Elsa Corniglio - 8 luglio 2021
Teste di cuoio: chi sono, cosa fanno e perché si chiamano così
Le teste di cuoio sono una delle unità più conosciute in Italia. Ecco cosa fanno e perché si chiamano così.
Le Forze Armate comunemente note col nome di “teste di cuoio” sono un pilastro della sicurezza nazionale e soprattutto dell’antiterrorismo italiano.
La loro importanza ha radici storiche, dalle quali deriva anche il nome con cui sono comunemente note tra la popolazione civile. Vediamo nel dettaglio chi sono le teste di cuoio, cosa fanno e anche perché hanno questo nome.
Chi sono le teste di cuoio
Le teste di cuoio sono le unità tattiche di Polizia, ossia delle unità speciali d’intervento dei corpi di Polizia o gendarmeria impiegate in operazioni di sicurezza generale o contro il terrorismo.
Si tratta di Forze Armate che, tuttavia, non possiedono di una specifica preparazione militare, come invece avviene per le Forze Speciali. Infatti, solitamente le teste di cuoio dipendono dal Ministero dell’Interno e non da quello della Difesa, come avviene per le Forze Speciali.
In Italia, le Unità di interventi speciali (UnIS) gestite dal Ministero dell’Interno, in particolare, sono:
- N.O.C.S. Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza (Polizia di Stato);
- G.I.S. Gruppo Intervento Speciale (Arma dei Carabinieri);
- Antiterrorismo pronto impiego, noti come Baschi Verdi (Guardia di Finanza);
- TUAT Task Unit Antiterrorismo del 1° Reggimento carabinieri paracadutisti Tuscania.
Cosa fanno le teste di cuoio
I principali compiti delle teste di cuoio sono la liberazione di ostaggi oppure le operazioni antiterrorismo su suono nazionale o talora internazionale.
L’addestramento che ricevono i componenti delle teste di cuoio è il normale addestramento della Polizia, che richiede un’altra preparazione a livello fisico e psicologico, oltre che una spiccata abilità nell’uso delle armi da fuoco e nel combattimento corpo a corpo.
Ci sono anche unità specializzate esclusivamente nell’antiterrorismo e unità speciali intermedie, che vengono impiegate anche in operazioni civili, come potrebbero essere i GIS (Gruppo Intervento Speciale) dei Carabinieri italiani.
Perché le teste di cuoio si chiamano così
Il nome ufficiale di questo reparto è "unità tattiche di Polizia" e il perché queste unità siano comunemente note col nome teste di cuoio ha radici storiche. L’espressione “teste di cuoio” venne coniata in seguito all’operazione Zauber Fuer, condotta dallo GSG-9 della Polizia Federale della Germania il 17 ottobre 1977 a Mogadiscio.
Durante quella missione, vennero liberati degli ostaggi a bordo di un Boeing 737 del volo Lufthansa LH181 che era stato precedentemente dirottato mentre percorreva la tratta di volo da Francoforte a Palma di Maiorca.
La Polizia tedesca che partecipò all’operazione indossava, in quell’occasione, un elmetto decisamente riconoscibile che era rivestito in pelle e presentava lunghi paraorecchie a scopo protettivo, sempre rivestiti in pelle: proprio da questo tipico elmetto deriva il nome delle teste di cuoio.
Perché le teste di cuoio portano il passamontagna
Le forze conosciute come teste di cuoio devono avere la prontezza di essere in grado di diventare operativi in massimo 30 minuti, un arco di tempo entro il quale devono riuscire a prepararsi sia dal punto di vista pratico, sia psicologico e mentalmente per affrontare operazioni che, solitamente, sono ad alto rischio.
La preparazione di massimo 30 minuti si conclude quando si indossa il cosiddetto mefisto, ossia quel tipico passamontagna nero. Questo passamontagna serve a celare l’identità dei partecipanti alla missione per tutelarli maggiormente.
Argomenti correlati: Storia delle Forze dell’Ordine Polizia di Stato Esercito italiano Guardia di Finanza Carabinieri
Esercito Italiano, arriva la settimana corta. Per chi e come funziona
Licenza straordinaria per cure termali, le regole per l’Esercito Italiano
Licenza e riposo solidale Esercito Italiano, requisiti e come fare domanda
Fondino Maggiori e Tenenti Colonnelli, ASPMI chiede equità per i dirigenti delle Forze Armate