Pensioni Esercito, c’è stato un errore di calcolo: chi è coinvolto e conseguenze

Pensioni Esercito, c'è stato un errore di calcolo: chi è coinvolto e conseguenze

Un grave errore nel calcolo operato dall’INPS genera caos nelle pensioni del personale della Forza Armata. Previsti ricalcoli dal 2010.

Il personale dell’Esercito che sta per andare in pensione avrà a che fare con un grattacapo in più.

Il calcolo della pensione operata dall’INPS ravvisa un errore che, di fatto, ne altera l’importo, arrecando un grave danno a tutti i percettori coinvolti.

Inoltre, le pensioni delle Forze Armate e di Polizia, dal 1° gennaio 2023, vanno incontro ad alcuni cambiamenti, tra cui la cessazione di quelli che fino a poco tempo prima erano considerati dei “privilegi” come l’andare in pensione anticipata, lasciando la sola ipotesi della pensione di vecchiaia calibrata su quelle che sono le aspettative di allungamento di vita.

Dopo l’ampia pagina dedicata al riscatto dei contributi pensionistici per il personale della Forza Armata e le relative penalizzazioni, oggi, la questione pensionistica legata all’Esercito torna a tenere banco, proprio in virtù dell’errore di calcolo operato dall’INPS.

Pensioni Esercito: la natura dell’errore

L’Associazione Sindacale Professionisti Militari (ASPMI), non nuova a precisazioni circa la materia trattata, ha ravvisato un errore di calcolo riguardante l’Indennità di Aeronavigazione nel computo della Pensione Privilegiata Ordinaria (P.P.O.) operata dall’INPS sulla gestione delle pensioni del personale militare.

Le inesattezze riscontrate danno vita ad un danno per i percettori che rientrano in questa tipologia pensionistica e quindi il trattamento deve essere necessariamente ricalcolato a partire dall’anno 2010, anno che coincide con il passaggio dall’INPDAP all’Ente Nazione di Previdenza Sociale.

Pensioni Esercito: in cosa consiste l’errore

L’errore, infatti, risiede nella mancata maggiorazione dell’Indennità di Aeronavigazione del trattamento pensionistico ordinario, sia esso retributivo o misto.

Tale indennità non concorre a formare la cosiddetta “base pensionistica”, ma viene sommata ad essa solo in un secondo momento, trattandosi di un’indennità pensionabile “fuori quota” che nel calcolo INPS resta invariata senza subire l’incremento previsto.

“ASPMI ha ben chiare le difficoltà del personale, a maggior ragione ora che ci troviamo in un momento di innovazione e riqualificazione dell’Amministrazione. Tuttavia, nonostante il clima caotico, non è giusto che i colleghi che lasciano il servizio siano oggetto di minore attenzione e cura.”

Fanno sapere in una nota, rimarcando come tale errore non si sia verificato invece nell’erogazione delle pensioni privilegiate una tantum, con la corretta maggiorazione della pensione ordinaria attribuita al personale.

A tal proposito ASPMI ha inoltrato le proprie considerazioni al Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, invitandolo a contattare l’Ente per sanare tale inconveniente.

Pensioni Esercito: cosa chiede ASPMI

Nella missiva indirizzata al Ministro Guerini, l’Associazione Sindacale Professionisti Militari ha chiesto al Ministro d’intervenire con l’INPS affinché venga chiarito l’errore e si proceda al ricalcolo dal 2010.

Inoltre, ASPMI ha precisato al Ministro che l’errore non parte dal suo dicastero, bensì si verifica proprio quando i dati passano dalla posizione Ausiliaria a quelle gestite dall’INPS.

Nella logica che anima l’Associazione è previsto infatti un aiuto concreto ai tesserati che, come si evince dalla nota, “riceveranno tutela anche quando lasceranno il servizio e passeranno dal servizio attivo a pensionati”.

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