Forze Armate e di Polizia non vaccinate: spetta lo stipendio secondo il TAR del Lazio

Forze Armate e di Polizia non vaccinate: spetta lo stipendio secondo il TAR del Lazio

Con due decreti il TAR dà ragione al personale delle Forze Armate e di Polizia in merito alla sospensione dello stipendio.

Dopo la sentenza del TAR Lazio che dava ragione ad un dipendente pubblico No Vax sospeso dal lavoro e dallo stipendio, il Tribunale Amministrativo Regionale si trova dinnanzi ad un altro quesito legato sempre all’obbligo vaccinale scattato proprio oggi per gli over50 e già in vigore per il personale delle Forze dell’Ordine, Sanità e Scuola.

Alcuni lavoratori delle Forze Armate e di Polizia non vaccinate hanno fatto ricorso al TAR per chiedere la fine della sospensione, il reintegro al lavoro e la reintroduzione dello stipendio.

Se non si è in possesso di super green pass - che ricordiamo viene rilasciato dopo guarigione da Covid-19 o dopo la somministrazione di 3 dosi di vaccino o con seconda dose nei precedenti 4 mesi - non si può accedere ai luoghi di lavoro.

Tali norme resteranno in vigore fino al 31 marzo, data in cui finirà lo stato di emergenza e pare che dal Governo ci sia la volontà a non prorogarlo.

Forze Armate e di Polizia non vaccinate: cosa è successo

Un agente della Polizia Penitenziaria e alcuni appartenenti alle Forze Armate e dell’Ordine, tutti non vaccinati, hanno fatto ricorso al TAR per chiedere di percepire ugualmente lo stipendio anche se sospesi dal lavoro per non aver esibito il super green pass.

Il riferimento normativo che ne imponeva l’obbligo è espresso nelle Circolari dello Stato Maggiore della Difesa del 10 dicembre 2021 sulla “Direttiva sugli adempimenti ed indicazioni operative per i datori di lavoro del Ministero della Difesa, nella verifica della vaccinazione obbligatoria” e del 13 dicembre 2021 avente per oggetto “Ulteriori disposizioni sull’applicazione al personale militare delle misure straordinarie connesse all’emergenza epidemiologica”.

Tali circolari sono state impugnate e rimesse in discussione dal TAR che rimanda la 16 marzo prossimo la decisione di merito.

Forze Armate e di Polizia non vaccinate: come si è espresso il TAR

Alla luce dei fatti illustrati, il TAR Lazio ha emesso due decreti monocratici d’urgenza stabilendo che seppur non è stata esibita documentazione attestante l’adempimento dell’obbligo vaccinale, il personale della Forza Armata e di Polizia deve comunque ricevere lo stipendio.

Il ricorso dell’agente della Polizia Penitenziaria è stato accolto perché sussistono degli elementi di illegittimità costituzionale nella normativa su citata che impone l’obbligo vaccinale e viene richiesto un approfondimento della tematica in sede collegiale che si riunirà il 16 marzo.

La sospensione dallo stipendio rappresenta, secondo il TAR, un atto grave ed irreparabile a tal punto da dover essere elargito nell’immediato, senza aspettare la riunione collegiale.

Per quanto concerne il secondo ricorso avanzato da alcuni appartenenti alle Forze Armate e dell’Ordine, il TAR ha ritenuto valide le motivazioni e ha disposto la sospensione temporanea delle circolari impugnate, finché non si riunirà la Camera di Consiglio.

Forze Armate e di Polizia non vaccinate: cosa hanno chiesto i militari sospesi

Nel ricorso presentato al TAR, l’agente della Polizia Penitenziaria e gli appartenenti alle Forze Armate e dell’Ordine hanno chiesto:

  • Annullamento dei provvedimenti a loro ascritti;
  • Reintegro sul luogo di lavoro;
  • Retribuzione e ogni altro compenso ed emolumento relativi al periodo di sospensione;
  • Diritto a percepire la metà degli assegni a carattere fisso e continuativo secondo le disposizioni del Codice dell’Ordinamento Militare;
  • Risarcimento dei danni da parte dell’Amministrazione;
  • Disapplicazione della Legge n.3 del 21.01.2022 riguardanti le “Misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da Covid-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali.

La decisione di merito del 16 marzo farà il resto, intanto, come abbiamo visto, alcuni importanti provvedimenti sono già stati presi. Al di là di come si esprimerà il Consiglio collegiale si tratta di decisioni che faranno giurisprudenza.