Rinnovo del contratto delle Forze dell’Ordine: a che punto siamo

Rinnovo del contratto delle Forze dell'Ordine: a che punto siamo

Nuovi incontri per parlare del rinnovo del contratto delle Forze Armate, Polizia e Vigli del Fuoco. La parte normativa è ferma dal 2008, sono previste maggiori tutele.

Si sblocca il rinnovo del contratto”. Con queste parole il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, l’8 luglio ha annunciato l’intenzione del governo di rivedere il contratto del comparto Difesa, Sicurezza e Soccorso pubblico, il cui lato normativo è fermo da ben 13 anni.

Dal 2008, infatti, che il lato normativo non viene rivisto e aggiornato, mentre è dal 2018 che il lato retributivo del contratto, che ha valenza triennale, non viene rinnovato.

Risulta dunque urgente e necessario modificare e adeguare il contratto che coinvolge oltre 500mila dipendenti dello Stato tra Forze di Polizia, Forze Armate e Vigili del Fuoco. Se da un punto di vista economico già si intravedono alcune ipotesi, rimane più nebuloso il rinnovo delle condizioni normative.

Cerchiamo dunque di capire come si articola il processo, lungo e complicato, del rinnovo del contratto.

Verso il rinnovo del contatto delle Forze dell’Ordine: l’incontro con i Ministri e le altre tappe

Il 7 luglio si sono incontrati i diversi Ministri interessati al rinnovo del contratto. Erano presenti all’incontro: il Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, il Ministro della Giustizia, Marta Cartabia, il Ministro dell’Economia, Daniele Franco, il Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini e il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.

Successivo a questi incontri tra i Ministri, sono previste altre due tappe obbligatorie:

  • 1. Un confronto - più tecnico - con la dirigenza dei ministeri coinvolti
  • 2. Un tavolo con i sindacati e i dirigenti della rappresentanza militare, ossia quello decisivo.

Risulta essere un’organizzazione oltremodo complessa quella del comparto Difesa e Sicurezza. Infatti il Sottosegretario con delega alla Sicurezza, Franco Gabrielli, davanti alla divisione, e rischio di dispersione, delle energie politiche davanti a questioni simili, ha ritenuto opportuno proporre una riorganizzazione delle Forze di Polizia, raggruppandole sotto all’unico controllo del Ministero dell’Interno.

Rinnovo del contratto Forze dell’Ordine: di quanto aumenterebbero gli stipendi

Dall’incontro del 7 luglio dei Ministri è stata avanzata un’ipotesi di emendamento al “Decreto Sostegni bis”, per richiedere l’autorizzare dello stanziamento di ulteriori risorse per il “rifinanziamento dei contratti”.

Se si dovesse attuare la proposta, insieme al cambio di destinazione di 50 milioni di euro - che la Legge di Bilancio ha riconosciuto per le “indennità per i servizi esterni e per quelli operativi fuori sede del personale dei comparti” - lo stipendio potrà essere incrementato del 4,25%.

Secondo un’elaborazione del Sole24Ore gli incrementi medi lordi sono di circa 130 euro, con differenze minime tra le diverse forze di appartenenza. Un calcolo provvisorio non del tutto certo.

La vera trattativa, tuttavia, non è incentrata sull’incremento delle retribuzioni, di cui si era già parlato di un aumento del 4,07%, ma sulla revisione del trattamento giuridico, fermo al 2008.

Rinnovo del contratto: quali saranno le prossime mosse del governo?

Il prossimo incontro si terrà il 20 luglio, con il quale si cercherà di velocizzare le trattative e arrivare a un accordo il prima possibile. La questione più spinosa non sarà quella retributiva ma quella normativa.

Il rinnovo del contratto, tuttavia, non coinvolge l’aera dirigenziale del comparto Sicurezza. Per quest’ultima, infatti, il rinnovo del contratto sarà rinviato all’anno successivo, in modo da stanziarne le risorse nella prossima Legge di Bilancio 2022.

Rinnovo del contratto: la battaglia legale dei sindacati

Secondo il Segretario del Sindacato Italiano Unitario dei Lavoratori della Polizia (Siulp), Felice Romano, il Sindacato si batterà con forza su tre punti principali.

  • 1. La partenza della previdenza integrativa. Infatti a oggi un agente va in pensione con un assegno pari al 65% della retribuzione se tutto il suo lavoro è stato svolto in regime contributivo.
  • 2. Una tutela legale dei poliziotti con il rimborso integrale di tutte le spese sostenute a titolo personale per fatti attinenti ai servizi.
  • 3. Il rimborso delle spese sanitarie affrontate dal personale per le cure legate all’attività di polizia e per ripristinare l’idoneità al servizio. Infatti sia la polizia che i Vigili del Fuoco sono sprovvisti di un’assicurazione INAIL.