Appalti, i sindacati chiedono al governo gli incentivi tecnici per i militari

Appalti, i sindacati chiedono al governo gli incentivi tecnici per i militari

La Rete sindacale si rivolge al governo per l’operatività del Codice degli appalti, senza gli incentivi tecnici i militari sono privi di riconoscimento economico e assicurativo.

La Rete sindacale militare ha scritto al governo chiedendo un intervento per rendere operativo il Codice degli appalti. Il testo del 2016, aggiornato con il decreto legislativo n. 36 del 31 marzo 2023, non ha infatti trovato piena applicazione in merito agli incentivi tecnici. Gli esecutivi che si sono susseguiti non sono finora intervenuti, adducendo come spiegazione la mancanza dei fondi necessari.

La Rete sindacale (formata da ASPMI, USIC, AMUS, SAM e SIM Marina) ha tuttavia lamentato anche l’assenza di sforzi mirati al reperimento delle risorse, considerata “una grave inadempienza” che penalizza i militari, senza un adeguato trattamento economico e assicurativo.

Incentivi tecnici, i sindacati ne chiedono il riconoscimento

La norma sugli incentivi tecnici mira a promuovere il ricorso alle professionalità interne, portando a un risparmio di spesa per l’amministrazione. Il problema è che il personale militare si fa già carico di contratti piuttosto onerosi e dei relativi rischi, senza godere di alcuna forma di tutela o riconoscimento.

Per questo motivo, i sindacati hanno chiesto un urgente intervento politico, mostrandosi fiduciosi nell’attenzione mostrata dal governo Meloni rispetto alle tematiche militari.

La rappresentanza sindacale delle Forze Armate si sta confermando più che mai necessaria a difendere i diritti del personale, ma soprattutto capace di definire richieste eque e misurate che stanno trovando riscontri positivi. La speranza è che anche in questo caso il governo si mostri aperto al confronto e disponibile ad agire da subito per risolvere questo stallo che danneggia i militari, che ancora attendono la risoluzione delle altre numerose problematiche che affliggono le Forze.

A spiegarci l’urgenza di un provvedimento è SIM Marina, che ha promosso l’iniziativa, tramite il responsabile della comunicazione il Colonnello Francesco Cacace:

Quando i colleghi seguono le esecuzioni contrattuali, per legge sono previsti degli incentivi, che si chiamano appunto incentivi tecnici. Questo perché i contratti sono estremamente onerosi e quindi la dedizione che ci vuole per seguirli e controllarli in ogni fase è particolarmente complessa. In questo senso evidentemente si necessita che i colleghi beneficino, come per legge, di questo incentivo che, benché previsto, ancora ad oggi non viene remunerato.

In particolare, gli incentivi alle funzioni tecniche sono regolamentati dall’articolo 45 del Codice degli appalti, secondo cui una parte delle risorse finanziate destinate dalle stazioni appaltanti e dagli enti concedenti, nel dettaglio il 20% (eccetto i finanziamenti europei o a destinazione vincolata) deve essere destinata all’acquisto di beni e innovazione tecnologica, mentre un’altra parte è da destinarsi alla:

  • attività di formazione per le competenze digitali;
  • specializzazione del personale che svolge funzioni tecniche;
  • copertura degli oneri di assicurazione obbligatoria per il personale.

Non è tutto, il comma 8 stabilisce che le amministrazioni e gli enti che costituiscono o si avvalgono di una centrale di committenza possono destinare le risorse (entro il 25% dell’incentivo) ai dipendenti, a seconda delle funzioni tecniche svolte.

La parte restante dell’incentivo (tra il 75% e l’80%) va invece a ripartito tra il Responsabile unico del procedimento (Rup) e i soggetti che svolgono le funzioni tecniche, insieme ai collaboratori.

La Rete sindacale chiede pertanto di approfondire la copertura assicurativa e le disponibilità finanziarie. Si allega il comunicato stampa.