Cos’è il piano soccorsi della Marina Militare e come funziona il 112 del mare

Cos'è il piano soccorsi della Marina Militare e come funziona il 112 del mare

Il Dispositivo interministeriale integrato per la sicurezza marittima servirà a rafforzare il coordinamento delle unità navali, civili e militari, dello Stato nelle operazioni.

I fatti accaduti a Cutro, in Calabria, nella notte il 24 e il 25 febbraio scorso, hanno riacceso i riflettori sul fenomeno migratorio e sulla tragedia delle morti in mare.

Quello che è successo sulle coste calabresi non deve più ripetersi, sono morti 70 migranti, e per questo motivo il governo ha convocato un Consiglio dei Ministri in Calabria, nella giornata di oggi, per mostrare vicinanza alla popolazione calabrese, ma soprattutto per mettere in atto una serie di politiche che vadano a punire i trafficanti con una nuova aggravante in caso di morte di migranti.

Il decreto, che contiene un pacchetto di norme, “recante disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione regolare” è stato studiato da Palazzo Chigi, in collaborazione sinergica con il Ministero dell’Interno e la Farnesina.

Intanto, in ambito Difesa viene presa in esame la possibilità di attivare il Dispositivo interministeriale integrato per la sicurezza marittima, conosciuto con l’acronimo Diism.

Che cos’è il Diism e quando si parla di 112 del mare?

Diism: cos’è e come funziona

Il Dispositivo interministeriale integrato per la sicurezza marittima (Diism) non è un progetto nuovo, anzi. Risale al 2007, quando l’allora governo Prodi decise di lanciare il programma che consiste in una centrale operativa della Marina Militare attiva a Santa Rosa, il complesso militare sulla via Cassia costruito dall’Italia nel 1936 per ospitare il principale centro delle comunicazioni della Regia Marina.

Come riporta Il Messaggero.it, si tratta di una stanza piena di monitor dove opera un gruppo di tecnici della Marina sotto la guida del Cincnav, il Comando in capo della squadra navale.

Gli operatori ricevono e convogliano in un’unica centrale le segnalazioni delle navi italiane e di altre imbarcazioni al largo delle nostre coste.

Però il Diism non è mai diventato pienamente operativo. In tutti questi anni il decreto attuativo non è arrivato e questo non ha consentito al Diism di svolgere gli incarichi per cui era nato, ovvero sia coordinare tutti i ministeri investiti della delega marittima e i loro organi di riferimento: dalla Guardia Costiera (Infrastrutture), alla Guardia di Finanza (Economia) nel monitoraggio delle segnalazioni dal Mediterraneo.

Nelle attività sono incluse le richieste di aiuto o alert da parte di Frontex, l’Agenzia europea delle frontiere.

Riattivare il 112 del mare

Una delle soluzioni al vaglio del governo per monitorare il flusso migratorio è proprio quella di riattivare il Diism, costato molto, in modo da mettere a disposizione delle operazioni SAR al largo delle coste italiane la sala hi-tech di Santa Rosa.

L’ipotesi, per il momento abbozzata al Ministero della Difesa, è quella di:

  • Rafforzare il coordinamento delle unità navali, civili e militari, della Stato nelle operazioni.

Il primo 112 del mare collaborerebbe con Frontex, con il Cise (Common information sharing environment), e con la rete dell’Ue che incrocia i dati non classificati di tutti i sistemi di monitoraggio del mare degli Stati membri.

L’azione del governo sui migranti

Il Consiglio dei Ministri che si tiene oggi in Calabria punta a delineare un programma che contenga:

  • Inasprimento delle pene per i trafficanti con una nuova aggravante in caso di morte dei migranti;
  • Semplificazione normativa e burocratica per chi chiede di entrare legalmente in Italia;
  • Corridoi umanitari dal Nord Africa per chi ha diritto all’asilo e alla protezione internazionale;
  • Alzare già per il 2023 a 100mila i permessi di lavoro concessi ai cosiddetti “migranti economici”;
  • “Rendere efficienti” le norme italiane sui permessi e l’accoglienza.

Per i Paesi extra-comunitari che gestiranno in maniera collaborativa i rimpatri e la lotta all’immigrazione irregolare, si pensa ad assegnare loro delle quote privilegiate per i permessi in Italia.

Se da un lato Meloni vuole lanciare segnali distensivi sul fronte immigrazione, la Lega ha depositato alla Camera una proposta di legge che riporta in vita i famosi “decreti sicurezza”, che tanto fecero discutere.

Vedremo se la questione migranti sarà il terreno di scontro all’interno della maggioranza per stabilire nuovi asset di potere.