Elsa Corniglio - 31 luglio 2021
Il riposo compensativo per straordinari non corrisposti
Cos’è il riposo compensativo per straordinari non corrisposti e quali sono le modalità secondo cui deve essere fruito? È obbligatorio?
Ogni dipendente ha diritto ad un certo numero di ore di riposo che variano a seconda del tipo di contratto stipulato col datore di lavoro.
In linea generale, comunque, le ore di straordinario - ossia quelle ore che si collocano al di fuori del tempo di impiego previsto nel regolare contratto - devono essere pagate o quantomeno devono generare un riposo compensativo.
Cos’è il riposo compensativo
Il riposo compensativo è un diritto del lavoratore. Si intende, nello specifico, un riposo finalizzato a compensare una prestazione lavorativa svolta per un tempo che eccede quello dell’orario ordinario previsto e retribuito dal contratto tra lavoratore e datore di lavoro.
Per esempio, nel caso in cui si svolga un lavoro che eccede le 40 ore settimanali stabilite dal contratto per i dipendenti assunti a tempo pieno, oppure nel caso in cui il dipendente non abbia potuto fruire della giornata di riposo settimanale, interviene il riposo compensativo.
In altre parole, questo tipo di riposo ha la funzione di compensare l’onere non abituale del lavoro festivo, notturno o di turni extra non previsti dal contratto lavorativo, specialmente in condizioni di lavoro particolarmente usuranti o gravose.
Le tipologie di riposo compensativo
Il riposo compensativo può presentarsi sotto forma di pause periodiche, giornaliere o anche settimanali, che hanno lo scopo di garantire il recupero delle energie fisiche e psicologiche del lavoratore.
In particolare, un tipo di riposo compensativo è quello domenicale. Qualora si debba fare uno straordinario di domenica, per parte della giornata o per l’intero giorno, il riposo compensativo deve essere considerato. Infatti, in questo caso, oltre al riposo concesso per il periodo residuo di quel singolo giorno, spetta anche un riposo di durata pari alle ore di lavoro eseguite durante la domenica e, ad ogni modo, non inferiore alle 12 ore consecutive.
Cosa faccio se l’azienda non concede i riposi compensativi?
Il datore di lavoro è obbligato per legge a concedere il riposo compensativo quando un lavoratore svolge uno straordinario non compensato da una maggiorazione della retribuzione, oppure quando egli non può fruire del riposo settimanale di almeno 24 ore ogni 6 giorni.
Se il datore di lavoro viene meno a questo obbligo e non concede i riposi compensativi, si cade in un illecito e il dipendente ha diritto alla retribuzione, con relative maggiorazioni in base al peso dell’onere lavorativo svolto e anche al risarcimento psico-fisico del danno subito a causa del lavoro.
La prova del danno biologico deve essere tale da poter essere dimostrata, per esempio attraverso una perizia del medico legale, oppure attraverso l’impiego di testimoni che possano dichiarare che il dipendente ha subito un danno alla vita personale a causa dell’onere lavorativo impostogli.
Riposo compensativo e reperibilità
Dover essere reperibili, anche qualora si trattasse della domenica, non dà diritto a un aggiuntivo riposo compensativo, pur sussistendo il disagio di dover rimanere rintracciabili per qualunque tipo di evenienza.
In caso di reperibilità, l’indennità sarà inferiore rispetto alla maggiorazione della retribuzione prevista per il lavoro straordinario, dato il minor peso che la sola reperibilità implica rispetto allo svolgimento di una mansione lavorativa a tutti gli effetti, per di più fuori dall’orario stabilito dal contratto.
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