Streaming illegale, 900.000 utenti segnalati con Iptv: cosa rischiano adesso

Streaming illegale, 900.000 utenti segnalati con Iptv: cosa rischiano adesso

Le perquisizioni ed i sequestri sono scattati in tutta Italia. Dietro ai furbetti dello streaming c’è una banda transnazionale.

È scattata l’operazione contro i furbetti dello streaming illegale. Sono 900.000 gli utenti segnalati con Iptv che ora rischiano davvero grosso. L’operazione della Polizia contro la pirateria audiovisiva, disposta dalla Procura di Catania, è in corso su tutto il territorio nazionale.

Le perquisizioni, ad opera dei centri operativi Sicurezza cibernetica della Polizia postale, stanno portando a sequestri. Per gli inquirenti, dietro lo streaming illegale ci sarebbe una banda transnazionale che gestiva tutto il mercato clandestino.

Cosa rischiano gli utenti che hanno praticato streaming illegale? Cerchiamo di capire qualcosa in più sulla maxi operazione condotta dalla Polizia.

In cosa consiste l’operazione Gotha

L’operazione Gotha, condotta dalla Polizia postale contro la pirateria audiovisiva, è una maxi operazione che ha fatto luce sul 70% dello streaming illegale in Italia che coinvolge oltre 900.000 utenti con profitti di milioni di euro al mese.

Dopo aver raccolto i dati e le informazioni necessarie, i Centri Operativi Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale stanno procedendo con le indagini sull’intero territorio nazionale al fine di bloccare le attività fraudolente da parte dell’associazione, ancora non meglio dettagliata dalle Autorità.

Da nord a sud le principali città italiane sono interessate dalle perquisizioni: Ancona, Avellino, Bari, Benevento, Bologna, Brescia, Catania, Cosenza, Fermo, Messina, Napoli, Novara, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Siracusa, Trapani, L’Aquila e Taranto.

Streaming illegale: le intercettazioni

Nelle intercettazioni ascoltate dalla Polizia, si fa riferimento ad un’organizzazione gerarchica analoga a quella della mafia. Riporta Skytg24, “ Ormai siamo una organizzazione, c’è un boss, cinque capi decine ”.

I rapporti di potere dono definiti secondo ruoli distinti e ben precisi: capo, vice capo, master, admin, tecnico, reseller.

All’interno dell’organizzazione, attiva su tutto il territorio nazionale e che gestiva lo streaming illegale su scala internazionale, c’era un gruppo ristretto che operava tra Catania, Roma, Napoli, Salerno e Trapani.

L’impresa illegale promuoveva e dirigeva l’associazione e decideva i costi degli abbonamenti, la sospensione del servizio, le modalità di distribuzione dei dispositivi e coordinava i singoli operanti in tutta Italia. Si parla di profitti per almeno 10 milioni di euro. Danni all’industria audiovisiva per 30 milioni mensili. Almeno settanta gli indagati.

Streaming illegale: cosa si rischia

Lo streaming Iptv per aggirare le protezioni dei servizi a pagamento è illegale, sia per chi ne usufruisce sia per coloro che le mettono in vendita. A seconda dei casi, la sanzione cambia.

Chi usufruisce del servizio per uso personale e privato è soggetto ad una multa che va dai 134 ai 1.032 euro, sulla base del materiale sfruttato.

Per chi mette in rete o condivide un contenuto protetto da copyright a scopo di lucro, la sanzione va da 2.582 euro a 15.493 euro, in più scatta la pena detentiva, ossia il carcere da sei mesi a tre anni.

Nel caso in cui manchi la finalità di lucro, invece, viene comminata soltanto la multa d’importo variabile, a seconda del tipo di materiale.