabile senso del dovere dei militari.