Polizia Penitenziaria: com’è scoppiato il caso delle divise sgualcite e perché

Polizia Penitenziaria: com'è scoppiato il caso delle divise sgualcite e perché

La fornitura di pettorine agli allievi della Scuola di Polizia Penitenziaria è solo la punta dell’iceberg di problema denunciato già da tempo.

È sul piede di guerra il segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio.

In una dichiarazione rilasciata all’AGI, De Fazio tuona contro le divise fornite agli agenti della Polizia Penitenziaria di stanza a Fonte d’Amore di Sulmona.

Polizia Penitenziaria: il caso delle divise sgualcite

Oltre alle “sole pettorine” fornite agli allievi del 180esimo corso della Scuola di formazione della Polizia Penitenziaria, De Fazio si è lungamente soffermato su tutta una serie di disservizi che si interessano ormai da lungo tempo la Polizia Penitenziaria, rendendola alla stregua dell’esercito di ‘Franceschiello’ poiché “indossiamo capi disomogenei, fuori taglia, incompleti o addirittura divise di fortuna o niente”.

Taglie sballate, qualità e foggia infime fanno il paio con divise ormai logore in quanto utilizzate anche per dieci anni. “Scorte che girano insieme nei tribunali e nelle carceri in cui ognuno è vestito in modo diverso”.

Polizia Penitenziaria: le ragioni delle divise sgualcite

Dietro la mancata fornitura di nuove divise c’è, sostanzialmente, l’assenza di fondi sufficienti per riqualificare il vestiario del personale della Polizia Penitenziaria.

In seguito ai tristi fatti occorsi nell’istituto penitenziario di Santa Maria Capua Vetere - quando ci fu uno scontro violento tra gli agenti e i detenuti del settore Nilo che portò alla morte del detenuto algerino Lakimi Hamine - c’era stata la volontà d’investire di più nella formazione degli agenti.

Il governo giallo-verde, spiega De Fazio, aveva stanziato 5 milioni di euro per le divise. Seppur di un certo rilievo, rimane pur sempre una cifra irrisoria rispetto al fatto che le divise andrebbero sostituite periodicamente e questo richiederebbe uno stanziamento economico maggiore.

In gioco c’è “la dignità di un corpo di polizia che non viene tutelata”.

Il rispetto nei confronti dell’uniforme che si pretende dagli allievi della scuola e dal personale, nei fatti, non ha ragione di esistere se poi li si fa lavorare o formare con un vestiario non consono al ruolo che ricoprono.

Come possono rispettare una divisa se questa per prima non rispetta la loro dignità di tutori dell’ordine?

Quando nasce la Polizia Penitenziaria

Il corpo della Polizia Penitenziaria è molto antico. Nasce nel 1817 e risale alle regie patenti del Regno di Sardegna, primo esempio di corpo carcerario del Regno d’Italia.

Con la smilitarizzazione del Corpo delle Guardie Carcerarie questi assume pian piano le sembianze che ha adesso: un corpo di polizia ad ordinamento civile che fa parte delle Forze dell’Ordine e dipende direttamente dal Ministero della Giustizia - Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.

Di cosa si occupa la Polizia Penitenziaria

La Polizia Penitenziaria svolge compiti di polizia giudiziaria, pubblica sicurezza, polizia stradale e di gestione delle persone sottoposte a provvedimenti di restrizione o limitazione della libertà personale ed espleta inoltre attività di Polizia stradale, ai sensi dell’art. 12 del Codice della strada.

Svolge attività di scorta a tutela di personalità istituzionali (Ministro della Giustizia, sottosegretari di Stato) e di magistrati.

La storia dell’uniforme

Dopo la riforma del Corpo nel 1990, la Polizia Penitenziaria ha abbandonato le vecchie divise grigio-verdi, appartenenti al disciolto Corpo degli agenti di custodia, per indossare uniformi blu e tute operative dello stesso colore.

L’uniforme invernale consta di giacca con bottoni argentati e fregio del Corpo, bavero e spalline con bordo azzurro, pantaloni blu, camicia manica lunga bianca e cravatta blu. Il vestiario comprende anche una giacca a vento invernale goretex, bordata di celeste.

La tuta operativa invernale consta di una giubba di colore blu e pantalone dello stesso colore con bordature azzurre catarifrangente.

L’uniforme estiva, invece, è composta da camicia celeste a maniche corte, con taschini sul petto e bottoncini argentati con fregio, pantaloni di cotone blu e cintura in tessuto blu, con fibbia e fregio di colore argento.

La tuta operativa estiva è composta da pantaloni di colore blu (quelli invernali senza termofedera) e una polo con cerniera di colore celeste con bordature azzurre: queste si completano con stivaletti invernali (tipo polacchine) per l’ordinaria e anfibi per l’operativa.

Vi sono poi anche capi di vestiario come il maglione blu con collo a V e toppe di rinforzo su spalle/gomiti e scritta "Polizia Penitenziaria" da indossare in luogo della giacca e per i soli servizi interni, un maglione sottogiacca blu a scollo a V, il maglioncino a collo alto con cerniera lampo e toppe di rinforzo su spalle/gomiti e scritta "Polizia Penitenziaria", un cappotto a doppia abbottonatura e tutti gli accessori per le uniformi di servizio.

Come si diventa agenti di Polizia Penitenziaria e quanti sono

Per diventare agenti di Polizia Penitenziaria occorre superare un concorso pubblico.

Dal 1° gennaio 2017 sono stati riaperti i concorsi anche ai civili e il 40% dei posti annualmente disponibili è a loro riservato.

Dopo aver superato il concorso, bisognerà seguire un corso di formazione, di durata variabile a seconda della qualifica:

  • 9 mesi per allievi agenti;
  • 4 mesi per i vice sovrintendenti;
  • 12 mesi per i vice ispettori;
  • 24 mesi per i commissari.

La Polizia Penitenziaria, nel 2016, ha subìto un taglio lineare del proprio organico da 45000 a 41000 unità.

Stessa sorte è toccata al personale dei ruoli socio-pedagogici, dei ruoli amministrativi e di tutti gli altri profili dell’amministrazione penitenziaria. Per non parlare, poi, del personale medico e paramedico.

Negli istituti c’è in media un educatore ogni 80 detenuti ed un agente di polizia penitenziaria ogni 1,8 detenuti. Ma in alcune realtà si arriva a 3,8 detenuti per ogni agente (Reggio Calabria) o a 206 detenuti per ogni educatore (Taranto).

Il personale di polizia attualmente in servizio è inferiore di cinquemila unità anche rispetto al nuovo organico previsto (36.000 su 41.000).