Quanto guadagnano i VFP1 dell’Esercito?

Quanto guadagnano i VFP1 dell'Esercito?

Esercito italiano: qual è lo stipendio di un militare volontario in ferma annuale nell’Esercito italiano? Scopriamolo.

Lo stipendio dei volontari in ferma prefissata arruolati nell’Esercito italiano è da sempre oggetto di contestazione: il guadagno percepito dai giovani militari, infatti, oltre ad essere piuttosto basso manca di alcune voci retributive riconosciute al resto delle Forze Armate.

Al problema del guadagno si aggiunge il fatto che negli ultimi anni gli sbocchi di carriera per i VFP1 si sono andati man mano riducendo a causa dell’eliminazione della riserva assoluta - avvenuto 2 anni fa - ossia lo strumento con cui il reclutamento nelle Forze di Polizia, Carabinieri e Finanza era riconosciuto principalmente a coloro che potevano vantare il servizio come VFP1 o VFP4.

Con l’eliminazione della riserva assoluta, quindi, ai VFP1 e VFP4 viene riconosciuta solamente una quota - minoritaria tra l’altro - di posti nei concorsi per diventare poliziotti, carabinieri, finanzieri e penitenziari. Per chi si arruola come VFP1 resta salva la possibilità di fare carriera all’interno dell’Esercito; questi, infatti, al termine dell’anno possono chiedere la rafferma per ulteriori 12 mesi, o in alternativa possono prendere parte al concorso per diventare VFP4 a loro riservato.

Una volta diventati VFP4 le possibilità di diventare VSP ed entrare in maniera permanente nell’Esercito sono piuttosto elevate, anche se si rischia di dover attendere diversi anni prima che ciò accada.

Visto quanto detto in merito allo stipendio molto basso e ai pochi sbocchi professionali, sembra che negli ultimi anni c’è una vera e propria crisi dell’arruolamento; come dichiarato recentemente dal Generale Claudio Graziano - Capo di Stato Maggiore della Difesa - molti giovani credono non convenga più arruolarsi come VFP, preferendo piuttosto concentrarsi nella preparazione per quei concorsi pubblici aperti ai civili che garantiscono una carriera più stabile.

Ma torniamo a concentrarci sul tema centrale di questo articolo: gli stipendi dei VFP1. Effettivamente, come vedremo meglio di seguito, il guadagno percepito nel primo anno come militare non è elevato, senza contare poi che gli straordinari non vengono pagati (né recuperati sotto forma di riposi) e che non viene corrisposta la tredicesima mensilità come invece avviene per il resto dei lavoratori dipendenti.

Ma quanto guadagna effettivamente un volontario in ferma prefissata di un anno? Scopriamolo.

Stipendio VFP1

Come prima cosa bisogna precisare che per i volontari in ferma prefissata annuale - così come per la retribuzione dei VFP4 - non si parla di stipendio, bensì di paga: questo perché si tratta di un compenso giornaliero che tra l’altro, come anticipato, manca della tredicesima mensilità.

Nel dettaglio ai volontari in ferma prefissata di 1 anno con il grado di Soldato è riconosciuta una paga pari al 64% dell’importo giornaliero del parametro stipendiale del grado iniziale dei Volontari in Servizio Permanente.

Per questo motivo, siamo a circa 32€ al giorno, per un totale di circa 870€ al mese; a questo bisogna aggiungere poi il bonus Renzi - d.l. 66/2014 - di 80€ per arrivare a circa 1.000€, più una percentuale del bonus comparto difesa stabilizzato con il riordino (per i VSP varia da 30€ a 70€ a seconda del parametro).

Leggermente più alte le retribuzioni percepite per chi è arruolato nel reparto degli Alpini, dove sullo stipendio viene applicato un incremento di circa 50€ mensili.

Nel primo anno, quindi, si riesce ad arrivare a malapena a circa 1.050-1.080€; a questo si aggiunge il fatto che sullo stipendio non vengono neppure riconosciute le ore di straordinario, le quali inoltre non possono essere nemmeno riscattate come riposi come invece avviene per il VFP4. Una mancanza di tutela che si ripercuote specialmente per coloro che vengono impiegati nell’Operazione Strade Sicure (clicca qui per approfondire).

Concludiamo ricordando che il servizio come VFP non beneficia del versamento dei contributi ai fini della buonuscita; devono essere gli stessi militari, infatti, a pagare di tasca propria per riscattare il periodo come volontari e vederselo riconosciuto ai fini del TFS.